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L’intelligence militare ucraina colpisce ancora. Nelle scorse ore il Servizio di Sicurezza dell’Ucraina ha rivendicato un’operazione segreta di sabotaggio pianificata per mesi e diretta contro il ponte di Kerch, infrastruttura che collega l’entroterra russo alla penisola di Crimea. Secondo il comunicato ufficiale rilasciato dall’agenzia ucraina, gli agenti di Kyiv avrebbero piazzato una quantità di esplosivo superiore alla tonnellata attorno ad alcuni piloni del ponte. La Sbu ha condiviso anche un video dell’esplosione, in cui viene mostrata un’imponente detonazione al di sotto della struttura del ponte. L’entità dei danni non è ancora chiara, ma l’agenzia di intelligence ha dichiarato che il ponte è “in uno stato di emergenza”. Le autorità russe hanno inizialmente sospeso il traffico stradale sul ponte, per poi riaprirlo poche ore dopo.

Il ponte, lungo diciannove chilometri e inaugurato nel 2018 dopo l’annessione illegale della Crimea da parte della Russia, è una via di rifornimento cruciale per le forze russe di stanza nel sud dell’Ucraina. E per questo motivo, era già stato oggetto di attenzioni da parte di Kyiv: il ponte era infatti già stato colpito da attacchi ucraini nell’ottobre 2022 e nel luglio 2023, mentre altre volte chiuso preventivamente per motivi di sicurezza. “Il ponte di Crimea è un obiettivo assolutamente legittimo”, ha dichiarato il capo dell’Sbu Vasyl Malyuk, “Il nemico lo usa come arteria logistica per rifornire le sue truppe. Non ci sono stati feriti civili. La Crimea è Ucraina, e ogni manifestazione di occupazione riceverà la nostra dura risposta”.

“L’operazione sottomarina portata avanti dagli operativi del Sbu segue l’onda degli attacchi sistematici a obiettivi remoti e strategici. In questo caso, come già in passato, le operazioni ucraine hanno attaccato uno dei simboli della Russia di Putin con Usv, Uav e azioni di sabotaggio. Rispetto alle precedenti operazioni, gli ucraini hanno dispiegato una sofisticazione tattico-operazionale con combinazione di sistemi e armi contemporanee quasi in assenza di precedenti in termini storici. In questo caso, stando a quanto riportato da fonti ucraine, l’operazione sottomarina si è basata sul dislocamento di esplosivo sotto la superficie con detonazione su punti portanti del ponte. E qualora fosse stato usato un Uuv, l’operazione diverrebbe ancora più rimarchevole”, commenta per Formiche.net Giangiuseppe Pili, assistant professor dell’Intelligence Analysis Program presso la James Madison University e Rusi associate fellow. “Difficile dare un giudizio sull’efficacia dell’azione in sé, ma questo genere di operazioni danno una valenza delle capacità operative a disposizione dell’Ucraina e sulla generale resilienza del Paese. Queste operazioni sono quanto l’Ucraina deve continuare a fare nel suo sforzo bellico”.

La notizia dell’attacco arriva asoli due giorni di distanza dalla messa in atto della massiccia operazione offensive nota come “Ragnatela”, durante la quale i servizi di sicurezza ucraini si sono avvalsi di droni first-person-view fatti entrare di nascosto in territorio russo per colpire delle basi aeree nemiche site ben oltre le linee del fronte (una è locata in Siberia, l’altra nei pressi di Murmansk), distruggendo oltre quaranta velivoli tra bombardieri strategici e sistemi di early warning and control.

Il ponte di Kerch torna ad essere un bersaglio per Kyiv. Ecco cosa sappiamo

Con un’esplosione sottomarina che ha scosso il ponte di Kerch, le forze ucraine hanno dimostrato ancora una volta la loro capacità di colpire obiettivi strategici ben oltre la linea del fronte. L’azione, rivendicata dal servizio segreto ucraino Sbu, rientra in una campagna più ampia di sabotaggi e incursioni a lungo raggio nei confronti dell’apparato bellico russo. “Questo genere di operazioni danno una valenza delle capacità operative a disposizione dell’Ucraina e sulla generale resilienza del Paese. Queste operazioni sono quanto l’Ucraina deve continuare a fare nel suo sforzo bellico”, spiega Giangiuseppe Pili, assistant professor dell’Intelligence Analysis Program presso la James Madison University e Rusi associate fellow

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