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La visita di del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, a Washington convincerà il Congresso degli Stati Uniti non solo a proseguire con il supporto a Kiev, ma anche a fornire sistemi d’arma avanzati e a lunga gittata. L’opinione di Kurt Volker, già ambasciatore americano presso la Nato e Distinguished Fellow presso il Center for European Policy Analysis

Perchè gli Stati Uniti si sono mostrati riluttanti nel fornire sistemi d’arma a lungo raggio per parecchio tempo?

Innanzitutto, gli Stati Uniti hanno fornito decine di miliardi di dollari di armi all’Ucraina. Aiuti che hanno fatto davvero la differenza. Oltre a fornire proiettili di artiglieria che possono raggiungere gli 80 chilometri. Questo ha fatto un’enorme differenza nell’aiutare l’Ucraina a riconquistare il territorio. Quindi gli Stati Uniti hanno fatto molto. Ma, come lei ha detto, gli Stati Uniti sono stati riluttanti a fornire sistemi d’artiglieria a più lunga gittata, che arrivano a circa 300 chilometri.

Inizialmente, l’idea era che non volevamo che l’Ucraina attaccasse all’interno del territorio russo. Mostravamo un po’ di moderazione per far sì che anche i russi non esagerassero, ma questa argomentazione non ha più alcun senso. Intanto perché i russi sparano ora da territori dove gli ucraini non possono raggiungerli, quindi hanno bisogno di un raggio d’azione più lungo. Il secondo motivo è che la Russia sta conducendo attacchi contro le infrastrutture energetiche civili, come vediamo con la popolazione lasciata al buio e al freddo. Spero che la visita di Zelensky di oggi porti alla decisione negli Stati Uniti di fornire sistemi a più lungo raggio.

Esiste il timore che il nuovo Congresso eletto non garantirà lo stesso livello di supporto a Kiev.

Credo semplicemente che non sia vero. Il Congresso ha sostenuto l’Ucraina ancor più dell’amministrazione presidenziale e in modo bipartisan, con repubblicani e democratici al Senato. Infatti, in questo attuale pacchetto di aiuti, l’amministrazione ha richiesto 38 miliardi di dollari per l’Ucraina, e sono stati i repubblicani al Senato ad aumentarli a 45 miliardi, quindi c’è un forte sostegno da entrambe le parti. Ci sono persone sia nel Partito Repubblicano che in quello Democratico, ai margini, che criticano questa scelta, ma non rappresentano la maggioranza del partito.

Come crede che evolverà il conflitto nel prossimo futuro?

Penso che nei prossimi mesi sarà molto simile a quanto vediamo già oggi. Gli ucraini che colpiscono i rifornimenti russi e rendono difficile il sostentamento delle forze russe con i conseguenti progressi sul terreno. Nel frattempo, i russi continuano a colpire con i missili obiettivi in Ucraina, cercando di mettere fuori uso le infrastrutture civili. Continuerà così, sarà molto dura per la popolazione ucraina. Ma la Russia non è in grado di vincere questa guerra. Ha dimostrato di non poter più avanzare. E credo che nei prossimi mesi la situazione sarà la stessa, alla fine gli ucraini arriveranno di nuovo al Mare d’Azov e si spingeranno più a est nella regione del Donbass. La Russia alla fine dovrà accettare il ritiro delle forze.

Vede una via d’uscita per la Russia?

Non ancora. E non sono sicuro che sarà Putin a mettere in atto una strategia di uscita. Penso che si sia impegnato a conquistare l’Ucraina a qualunque costo. Si creerà una tensione all’interno della Russia, dove lui continuerà a spingere per prendere di più e combattere di più, senza riuscire a vincere. E penso che questo porterà al una rottura a un certo punto, con un avvicendamento di potere.

Esiste un rischio nucleare?

Non posso escluderlo. La Russia ha armi nucleari ed è possibile che le usi. Penso che sia improbabile per una serie di ragioni. Prima di tutto, non otterrebbe vantaggi militari. In secondo luogo, nessuno sta cercando di conquistare la Russia, non stanno sconfiggendo un aggressore. Al contrario, stanno cercando di conquistare il territorio ucraino. Ma se si usano armi nucleari, il territorio stesso diventa inabitabile. Poi diversi altri Paesi del mondo hanno detto che qualsiasi uso di armi nucleari è inaccettabile. Se le utilizzassero, i russi scatenerebbero conseguenze imprevedibili e difficilmente gestibili. Per questi motivi non penso che faranno ricorso a questa opzione.

Zelensky otterrà tutto il sostegno possibile. La previsione di Volker (Cepa)

La visita del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Washington convincerà il Congresso degli Stati Uniti non solo a proseguire con il sostegno a Kiev, ma anche a fornire sistemi d’arma avanzati e a lunga gittata. E sul rischio nucleare… L’opinione di Kurt Volker, già ambasciatore americano presso la Nato e Distinguished Fellow presso il Center for European Policy Analysis

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