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Sta succedendo. Era lo scorso mese di giugno quando questo giornale sollevava il caso delle piccole case automobilistiche cinesi travolte, proprio dentro le mura domestiche, dalla concorrenza spietata di Byd. Sussidi di Stato a senso unico, concentrati su di un unico costruttore hanno finito con il creare una mostruosa distorsione di mercato.

Oggi in Cina c’è un unica casa automobilistica in grado di mettere in pratica l’ambizione di Xi Jinping di fagocitare le industrie occidentali. Ed è proprio Byd che, grazie a un sostegno pubblico senza precedenti, può vendere ogni vettura a prezzi scontati, dentro o fuori la Cina fa poca differenza. E alla concorrenza restano le briciole. Un capolavoro di goffaggine politica che ha scatenato l’ira delle varie case competitor, da Geely a Great Wall.

Ora arriva la certezza che il mercato dell’auto globale non sarà più lo stesso. La stessa Byd ha infatti previsto in queste ore un vero e proprio bagno di sangue nell’industria automobilistica cinese, avvertendo che circa 100 case automobilistiche stanno per essere spazzate via. “Senza la possibilità di offrire sconti per attirare clienti, alcuni dei produttori di apparecchiature originali saranno espulsi”, ha dichiarato Stella Li, vicepresidente esecutivo di Byd, a margine del salone dell’auto di Monaco. “Anche 20 operatori sono troppi”, ha aggiunto la numero due di Byd, facendo capire che di costruttori ne rimarranno in piedi soltanto pochi in Cina.

Parole che però suonano come una beffa, anche nei confronti delle case europee che lottano per la sopravvivenza. Se Byd può vendere auto elettriche a prezzi al di sotto del mercato è solo ed esclusivamente grazie ai generosi sussidi concessi da Pechino. Senza quei soldi, anche l’industria del Vecchio continente avrebbe maggiori possibilità di resistere alla marea cinese. Le parole della vicepresidente della casa di Shenzhen vanno comunque prese sul serio. Dei 129 marchi cinesi che vendono veicoli elettrici e ibridi nel 2024, la società di consulenza AlixPartners stima che 15 rimarranno finanziariamente sostenibili entro il 2030.

Tutto questo mentre prosegue la penetrazione di Byd nell’Italia. A pochi giorni dalla discussa campagna pubblicitaria a mezzo stampa e con tocco polemico verso il governo italiano, il costruttore ha infatti scelto Milano per rafforzare la sua presenza in Europa. Ma non sarà un semplice quartier generale, ma un vero e proprio hub che ospiterà anche il Centro Stile europeo, con oltre 50 postazioni in open space e una virtual room dedicata alla progettazione. Ubicata nel centro della città meneghina, in Via Quadrio, tra Piazza Gae Aulenti e Porta Garibaldi, aprirà i battenti entro fine di settembre. Tutti avvisati.

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