Skip to main content

Si è conclusa poche ore fa “Zapad-2025”, l’esercitazione militare congiunta organizzata dalla Russia e dalla Bielorussia su base quadriennale (così da intervallarsi con le altre principali manovre d’addestramento di Mosca, ovvero Kavkaz, Tzentr e Vostok) che, secondo le dichiarazioni ufficiali rilasciate dai funzionari dei Paesi coinvolti, ha visto la partecipazione di circa 13.000 effettivi alle manovre. Numeri alquanto ridotti, specie se comparati a quelle del passato: in occasione dell’ultima esercitazione Zapad, tenutasi nel 2021, erano stati schierati circa 200.000 soldati. Ma allora, il conflitto su larga scala in Ucraina non era ancora scoppiato. Anzi, la stessa esercitazione fu utilizzata come “copertura” per spostare importanti quantità di soldati verso il confine con l’Ucraina.

La scelta di schierare un numero più contenuto di soldati è vero similmente collegata al conflitto in corso, con Mosca che da una parte dispone di riserve di personale in servizio molto più scarse rispetto a quattro anni fa, e dall’altra non vuole causare eccessive tensioni con i Paesi Nato al confine (soprattutto visto che le esercitazioni hanno preso il via a poche ore di distanza dallo sconfinamento di alcuni droni russi nello spazio aereo polacco, vicenda che non è stata accettata di buon grado da Varsavia e dalla Nato). Questa seconda versione sembra essere stata confermata dal Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate Bielorusse, il Generale Paval Muraveika, secondo cui si sarebbe appositamente deciso di allontanare le esercitazioni dai confini occidentali e meridionali della Bielorussia per evitare inconvenienti di sorta.

La durata di Zapad è stata di cinque giorni, da venerdì 12 a martedì 16 settembre. A terra, le manovre si sarebbero concentrate presso la città di Barysaw, sita a circa 74 chilometri a nord-est della capitale della bielorussa, e nella regione di Grodno, al confine con la Polonia e la Lituania, oltre che in alcune aree di territorio russo. Le esercitazioni hanno simulato operazioni di respingimento degli attacchi nemici, oltre che la conduzione di attacchi missilistici su obiettivi a terra. La Bielorussia ha anche confermato che saranno effettuate esercitazioni in preparazione all’uso dei missili russi Oreshnik a capacità nucleare. Per quel che invece riguarda il mare, sono stati effettuati dispiegamenti navali nel Mar Baltico, nel Mare di Barents (dove la fregata Admiral Golovko ha effettuato un test con un missile ipersonico Zircon) e nell’Oceano Artico.

A Zapad 2025 non hanno però preso parte soltanto i contingenti di Russia e Bielorussia. Secondo quanto riportato dai media, alle esercitazioni hanno partecipato anche truppe provenienti da Iran, Bangladesh, Burkina Faso, Repubblica Democratica del Congo, Mali, oltre che l’India. Nuova Delhi ha infatti inviato un contingente di 65 soldati in territorio bielorusso per prender parte alle manovre, che secondo il ministero della difesa indiano rappresentano una “preziosa opportunità di affinare le capacità operative congiunte, integrare le tecnologie emergenti e operare in un ambiente di combattimento multinazionale”. La partecipazione ad esercitazioni militari organizzate da altri Paesi segnala una vicinanza a questi ultimi, e la decisione dell’India id partecipare a Zapad 2025 poche settimane dopo la partecipazione di Narendra Modi alla kermesse della Shangai Cooperation Organization ha fatto alzare qualche sopracciglio ad Occidente.

“Siamo rimasti più che sorpresi. La partecipazione indiana a Zapad è preoccupante”, ha affermato in forma anonima un alto diplomatico dell’Ue, “È un problema per noi”. Anitta Hipper, portavoce per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha invece dichiarato che le “preoccupazioni della Commissione europea sono state comunicate direttamente alle autorità indiane […] La partecipazione dell’India alle esercitazioni militari Zapad, sebbene a un livello molto inferiore rispetto a quanto inizialmente previsto, invia un segnale sbagliato. A maggior ragione se si considera che la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina… rappresenta una minaccia esistenziale per la sicurezza europea”. Difficile non pensare che dietro questo “palesato” avvicinamento a Pechino e a Mosca (con cui bisogna ricordare che l’India mantiene storicamente importanti legami nella dimensione della Difesa) non sia una conseguenza più o meno diretta delle tensioni registrate nelle ultime settimane tra Nuova Delhi e Washington.

 

Mosca, Minsk, ma anche Nuova Delhi. Una fotografia di Zapad 2025

La nuova edizione di Zapad ha lasciato da parte i numeri record del 2021, nel tentativo di limitare i danni diplomatici (o di nascondere il peso della guerra). Fa discutere la presenza del contingente indiano, piccolo ma simbolico

Il richiamo del Papa e l'impasse dopo l'Alaska. Le provocazioni russe e le risposte Nato

La precisazione del Santo Padre non è casuale, ma utile per ricomporre un quadro unitario fatto di cause ed effetti in un momento in cui la frammentazione (anche) comunicativa non aiuta. È la Russia che ha aumentato la tensione con la Nato dopo che uno sciame di droni russi ha sorvolato la scorsa settimana la Polonia. Come non aiuta la nuova esercitazione congiunta Russia-Bielorussia, che ricorda per movenze e numeri quella del 2022 che precedette di poco l’invasione russa dell’Ucraina

Il fronte sud si scalda. Così Israele ha aumentato l’attività contro gli Houthi

Israele sta colpendo con maggiore assiduità in Yemen. Lo scambio di attacchi conferma che lo scontro con il movimento filo-iraniano si sta intensificando, spiegano fonti militari operative nella regione. E l’intelligence funziona meglio

Come va costruita la riforma elettorale che serve (davvero) al Paese. Scrive Bonanni

Una riforma elettorale degna di questo nome dovrebbe ricostruire il legame tra rappresentanti e rappresentati, costringere i partiti a selezionare la propria classe dirigente nella competizione vera, rilanciare alleanze tra forze che abbiano obiettivi realmente comuni. L’opinione di Raffaele Bonanni

Il fantasma di Wirecard riappare a Mosca. Chi è Jan Marsalek

Dopo il crac Wirecard, Jan Marsalek riemerge a Mosca sotto protezione russa: identità false e accessi alla Lubyanka. L’inchiesta congiunta The Insider, Der Spiegel, ZDF e Der Standard

Meloni fa rete con le destre di Cile e Perù. Kast a Palazzo Chigi

In corsa per la quarta volta per la carica di presidente, il leader del Partito Repubblicano cileno è stato ricevuto a Palazzo Chigi. Kast ha nel suo Dna una serie di valori comuni con Giorgia Meloni. Ecco quali

Robert Redford, l’Oscar che interpretava gli ideali della sua vita

Era l’incarnazione di un ideale hollywoodiano mai realmente materializzatosi compiutamente perché schiacciato dal business:  bellezza e talento, carisma e integrità, successo, impegno civile e anima indipendente. Robert Redford, attore, regista e produttore, ha attraversato oltre mezzo secolo di cinema americano portando in scena il lato più riflessivo dell’eroe, l’impegno morale dell’idealista, la fragilità dietro al sorriso. Il ricordo di Gianfranco D’Anna

Washington sfida l’influenza cinese nei porti strategici del mondo

Washington lancia un piano globale per ridurre l’influenza cinese nei porti strategici, fornendo incentivi a investitori occidentali e riesaminando i nodi marittimi critici. Il progetto punta a tutelare la supply chain e limitare i rischi di spionaggio o blocchi in caso di crisi

Costa da Meloni, così l'Ue prova a ripartire su Nato, guerre e green deal

A Palazzo Chigi Antonio Costa e Giorgia Meloni hanno fatto il punto sulle urgenze “belliche”, come Gaza e Ucraina, ma anche su temi interni come l’automotive e gli spunti draghiani. L’intenzione è giungere ai vertici di inizio ottobre con un quadro chiaro delle iniziative da intraprendere, per non smarrire priorità e obiettivi programmatici

Trump colpisce l'India, ma fa il gioco dell'Europa. Report Ecipe

La guerra commerciale ha coinvolto anche la terza economia globale, riavvicinatasi alla Cina dopo anni di gelo. E questo apre a potenziali nuovi accordi con il Vecchio continente. Ecco perché secondo lo European centre for international political economy

×

Iscriviti alla newsletter