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Varsavia ha deciso di blindarsi. Non solo al confine con la Bielorussia, chiuso per motivi di sicurezza nazionale o ipotizzando no fly zone al confine con la Romania, ma nelle sue architetture digitali e nel proprio cyberspazio, privato e pubblico. Secondo il viceministro per gli affari digitali, Dariusz Standerski, la Polonia subisce tra i 20 e i 50 tentativi quotidiani di sabotaggio informatico riconducibili a Mosca, come riportato dal Financial Times. Il bilancio evidenzia come il 99% degli attacchi venga respinto abilmente dalle agenzie di sicurezza polacche e come i colpi a segno mirino a danneggiare infrastrutture critiche, ospedali e sistemi idrici urbani. Per questo, il governo Tusk ha deciso di portare a un miliardo di euro il budget per la cybersicurezza nel 2025, contro i 600 milioni dell’anno scorso, tra cui 80 milioni per proteggere le infrastrutture idriche e coinvolgere le amministrazioni locali. 

La scorsa settimana droni russi hanno violato lo spazio aereo polacco, intercettati da caccia polacchi e Nato. La prima volta che l’Alleanza abbatte direttamente asset russi dall’inizio della guerra in Ucraina, mobilitando media ed opinione pubblica. Oltre alle percezioni, i numeri. Nell’ultimo mese Varsavia ha denunciato un’intensificazione delle interferenze Gps provenienti da Kaliningrad, con oltre trenta episodi in un anno. Mentre ieri sera, due cittadini bielorussi sono stati arrestati con un drone sopra il palazzo presidenziale, i valichi con la Bielorussia sono chiusi a causa dell’esercitazione militare Zapad, vicina – e molto – ai confini europei. 

Attacchi cibernetici, utilizzo di droni, disturbi elettronici e provocazioni militari, che impattano sulle percezioni dell’opinione pubblica europea, testano il meccanismo burocratico Eu e Nato la sua capacità di risposta operativa e spingono Varsavia a rafforzare il coordinamento con gli alleati Nato e a blindare il fianco est dell’Alleanza.

Oltre al dominio cibernetico, il grande gioco si muove attraverso la manipolazione delle percezioni, spionaggio usa e getta tramite asset collegati a Mosca (ma non cittadini) e la lenta erosione dell’opinione pubblica polacca – già divisa riguardo i sussidi ai rifugiati ucraini – ed europea.  

Così, il gioco delle ombre intensifica l’attività sul fronte Est, tra le elezioni in Moldavia, le interferenze in Estonia e Norvegia, i tentativi di destabilizzazione del controverso governo serbo, l’integrità e la credibilità del fronte polacco. Tanti tasselli sparsi nello spazio e nel tempo, un solo mosaico. Guerra ibrida da manuale. 

 

Varsavia blinda il cyberspazio e rafforza il fianco est della Nato

In Polonia, disturbi elettronici, operazioni di spionaggio, cyberattacchi e provocazioni militari puntano alla manipolazione delle percezioni e all’erosione del consenso politico sul fianco Est dell’Alleanza e dell’Europa

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