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Il Patto migrazione e asilo, argomento molto gettonato da politici e opinionisti, “competenti in materia e non”, è l’insieme di 14 proposte legislative che dovrebbero contribuire alla creazione di un quadro europeo nuovo e duraturo, per gestire l’interdipendenza tra le politiche e le decisioni degli Stati membri e fornire una risposta comune e adeguata all’emergenza migrazione.

Nel dettaglio il pacchetto legislativo contiene tra i vari atti: il regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione comprendente un nuovo meccanismo di solidarietà; una nuova normativa per istituire una procedura di screening alle frontiere esterne; il nuovo regolamento sull’asilo per includervi una nuova procedura di frontiera e rendere più efficaci le procedure; la proposta di regolamento Eurodac per adeguarlo alle esigenze in materia di dati del nuovo quadro dell’Ue per la gestione dell’asilo e della migrazione; creazione di un coordinatore dei rimpatri all’interno della Commissione, appoggiato da una nuova rete ad alto livello per i rimpatri e da una nuova strategia operativa; la definizione di una nuova strategia sui rimpatri volontari e la reintegrazione; supporto di Frontex in materia di rimpatri e sostegno agli Stati membri a livello nazionale; la direttiva riveduta sulle condizioni di accoglienza e del regolamento qualifiche; la revisione della direttiva rimpatri.

Alcune proposte legislative del Patto migrazione e asilo sono state adottate (per esempio la direttiva sulla Blue Card che assiste gli imprenditori per reclutare personale al di fuori della Ue; e la creazione dell’Agenzia per l’Asilo). Per il resto del pacchetto, in alcuni casi è in corso il trilogo e cioè le negoziazioni tra Europarlamento, Consiglio e Commissione per trovare l’accordo su un testo comune, in altri casi è stato trovato l’accordo e gli atti sono pronti per essere adottati. Negli ultimi giorni si è molto parlato del no di Ungheria e Polonia a inserire nelle conclusioni del vertice dei capi di Stato e di governo la parte relativa ai ricollocamenti dei richiedenti asilo tra i Paesi della Ue (in realtà i due Paesi in questione insistono sul fatto che hanno accolto il maggior numero di profughi ucraini).

Quanto accaduto al vertice, ha creato confusione anche nei politici che hanno iniziato a rilasciare dichiarazioni come se il Patto migrazione e asilo fosse sepolto. In realtà tutte le procedure legislative stanno andando avanti, anche i triloghi relativi ai due atti normativi adottati dal Consiglio Giustizia e Affari Interni (Gai) lo scorso 8 giugno, grazie al pragmatismo e all’abile lavoro del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Chi dice che la riforma è stata bloccata e non sta andando avanti, non conosce approfonditamente il diritto comunitario. Il voto del Consiglio europeo (capi di stato e di governo) è stato un segnale politico, per il resto le negoziazioni continuano e la speranza è quella di approvare il pacchetto completo entro la fine dei lavori di questa legislatura europea (marzo-aprile 2024).

A che punto è il Patto migrazione e asilo

Chi dice che la riforma è stata bloccata e non sta andando avanti, non conosce approfonditamente il diritto comunitario. Il voto del Consiglio europeo (capi di Stato e di governo) è stato un segnale politico, per il resto le negoziazioni continuano e la speranza è quella di approvare il pacchetto completo entro la fine dei lavori di questa legislatura europea

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