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Un’ombra di estrema destra incombe sul semestre di presidenza svedese del Consiglio dell’Unione europea, scrive Politico. Le elezioni generali di settembre hanno lasciato il nuovo premier di centrodestra, Ulf Kristersson, dipendente dall’estrema destra, euroscettica e con radici neonaziste, dei Democratici di Svezia che ammiccano all’Ungheria di Viktor Orbán. E ciò, spiega la testata, “ha messo in dubbio la capacità di Stoccolma di mantenere lo slancio sui dossier chiave che si stanno accumulando nel cassetto dell’Unione europea”.

La Svezia prende il testimone dalla Repubblica Ceca e lo lascerà a luglio alla Spagna. I diplomatici svedesi a Bruxelles hanno assicurato ai loro colleghi che la loro presidenza sarà gestita a Bruxelles e non a Stoccolma, racconta Politico. Alcuni sono stati rassicurati. Altri no. Iratxe García Pérez, leader del gruppo dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo, ha twittato dopo un recente viaggio a Stoccolma: “Ho espresso la mia preoccupazione per l’influenza negativa che l’estrema destra dei Democratici di Svezia avra non solo sul governo svedese, ma anche sulla presidenza svedese dell’Unione europea a partire da gennaio”.

Le priorità del semestre svedese sono quattro: sicurezza; competitività; transizioni verde ed energetica; valori democratici e Stato di diritto. Parlando al Riksdag, il parlamento svedese, il premier Kristersson ha presentato il programma partendo dall’invasione russa dell’Ucraina. “Ha infranto la pace in Europa, ha costretto milioni di persone a fuggire e ha contribuito all’impennata dei prezzi dell’energia e dell’inflazione che si ripercuote sulle famiglie e sulle imprese di tutto il continente”, ha detto. “Costruire la sicurezza per i cittadini dell’Unione europea, rafforzare il sostegno all’Ucraina e affrontare la transizione climatica sono ora compiti cruciali. Durante la presidenza svedese, daremo inoltre priorità al mantenimento di una forte leadership europea nella transizione verso un’economia senza combustibili fossili e a un’agenda chiara per stimolare la competitività”, ha spiegato. Un dettaglio importante è che le aree d’interesse sono state concordate in parlamento da tutti i partiti: potrebbe cambiare toni e posizioni su questioni simboli dell’estrema destra come l’immigrazione ma la guerra in Ucraina e le difficoltà economiche (il Paese sembra avviarsi verso una recessione) sembrano destinate a dettare l’agenda.

Non a caso, il premier ha dato molto spazio alla guerra nel suo discorso. “L’unità che l’Unione europea ha dimostrato da quando la Russia ha lanciato la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina è un punto di forza”, ha detto. “Siamo interconnessi e siamo migliori insieme. E l’Unione europea è uscita rafforzata dalle crisi passate. Lo faremo di nuovo”, ha assicurato.

Inevitabile che la sicurezza sia al centro dell’agenda del semestre della Svezia nella prima metà di un anno che potrebbe portare all’ingresso del Paese, assieme alla Finlandia, nella Nato. A tal proposito, hanno scritto gli analisti del centro studi britannico Chatham House, “esiste un ampio consenso sul proseguimento del cammino verso l’adesione alla Nato e questa è la prima priorità del nuovo governo”, il cui premier è stato in visita al quartier generale dell’Alleanza atlantica solo due giorni dopo il suo insediamento. “Un altro indicatore della sua importanza è il fatto che la Svezia sta aumentando la spesa per la difesa fino al 2% del prodotto interno lordo, anche più velocemente di quanto previsto in precedenza”. Inoltre, i negoziati con la Turchia “potrebbero essere più facili con questo governo, dato che il governo precedente aveva rapporti particolarmente stretti con i gruppi curdi in Svezia e questo non era stato accolto con favore da Ankara”, si legge nello stesso rapporto.

(Foto: Johannes Frandsen, Regeringskansliet)

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