Da Rimini giunge un messaggio duplice e coerente con la sua tradizione: guardare al futuro con la profondità della fede e con la concretezza della ragione, tenendo insieme la dimensione europea e quella nazionale. Una sfida che chiede responsabilità, perché da essa dipenderà se l’Italia saprà alzare lo sguardo o se tornerà a rinchiudersi nei suoi piccoli conflitti. Il commento di Raffaele Bonanni
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Per un incontro tra Vangelo e cultura. Il racconto di Sassanelli
Il Meeting di Rimini 2025, ispirato al verso di T.S. Eliot “Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”, richiama l’urgenza di rigenerare società e persone attraverso Vangelo e Cultura. In continuità con l’appello di Paolo VI nell’Evangelii nuntiandi, l’evento propone un rinnovamento spirituale ed educativo capace di trasformare i “deserti interiori” in luoghi di speranza e crescita. La riflessione di Ivano Sassanelli, professore di Diritto Canonico (Facoltà Teologica Pugliese – Bari) e di Educazione Interculturale per la Pace Sociale (Istituto Universitario SSML Bona Sforza – Bari)
L’escalation sui dazi India-Trump giova a Ue e Italia. Parla l’ambasciatore Wadhwa
I nuovi dazi di Trump rischiano di escludere i prodotti indiani dal mercato Usa e di alimentare un risentimento senza precedenti, avverte il diplomatico indiano Anil Wadhwa. Per l’Europa — e in particolare per l’Italia — si apre così una finestra strategica per rafforzare i legami con Nuova Delhi mentre la fiducia indiana verso Washington si erode
Misurare ciò che conta. Il buffo paragone tra il Pil pro-capite italiano e britannico
Il Pil resta un indicatore fondamentale, ma sempre più inadeguato a raccontare lo stato reale di un Paese. Il benessere non coincide con la sola crescita e non si esaurisce nei conti, ma si misura anche nella capacità di esprimere sé stessi, di partecipare e di coltivare i propri sogni. L’opinione di Stefano Monti
Casa, fisco e nuova Europa (nel segno di Draghi). La prima di Meloni premier a Rimini
La premier al suo esordio al Meeting da quando guida il governo. Draghi ha ragione, basta dormire in piedi, l’Europa corre veloce verso l’irrilevanza. Ora fare meno ma fare meglio e porre fine alla dipendenza industriale con gli Stati Uniti. Ceto medio al centro dell’agenda, la vera arma contro la crisi demografica è la casa. E la pace in Ucraina è ancora possibile
Se New York diventa il laboratorio nascosto dell'influenza cinese
Nella Grande Mela, rivela il New York Times, la Cina sperimenta una nuova forma di influenza attraverso una penetrazione silenziosa che passa per associazioni diasporiche e reti comunitarie capaci di orientare le urne e costruire consenso politico nel lungo periodo
La destra torni ad essere protagonista in Puglia. La versione di Tatarella
La Puglia da capitale dell’impero della destra politica italiana non può arrendersi ad essere estrema periferia dell’impero, condannata a perdere sempre e a vantarsi di dati che alle politiche e alle europee sono merito esclusivo di Meloni. In Puglia la destra, per senso di responsabilità e rispetto verso i suoi tanti elettori, deve riconquistare i suoi spazi che si costruiscono con visione e coraggio. La versione di Fabrizio Tatarella, vicepresidente della Fondazione Tatarella
Niente petrolio per Mosca. India e Ucraina lasciano a secco Putin
L’India è insieme alla Cina uno dei maggiori importatori di greggio russo. Con ogni probabilità ridurrà la domanda giornaliera di oro nero, provocando un piccolo buco nelle entrate del Cremlino. Ma anche a Ovest si mette male, con le raffinerie sotto il tiro dell’Ucraina che lasciano l’ex Urss senza carburante. E così Mosca finisce in una morsa micidiale
Milano Cortina, le olimpiadi che uniscono i popoli. Cosa si è detto al Meeting di Rimini
L’incontro, dal titolo “Olimpiadi Invernali Milano Cortina 2026”, si è aperto con il richiamo al tema del Meeting – rigenerare e ripartire costruendo il futuro – accostato al significato dei Giochi come simbolo di speranza, unità e dialogo. Chi c’era e cosa si è detto
Prodi e l’Europa. Ma un po’ di autocritica mai? Scrive Arditti
La verità è che a Prodi e alla sua generazione politica manca il coraggio di riconoscere i fallimenti. Preferiscono rifugiarsi nella retorica dell’allarme democratico e nella ricetta facile del centralismo europeo. Ma la storia recente ci dice che non basta invocare l’Europa: occorre costruirne una nuova, fondata su responsabilità condivise, rispetto delle identità nazionali e capacità reale di competere con le grandi potenze globali
















