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Il presidente cinese Xi Jinping si recherà a Mosca dal 20 al 22 marzo per incontrare l’omologo Vladimir Putin. L’agenzia filogovernativa russa Tass riporta che i due cominceranno i colloqui durante un pranzo informale il 20 marzo e che le discussioni includeranno l’“ulteriore sviluppo delle relazioni di partenariato globale e di cooperazione strategica tra Russia e Cina”.

Questa sarà la prima volta che Xi visiterà la Russia da quando Mosca ha invaso l’Ucraina. Una portavoce del ministero degli Esteri cinese ha dichiarato che la Cina manterrà “una posizione obiettiva ed equa” sulla guerra in Ucraina e “svolgerà un ruolo costruttivo nel promuovere i colloqui per la pace”.

Il sostegno di Pechino a Mosca è controverso. Nonostante i due Paesi abbiano dichiarato un’amicizia senza limiti prima della guerra e condividano alcuni interessi in chiave anti-statunitense, la Cina non ha ancora appoggiato la campagna russa fino in fondo. Certo, si è astenuta in sede Onu sulle risoluzioni che condannavano l’invasione e sono emerse prove statunitensi che stia inviando materiale bellico alla Russia (in quantità essenzialmente simboliche). Il punto è che, al di là della retorica e del garbo diplomatico, la Repubblica Popolare ha interesse che questa guerra finisca il prima possibile.

Inoltre, se si giungesse a una qualche forma di congelamento del conflitto, Pechino potrebbe presentarsi come una grande potenza pacificatrice. Come raccontato da Formiche.net, la Cina sta cercando di muoversi all’interno di dossier internazionali per promuovere attività pratiche a sostegno della narrazione strategica che si abbina alla Global Security Initiative, l’iniziativa geostrategica annunciata lo scorso aprile al Boao Forum di Shanghai e recentemente presentata come uno strumento politico-diplomatico per rendere il mondo “un luogo più sicuro”.

Il bilaterale Xi-Putin serve interessi diversi a Mosca e a Pechino

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