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La nuova segreteria del Pd rischia di cadere in contraddizione su uno dei punti più scottanti: il sostegno militare all’Ucraina. Sì, perché se da un lato – pur con meno convinzione rispetto al predecessore – Elly Schelin sembra essersi inserita nel solco tracciato da Letta, i nuovi dirigenti dem non la pensano esattamente come lei. E lo dichiarano apertamente, spiegando che su pace e invio di armi “nel Pd c’è una novità: prima era difficile parlare di pace, c’era solo la direzione che spingeva per l’invio di armi mentre ora è in atto un dibattito molto articolato”.

A dirlo, nel corso della trasmissione “Un giorno da pecora” è Jasmine Cristallo, nuova leva della direzione Pd in salsa schleiniana, già sardina convinta. “Io sono pacifista, da principio mi sono detta contraria all’invio di armi all’Ucraina.  E anche Schlein è pacifista, lo dice la sua storia”. Poi, ammette, “la sua posizione (di Elly) sull’invio di armi è diversa dalla mia”. Va detto che, comunque, anche la neo segretaria non ha una convinzione così irriducibile. “Per chi viene dalla cultura del disarmo come me – aveva detto a Repubblica in un’intervista dello scorso anno – è un vero dilemma etico. Penso che la pace non si faccia mai con le armi”.

Il tema è centrale, anche perché la parte più riformista del partito misurerà il nuovo corso dem proprio su questo crinale. Che rischia di creare spaccature ulteriori se non viene percorso con determinazione. Pier Ferdinando Casini, in una recente intervista a formiche.net si era sbilanciato dicendo che “la linea in politica estera deve essere in continuità con quella tracciata da Enrico Letta che è stata perfetta: atlantista e al fianco dell’Ucraina senza se e senza ma. Questi sono presupposti irrinunciabili anche per il nuovo corso del Pd”.

Ma non è tutto. Anche sul versante delle alleanze, Cristallo nella sua intervista dice sembra tracciare una linea chiara. Più che di inclusione, di esclusione di eventuali partner del campo centro-centrosinistra. “Non dovremmo andare assolutamente con loro”, attacca riferendosi al Terzo Polo. Pronta, fulminea, la replica del leader di Azione Carlo Calenda che peraltro le risponde anche sulle ambiguità in politica estera.

“Tutti sono pacifisti – twitta Calenda – . Impostare così la discussione è come dire “io voglio bene alla mamma”. Il che sintetizza il modo di fare politica delle sardine e del “nuovo pd”. Come raggiungere la pace senza sacrificare la libertà è ciò di cui si occupano gli adulti”. E rincara la dose. “È la differenza – tuona – tra le invocazioni infantili “voglio un mondo green” “basta diseguaglianze” e la politica del come conseguire miglioramenti attraverso politiche complicate e mai univocamente buone o cattive”. Visti così, i rapporti saranno tutt’altro che facili tra Pd e Terzo Polo. Le ambiguità in politica estera, di certo, non aiutano.

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Appena entrata nella direzione dem, la già sardina Jasmine Cristallo ha espresso la sua contrarietà “all’invio di armi in Ucraina”, specificando che la sua posizione sul tema “è diversa da quella di Schlein” anche se “è una pacifista come me”. Aspro scontro a distanza con Calenda

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