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Lo sviluppo di missili ipersonici da parte di Russia e Cina aveva da tempo indirizzato in orbita lo sguardo del Pentagono, portando gli Usa a puntare forte sullo scudo spaziale e progettando così uno scudo aereo anti-missile che potesse proteggere l’intero perimetro nazionale statunitense. Dall’annuncio dell’avvio operativo del 22 maggio, il programma Golden Dome, scudo missilistico e sistema di difesa spaziale con un costo stimato tra i 161 ed i 542 miliardi di dollari,  vede oggi il colosso Bae Systems protagonista  nell’assegnazione dei primi contratti.

L’architettura del sistema

Strutturato come una rete multilivello integrata e coordinata dalla US Space force, Iron Dome si articolerà su tre componenti principali: sensori orbitali multispettrali, capaci di rilevare lanci missilistici in fase iniziale; intercettori cinetici, per colpire i vettori ostili durante il volo; infrastrutture terrestri di comando, controllo e comunicazione che possano garantire l’interoperabilità con gli altri sistema di difesa Usa e Nato. Il sistema, che mira a garantire la copertura integrale del territorio statunitense, ha come scopo primario la neutralizzazione delle minacce aree avanzate, come i missili balistici intercontinentali a traiettoria variabile (Icbm), i vettori ipersonici manovrabili e i sistemi d’arma anti-satellitari (Asat). Strumento di difesa e di deterrenza, l’Iron Dome, il cui costo finale si aggirerà intorno ai 500 miliardi di dollari, coinvolge l’industria dell’aerospazio in maniera massiccia, in particolare SpaceX, Lockheed Martin, RTX e, oggi, anche Bae Systems.

La collaborazione US Space force – Bae Systems

Il contratto da 1,2 miliardi di dollari assegnato alla Bae Systems tramite un accordo Ota (other transaction authority), prevede la realizzazione di 10 veicoli spaziali Epoch 2, per lo sviluppo di una rete di tracciamento missilistico in orbita terrestre media (Meo). La costellazione di difesa aerea di Bae Systems contribuirà così al contrasto contro le minacce missilistiche più evolute, come le armi ipersoniche. I veicoli spaziali saranno destinati ai satelliti Resilient Missile Warning Tracking, progettati per rilevare e tracciare una vasta gamma di minacce, dai grandi e luminosi lanci di missili balistici intercontinentali ai deboli missili ipersonici in manovra, integrando così l’architettura tattica dell’intera difesa aerea e missilistica nazionale.

La svolta per la dottrina militare made in Usa

Lo sviluppo di Iron Dome e le sinergie tra settore privato e pubblico dietro ad esso, garantiranno maggiore resilienza per i satelliti di allerta e miglior sistema di tracciamento dei missili, mettendo così a disposizione delle piattaforme di difesa aerea inedite quantità e qualità di dati e informazioni per i sistemi di allerta e di puntamento rapido. La collaborazione tra Bae Systems e l’US Space force si inserisce così in un progetto di estrema trasformazione della postura statunitense, che oggi si proietta – per ambizioni e potenzialità capacitive – in orbita, dando così il via ad una corsa globale allo spazio.

 

Per il Golden Dome gli Usa si affidano a Bae Systems. Costruirà gli intercettori in Orbita media

Il Golden Dome, nuova frontiera della difesa spaziale statunitense, è il più vasto e tecnologicamente avanzato scudo orbitale e anti-satellitare nella storia degli Stati Uniti. Per il suo sviluppo il 2 giugno la Us Space force ha assegnato alla Bae Systems un contratto da 1,2 miliardi di dollari per la realizzazione di dieci nuovi veicoli spaziali

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