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Non era facile confrontarsi con un ministro che passa per essere un falco tra i falchi. Quel Christian Lindner a capo delle Finanze tedesche che in queste ore ha avuto un primo scambio di vedute con Giancarlo Giorgetti, che guida il dicastero italiano più importante, l’Economia (qui l’articolo con tutti i dettagli del recente intervento del numero due della Lega alla Giornata del Risparmio organizzata dall’Acri). Eppure, a giudicare dalla stringata nota diffusa dal Tesoro al termine del bilaterale berlinese, la missione per portare a casa un primo risultato sembra essere riuscita.

A poche ore dalla prima trasferta europea di Giorgia Meloni, il titolare di Via XX settembre incassa un risultato che ha la sua valenza, specialmente in ottica di collaborazione e sinergia tra la prima e la seconda manifattura europea. Ambedue alle prese con un problema tutto sommato comune a tutta l’Unione ma che per due Paesi dall’indiscussa e storica forza industriale, rappresenta molto più di un cruccio: l’inflazione. Al 10,4% per Berlino, all’11,9% per Roma, valori per ambo le parti ai massimi dagli anni 80.

Non è un caso che dal comunicato del Tesoro emergano delle assonanze. “Al centro dei colloqui tra Giorgetti e Lindner, le problematiche dei rispettivi Paesi in relazione alle conseguenze su famiglie e imprese dell’aumento dei costi energetici. Il ministro italiano, dopo aver ricordato l’importanza dei buoni rapporti tra Italia e Germania anche in virtù dei numerosi comuni interessi economici, ha sottolineato che il rallentamento dell’economia e l’andamento dell’inflazione rappresentano le emergenze che i governi europei devono affrontare”. Una certa consapevolezza che di rincari si muore, anche se si è la Germania.

Oggi i dati sull’andamento del Pil raccontano un film leggermente diverso da quando Berlino dettava legge in Europa. E cioè che nel terzo trimestre del 2022 l’Italia ha nuovamente sorpreso tutti, con un’accelerazione del Pil ancora dello 0,5%, il più forte incremento tra i Paesi dell’Eurozona. La Germania si è invece fermata a +0,3%, la Francia e la Spagna entrambe a +0,2%. Tanto vale combattere insieme inflazione presente e futura, con un occhio alla per ora inevitabile recessione prevista per il 2023.

Un secondo passaggio del comunicato, cita non casualmente la recente mossa tedesca di mettere sul piatto 200 miliardi di euro per fermare la corsa dei prezzi, dopo aver affossato il price cap (quello originario, che ha poco a che vedere con quello dinamico, ancora in stand by). “L’incontro ha anche permesso di approfondire le ultime misure del governo tedesco, illustrate da Lindner, per contrastare gli aumenti dei prezzi energetici. Giorgetti ha evidenziato l’importanza che l’Ue abbia una politica e una strategia energetica comuni maggiormente incisive”. Serve, insomma, tornare a serrare i ranghi in Europa e il dialogo con Berlino ne è l’architrave.

Certo, Lindner rimane un falco duro e puro, come dimostra tra le altre cose la sua recente contrarietà alla possibilità di emettere nuovo debito comune, sulla falsariga del Sure (il fondo pandemico per il lavoro), per finanziare la lotta alla crisi energetica e al surriscaldamento dei prezzi. E questo sempre perché Berlino teme che il debito italiano finisca per essere scaricato sulle finanze tedesche, indubbiamente più sane. Ma Giorgetti (che la prossima settimana incontrerà il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire) sa quanto il rapporto italo-tedesco sia vitale per una ricomposizione dell’Europa, uscita divisa dal confronto sul tetto al prezzo del gas. Il rapporto con la Germania è, insomma una priorità, come potrebbe anche dimostrare anche la riapertura della gara per la cessione di Ita e conseguente sussulto di Lufthansa. Così come con gli Stati Uniti (con Janet Yellen, segretario al Tesoro, ci sono già i primi contatti in vista del G20 dell’economia).

Giorgetti incontra Lindner il falco. E getta le basi per il rapporto con Berlino

Dal vertice berlinese tra il ministro dell’Economia italiano e il responsabile delle Finanze tedesche Lindner emerge una prima convergenza verso la lotta alla crisi energetica e la necessità di un’Europa più solidale. Tra una settimana l’incontro con l’omologo francese, Bruno Le Maire

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