Skip to main content

Superati questi giorni di tristi anniversari e commemorazioni, visite a Kiev, cyber attacchi (russi),  mentre i campi di battaglia si riarmano gradualmente e la narrazione e le immagini di colpi di mortaio ci rimandano città devastate, corpi straziati abbandonati per le strade, popolazioni in fuga, occorrerebbe forse riflettere sulla nostra insicurezza globalizzata.

L’idea che la sicurezza internazionale potesse reggersi sull’interdipendenza economica e finanziaria è tramontata, ci siamo globalizzati con l’inclusione dei paesi socialisti nel mercato mondiale e ciò ha fatto credere che l’interdipendenza economica creata avrebbe tenuto lontano guerre e conflitti relegandoli ad aree del mondo marginali, dove la conquista di territori era finalizzata ad un diverso posizionamento strategico, all’approvvigionamento di materie prime sempre più essenziali allo sviluppo tecnologico realizzato ed inarrestabile che ha sempre più bisogno di materie prime per progredire,  avrebbe tenuto a distanza la guerra,  quella vera, la guerra di droni e di trincee lontana dalle nostre città.

Il conflitto in corso ci dice, a distanza di un anno, che l’insicurezza è globalizzata e che il rischio di ingovernabilità politica del sistema securitario internazionale basato sull’interdipendenza economico finanziaria è molto alto e le sanzioni non hanno potuto e voluto ad oggi incidere: un’ arma a doppio taglio in un’economia globalizzata.

L’interdipendenza è, anzi, divenuta motivo di insicurezza non solo economica (oscillazioni dei mercati finanziari, fenomeni inflattivi, approvvigionamenti condizionati, produzioni bloccate, poteri d’acquisto minimizzati) e le conseguenze sono ben evidenti nel quotidiano di persone e imprese: difficoltà di affrontare decisioni, di delineare strategie d’impresa, d’intraprendere nuove strade, di selezionare nuove start up, di definire politiche di sicurezza, di percorrere scelte d’integrazione.

Mentre i guru della cyber security annunciano nuovi rischi nazionali e globali di cui sono le prime vittime e/o carnefici, e gli amministratori pubblici creativi disegnano improbabili smart city sostenibili, i sistemi e modelli tradizionali affrontano crisi sistemiche e ritornano d’attualità conflitti sociali, fenomeni microcriminali legati agli inarrestabili flussi migratori, insicurezza urbana, reati predatori, reati connessi all’isolamento e alla solitudine sociale, reati all’interno di contesti familiari.

Qual è l’impatto sui modelli di sicurezza del sistema paese, sulle aziende, sulle infrastrutture critiche? Forse c’è poco da attendersi dagli indicatori economici, dalla dissuasione nucleare, e molto dalla capacità di rileggere errori e ripensare iniziative, strategie; ridisegnare modelli, selezionare, qualificare sulle base di competenze, professionalità, progetti.

Se sostenibilità e digitalizzazione sono i nuovi mantra su cui ripensarci come organizzazioni sociali, noi non possiamo farlo se non attraverso la rilettura di ciò che abbiamo fatto in questi anni pre e post pandemici, pre e post conflitto, si spera, e da ciò che stiamo facendo, ripartendo dal ripensare modelli pubblici e privati sicuri, digitali, sostenibili. Niente proclami e allarmi generici, ci attaccano sulle reti! Continueranno a farlo!, cosa abbiamo costruito intorno a noi? Come funziona? Funziona? Chi gestisce la sicurezza delle imprese? Con quali competenze? Forse allora riusciremo ad uscire dall’insicurezza attraverso la consapevolezza dei rischi, circoscrivendone i perimetri e governandoli.

L'insicurezza globale dopo un anno di guerra. Il punto di Calabrese (Secursat)

Di Giuseppe Calabrese

L’interdipendenza è divenuta motivo di insicurezza tra oscillazioni dei mercati finanziari, fenomeni inflattivi, approvvigionamenti condizionati, produzioni bloccate, poteri d’acquisto minimizzati. Quali risposte tra governance e consapevolezza dei rischi? La prospettiva di Giuseppe Calabrese, ad di Secursat

Salta (per ora) la visita di McCarthy a Taiwan. Tsai andrà negli Usa

Molto probabilmente lo speaker della Camera statunitense incontrerà la presidente taiwanese negli Stati Uniti. L’obiettivo è evitare di offrire un pretesto alla Cina per condizionare ancora più a suo favore lo status quo. E poi c’è il rischio incidenti, in un clima di alta tensione

Non solo Cpac. Ecco gli obiettivi transatlantici di FdI

Il bilancio della visita alla Conservative political action conference di una delegazione di parlamentari di Fratelli d’Italia, che è stata anche ricevuta dall’ambasciatrice Zappia. Marcheschi: “Torniamo dagli Usa con la consapevolezza del prestigio del governo”. Di Giuseppe: “Le relazioni tra Italia e Stati Uniti stanno crescendo sempre più, così come sta accadendo in Medio Oriente e nell’indo-pacifico dopo i viaggi del premier. La Via della Seta? Mi auguro si fermi”.

Anche l’insuccesso è vincente. Alla Fondazione Guido Carli, parola alle donne

Le lezioni magistrali di Claudia Parzani e Beatrice Venezi in un’occasione simbolica, nella “Giornata europea dei Giusti” del 6 marzo, e a trent’anni dalla scomparsa del grande economista Guido Carli. Romana Liuzzo ha dato inizio a un programma che si concluderà il 5 maggio, al Teatro dell’Opera, con la quattordicesima edizione del Premio Guido Carli

Quel delirio di onnipotenza che ha tradito il nuovo zar. Il commento di De Tomaso

L’Europa deve riflettere sulla sua passata sudditanza nei confronti di Mosca e sulla sua precedente rischiosa strategia energetica. Il commento di Giuseppe De Tomaso

Come si nomina il direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale

Ieri sera Roberto Baldoni si è dimesso dalla guida dell’autorità che guidava fin dal momento della sua costituzione, nell’agosto 2021. Ora tocca al presidente Meloni, con il sottosegretario Mantovano, indicarne il futuro

La politica deve agire per evitare la "supplenza" dei pm. Scrive Sisci

Dovrebbe essere nell’interesse del governo attuale e dell’opposizione che domani vuole governare stemperare le punte dello scontro, e per questo sarebbe bene che i leader si assumessero le responsabilità degli errori. Altrimenti sarà sempre la magistratura a occuparsene. Il commento di Francesco Sisci

Mire cinesi sul porto di Genova. Cosco si fa avanti per le aree ex Ilva

Il colosso statale di Pechino, cruciale nel progetto Via della Seta del leader Xi, non ha presentato un progetto dettagliato, ma una lettera in cui dichiara di condividere la volontà dell’amministrazione di destinare nuove aree alla logistica

L’Italia, partner ovvio per il patto indo-abramitico. Il commento di Kaush Arha

Di Kaush Arha

Mentre il centro geopolitico e geoeconomico del mondo si sposta verso l’indo-pacifico, l’Italia, nel centro del Mediterraneo, ha un margine di manovra importante nell’ottica di stringere forti legami commerciali, diplomatici e di difesa con le economie dell’oceano Indiano e del Pacifico. Le nazioni del Golfo si offrono poi come ponte ottimale per riunire le economie del Mediterraneo e quelle dell’indo-pacifico. Per tale fine, l’I2U2 è un moltiplicatore di forze di portata trasformativa. L’analisi di Kaush Arha, senior fellow presso l’Atlantic council e il Krach institute for Tech diplomacy della Purdue University

Israele pronto all'attacco contro l'Iran? Intanto Austin va in Medio Oriente

Rumors su un attacco israeliano in Iran, polemica tra Netanyahu e Grossi (Iaea), Teheran sempre più isolata. Tutto mentre il capo del Pentagono Austin viaggia verso il Medio Oriente per parlare con i partner locali e l’Italia approfondisce il dialogo con Gerusalemme

×

Iscriviti alla newsletter