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Domenica si è svolto il primo turno delle elezioni presidenziali in Guatemala. Tutto sembrava indicare che la candidata di destra ed ex first lady, Sandra Torres, avrebbe vinto senza necessità di ballottaggio. Tuttavia, il voto nullo è stata la prima scelta degli elettori (con il 17,4%), come riferisce l’emittente Bbc, per cui nessun candidato ha ottenuto la maggioranza. L’astensione è stata la più alta della storia, con il 58% dei voti mancanti.

Torres ha avuto solo il 14,9% dei voti, mentre un’altra sorpresa è stato il risultato raggiunto da Bernardo Arévalo, candidato di centrosinistra e figlio dell’ex presidente Juan José Arévalo, con il 12,3% dei voti. Manuel Conde, candidato del partito “Vamos”,  è arrivato terzo con l’8% e Armando Castillo, del partito Viva, con 7,4% è arrivato quarto. Il secondo turno delle elezioni è stato programmato per il 20 agosto.

A vincere domenica è stato lo scontento popolare, segnato dalla rabbia della popolazione del Guatemala contro le ultime denunce per corruzione nello Stato e i casi di frode elettorale. Leader di gruppo di potere indipendente come Carlos Pineda, Thelma Cabrera e Roberto Arzú, infatti, hanno spinto agli elettori a scegliere il voto nullo come protesta.

Ancora una volta, Torres è stata una delle candidate più votate (questa è la terza volta che si presenta alle presidenziali; l’ultima volta, nel 2011, era in corso il divorzio con l’ex presidente Colom per cui non era stata accettata la sua candidatura). Laureata in Scienze della Comunicazione e imprenditrice, è stata first lady durante il governo di Álvaro Colom dal 2008 al 2012.

Nonostante gli scandali per presunto finanziamento illegale del partito nel 2019 e associazione illecita (è stata anche in carcere e ai domiciliari fino alla fine del 2022), Torres è riconosciuta per i suoi programmi in ambito sociale. Come programma di governo ha promesso un salario minimo per le mamme single, l’eliminazione dell’Iva dai prodotti e alimenti di prima necessità e l’elaborazione di una strategia di sicurezza allo stile del presidente de El Salvador, Nayib Bukele, con la militarizzazione di carceri e la costruzione di nuove strutture di massima sicurezza. Il suo punto forte è nel sostegno ricevuto dalle zone rurale e dal voto femminile, e nella trasformazione che ha l’ha spinto da moderata a conservatrice radicale.

Molto inaspettato, invece, il risultato del candidato di centro-sinistra Bernardo Arévalo, che non era tra i primi favoriti nei sondaggi. Laureato in Sociologia, con una nota carriera diplomatica, il candidato è figlio di Juan José Arévalo, il primo presidente del Guatemala votato dopo la rivoluzione del 1944.

Bernardo Arévalo è stato console in Israele, ambasciatore in Spagna e viceministro degli Affari esteri. Oggi è deputato del partito Movimiento Semilla, nato prima come movimento in seguito alle proteste del 2015 che hanno portato alle dimissioni del presidente dalle proteste Otto Pérez Molina, condannato per corruzione.

Arévalo si definisce socialdemocratico e progressista. La sua agenda di governo propone il recupero “urgente” dello Stato di fronte al caos della corruzione, e per questo vuole creare un Sistema Nazionale Anticorruzione per la gestione della cassa pubblica. In caso di diventare presidente vuole costruire nuove autostrade, centri di salute e dare borse di studio agli studenti.

Guatemala, le elezioni tra astensione e vantaggio della destra

Continua il conteggio dei voti ma molto probabilmente i candidati Sandra Torres e Bernardo Arévalo andranno al secondo turno, previsto per il 20 agosto. La carta (vincente) del modello Bukele, la sorpresa della sinistra e la strategia della candidata conservatrice, tra scandali di corruzione e frode finanziaria

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