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Dopo essere decollato regolarmente dallo spazioporto di Kourou, nella Guyana francese, il secondo stadio del lanciatore Vega C ha subito un’anomalia che ha portato alla terminazione prematura con la perdita della missione. “Al momento non sono note le cause di questo malfunzionamento”, ha spiegato l’amministratore delegato di Avio, Giulio Ranzo, “è in corso l’analisi dei dati che verrà corroborata da una commissione composta dall’Agenzia spaziale europea, Arianespace e da Avio e restituiremo quindi i dati di queste analisi non appena saranno pronte”. Ora “ingegneri tecnici di Arianespace e della Avio sono al lavoro per capire le cause del fallimento”, ha detto Stéphane Israël, amministratore delegato di Arianespace, la società che gestisce i lanci del Vega C. “Aspettiamo i riscontri della commissione di indagine che sarà attivata per consentire la ripresa al meglio l’operatività dei voli del vettore europeo” ha detto il ministro delle Imprese con delega allo Spazio, Adolfo Urso, aggiungendo come “questo incidente non oscurerà l’eccellente lavoro fatto dalle imprese italiane ed europee la cui tecnologia ha ottenuto unanime riconoscimento”.

La missione

Il decollo, la missione e la separazione del primo stadio del Vega C, il P120C sviluppato da Avio in sinergia con Ariane Group, sono avvenuti in modo nominale e senza malfunzionamenti. Dopo l’accensione nominale del motore del secondo stadio, Zefiro 40, circa 144 secondi dopo il decollo, è stata osservata una diminuzione della pressione che ha portato alla fine prematura della missione. Secondo la procedura standard, l’ordine di distruzione del lanciatore, con a bordo i satelliti Pleiades Neo 5 e Pleiades Neo 6, è stato impartito dal Centre national d’études spatiales (Cnes), l’agenzia spaziale francese e l’autorità di sicurezza del lancio.

La commissione d’inchiesta

Arianespace ed Esa hanno immediatamente deciso di nominare una commissione d’inchiesta indipendente con il compito di analizzare le ragioni dell’avaria e di definire le misure che soddisfino tutte le condizioni di sicurezza e affidabilità per consentire la ripresa dei voli del Vega C. Composta da esperti indipendenti, la commissione lavorerà con Avio, capocommessa del sistema di lancio Vega C. Come annunciato dall’Esa stessa, la commissione è copresieduta dall’ispettore generale dell’Esa e dal chief technical officer di Arianespace.

Il Vega C

Il Vega C è un razzo a corpo unico alto circa 35 metri e con una massa al decollo di 210 tonnellate, progettato per essere in grado di posizionare oltre duemila chili di carico in un’orbita polare di riferimento di settecento chilometri. Vega C è in grado di ospitare carichi di diverse forme e dimensioni che vanno da più piccoli satelliti di un chilogrammo fino a un singolo grande carico utile. Nella sua prima missione, avvenuta il 13 luglio, il vettore era rimasto in volo per ben due ore e un quarto, rilasciando in orbita il satellite scientifico dell’Agenzia spaziale italiana Lares-2 e i sei cubesat su orbite diverse grazie alle cinque accensioni rese possibili dal motore Avum+ e la capacità dell’ultimo stadio di effettuare fino a sette riaccensioni.

Anomalia in volo. Una commissione per capire cosa è successo al Vega C

L’Agenzia spaziale europea e Arianespace hanno lanciato una commissione d’inchiesta indipendente per capire e analizzare le cause dell’avaria che ha condotto al fallimento della missione del Vega C. Intanto dal ministro delegato allo Spazio, Urso, arriva la “piena fiducia” e la sicurezza che l’incidente “non oscurerà l’eccellente lavoro delle imprese italiane ed europee”

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