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Il colpo d’occhio, nella grande sala della Nuvola di Fuksas, non era di quelli banali. Oltre 5 mila sindaci provenienti da tutti Italia, circa 200 cronisti e due terzi di governo, dal premier Giorgia Meloni, ai ministri Adolfo Urso, Giancarlo Giorgetti, Paolo Zangrillo, Raffaele Fitto, Matteo Piantedosi, tanto per citarne alcuni, fino al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e a quello del Senato, Ignazio La Russa. Oltre ai padroni di casa, il ceo Matteo Del Fante e la presidente Bianca Maria Farina.

Non mancava certo la scenografia e la presenza delle istituzioni nel giorno in cui Poste Italiane ha alzato il velo sul progetto Polis, un riassetto su larga scala di buona parte degli uffici postali dislocati sul territorio nazionale. In un’Europa che cambia alla velocità della luce, sempre più digitale e disintermediata, un Paese di borghi e campanili che invecchia, come l’Italia, non può esimersi dal mettere mano a quello che è ancora oggi il punto di contatto tra cittadino e Stato: lo sportello postale.

NUOVI SPORTELLI PER NUOVA PA

Ed ecco allora la filosofia del progetto, finanziato per 800 milioni grazie ai fondi del Pnrr e per altri 400 dallo stesso gruppo di Viale Europa: realizzare in quasi 7 mila uffici postali, siti in comuni sotto i 15 mila abitanti, uno sportello unico per i servizi legati alla Pubblica amministrazione. Obiettivo, semplificare al massimo la vita dei cittadini e dei contribuenti, rafforzando e connettendo il territorio, anche e non solo nelle zone più marginali. Il punto di forza dello sportello unico, infatti, sta nella forte impronta digitale e innovativa dei servizi offerti, dai pacchi ai pagamenti, fino alla ricarica delle auto elettriche.

Tutto questo per trasformare l’ufficio postale del borgo italiano, così come lo si conosce fino ad oggi, in un nuovo erogatore di servizi, in grado di rendere più facile la vita a chi ancora non ha troppa dimestichezza con le innovazioni della Pubblica amministrazione. Non solo, anche al fine di fluidificare l’approccio al nuovo sportello Poste, che lo scorso anno ha registrato un utile netto di 797 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto ai 325 milioni del 2020, anno su cui ha inciso la variabile pandemica, e ha altresì previsto un’apposita formazione del proprio personale, affinché quest’ultimo possa affiancare i cittadini.

Guardando ai numeri, negli uffici Polis, che diventeranno 1.500 entro la fine dell’anno, saranno installati 7.000 Atm Postamat, 4 mila postazioni per l’erogazione dei servizi pubblici, 500 lockers per la consegna dei pacchi. Saranno poi allestiti anche 5 mila colonnine di ricarica per veicoli elettrici e 1000 spazi esterni per iniziative culturali. Sarà creata anche una rete di coworking composta da 250 siti, gli Spazi per l’Italia, in immobili di Poste.

UNA QUESTIONE DI DIRITTI

Il senso della vasta operazione messa in campo da Poste (nove comuni su dieci in Italia hanno meno di 15 mila abitanti), è stata spiegata alla platea dal presidente Farina. “Garantire a tutti stessi diritti, stesse opportunità, stessi servizi e stessa qualità della vita. Per questo abbiamo avviato il progetto Polis. La storia ed il futuro della nostra azienda saranno sempre al servizio dell’Italia e di tutti gli italiani, Poste ha accompagnato la nazione fin dalla sua fondazione rispecchiandone i valori e accompagnandone le trasformazioni contribuendo a determinarne il progresso”.

Il governo da parte sua non ha mancato di evidenziare la sua soddisfazione per il progetto Polis. Il premier Meloni ha in tal senso sottolineato come “i sindaci oggi più di ieri sono la prima fila dell’impegno politico. Sono arrivata a fare il presidente del consiglio, non sono riuscita a fare il sindaco. Una cosa così facile non è. Il sindaco non può quasi mai contare su risorse e strumenti necessari. Una sfida che è più impegnativa per chi è sindaco in un comune al di sotto dei 15 mila abitanti”.

“Sono contenta di essere qui in una sala composta da sindaci di comuni sotto ai 15 mila abitanti, li ringrazio per la creatività con cui fanno del proprio meglio per dare risposte ai cittadini e a loro e a tutti i primi cittadini d’Italia voglio ribadire anche l’impegno del governo a fare tutto quello che possiamo per rendere più facile quel compito: dalla digitalizzazione alla semplificazione. Di fronte alle sfide, tutti i livelli istituzionali devono darsi aiuto a vicenda. Nell’attuale congiuntura in cui siamo chiamati a operare non c’è spazio per i personalismi, per le piccole beghe politiche, bisogna lavorare tutti insieme con lealtà e rispetto delle differenze. Il progetto Polis risponde a mio avviso proprio a questa necessità di fornire strumenti adeguati, in un tempo complesso, ai comuni per avvicinare le istituzioni ai cittadini. Si tratta di un progetto importante, vale 1,2 miliardi, ed è un modello di collaborazione a 360 gradi tra un’azienda strategica e l’amministrazione centrale e locale dello Stato”.

Secondo Adolfo Urso, ministro per le Imprese e il made in Italy, poi, “il progetto Polis di Poste Italiane supplisce in molti casi, nelle aree bianche, alle difficoltà di accesso alla rete internet che noi siamo impegnati a colmare con il progetto di rete nazionale a controllo pubblico che dovrà servire anche l’ultimo borgo”. L’ex presidente del Copasir ha poi rilanciato la necessità di chiudere al più presto la partita per la rete unica, con i conseguenti investimenti nella fibra. “Serve la piena realizzazione della rete a banda larga  affinché sia possibile anche per i piccoli borghi di cogliere le opportunità dello sviluppo tecnologico e del lavoro a distanza”.

“I sindaci sanno meglio di noi quanto conta il processo di digitalizzazione per ridurre i divari sociali del Paese. Con questo progetto sono stati creati tutti gli strumenti per raggiungere i massimi livelli di inclusione sociale, questa è la giusta direzione di marcia. Polis è un progetto ambizioso che avvicina i cittadini al digitale e li mette in condizione di usufruire di servizi che oggi, per l’insufficiente capillarità degli sportelli bancari e degli uffici pubblici, sono diventati difficili da raggiungere. Ed è un mezzo di contrasto allo spopolamento dei piccoli comuni che insieme al calo demografico rappresenta una vera e propria emergenza per l’Italia”.

Le conclusioni sono state affidate al ministro dell’Economia, Giorgetti. “Per poter migliore la vita dei cittadini e delle imprese abbiamo bisogno non solo di meno burocrazia ma anche di buona burocrazia. In questo caso si è agito bene in tutti i due sensi. Quando ad ottobre il presidente del Consiglio ha illustrato al Parlamento le linee programmatiche del Governo ha ricordato infatti che è il fermo impegno dell’esecutivo procedere ad una strutturale semplificazione e di regolamentazione dei procedimenti amministrativi per dare stimolo all’economia, alla crescita e agli investimenti. Il progetto Polis si inserisce a pieno titolo nell’obiettivo di una migliore burocrazia e di una semplificazione della macchina amministrativa italiana”.

 

Poste si fa smart. Il progetto Polis a prova di burocrazia

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