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Un pezzo di finanza russa saluta, forse per sempre, una delle terre più ricche del globo, il Golfo, per rivolgere le sue attenzioni al Dragone. Succede con Sberbank, la principale banca di Stato dell’ex Urss, alle prese con non pochi guai in casa. A cominciare dal deprezzamento del rublo imputabile, come raccontato da Formiche.net, dai primi segni di cedimento dell’export di petrolio e gas. Ma anche sulla spinta delle sanzioni che stanno erodendo i patrimoni degli istituti russi, facendo venire meno l’ossigeno.

E così, Sberbank è costretta a fare fagotto e chiudere il suo ufficio negli Emirati Arabi Uniti, come ha espressamente chiarito il numero due della banca, Alexander Vedyakhin. “Sfortunatamente, stiamo affrontando gravi restrizioni e sanzioni e il nostro ufficio presso Abu Dhabi deve necessariamente chiudere. E con rammarico dovremo farlo nel primo trimestre del 2023”, ha affermato Vedyakhin. Dunque? Sberbank continuerà a servire i clienti sul mercato nonostante l’abbandono del front office. “Sono cose diverse: avere un ufficio è una cosa, aiutare i nostri clienti con la promozione del mercato negli Emirati Arabi un’altra. Stiamo chiudendo la filiale, ma stiamo aiutando e aiuteremo ulteriormente i clienti sul mercato degli Emirati Arabi lavorare”.

E così, dopo nemmeno due anni, l’avventura bancaria del Cremlino nel Golfo finisce. Sberbank ha ricevuto il permesso di aprire un ufficio ad Abu Dhabi dalle autorità di regolamentazione russe ed emiratine nell’autunno del 2020, grazie alla controllata Middle East Limited. La società prevedeva di partecipare ad accordi di investimento tra investitori russi e mediorientali e di impegnarsi nel finanziamento commerciale delle esportazioni russe verso questi Paesi. Ma non sarà così.

La storia non finisce qui. C’è una ciambella di salvataggio ed è cinese. Gli stessi vertici dell’istituto, nel comunicare l’addio agli Emirati, hanno annunciato l’apertura di una filiale in Cina, entro la fine del 2023. “Spero che entro la fine del prossimo anno saremo in grado di essere presenti in Cina. Di solito ci vogliono da uno e mezzo a due anni, ma speriamo che entro la fine del 2023 avremo già un ufficio in questo Paese “, ha detto Vedyakhin. E sembra quasi fatta, la banca sta comunicando attivamente con i regolatori cinesi. Addio Golfo, ora c’è il Dragone.

(Photo by paweldotio on Unsplash)

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