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La tecnologia del Future vertical lift arriva in Europa. Nel corso del Farnborough international airshow, Sikorsky, controllata di Lockheed Martin, ha presentato la sua proposta per lo sviluppo di un nuovo elicottero di medio tonnellaggio basato sulla tecnologia X2, la stessa che la società statunitense sta sviluppando per il programma Future vertical lift dell’Esercito Usa. La proposta segue il programma avviato da sei Paesi della Nato per un nuovo elicottero, il Next generation rotorcraft capability (Ngrc). L’esigenza di un nuovo sistema elicotteristico è sentita da diversi Paesi europei, resa più urgente dopo le lezioni apprese dalla guerra in Ucraina, dove gli elicotteri russi di vecchia generazione si sono rivelati incapaci di operare in sicurezza contro le moderne contromisure aeree, venendo abbattuti in grandi numeri.

La proposta per il Future vertical lift europeo

Il mezzo proposto da Sikorsky, il Next generation fast helicopter (Ngfh) rappresenta una macchina modulare e multiruolo, bimotore, e posta a metà strada tra l’elicottero da ricognizione e attacco RaiderX, più piccolo e focalizzato sull’attacco, e quello d’assalto DefiantX, più grande e pensato per il trasporto truppe. Le due proposte del gruppo per i requisiti stabiliti dallo Us Army rispettivamente per il Future attack reconnaissance aicraft (Fara) e il Future long range assault aicraft (Flraa) nell’ambito del programma Future vertical lift. “Credo che molti stiano aspettando di vedere quale sarà l’esito del Flraa, e questo potrebbe portare a una possibile terza versione di una piattaforma che si collochi tra il Fara e il Flraa per l’interesse europeo”, ha dichiarato Luigi Piantadosi, direttore Future vertical lift international di Sikorsky. “Quello che offriremo sarà completamente multiruolo – ha aggiunto Piantadosi, aggiungendo però che “dipende da cosa proporrà l’Ngrc”.

Le sei nazioni per l’elicottero del futuro

L’annuncio segue il memorandum d’intesa sottoscritto a Bruxelles da sei alleati Nato, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi e Regno Unito, per lavorare insieme all’evoluzione di un elicottero di nuova generazione, in grado di volare più velocemente e più a lungo dell’attuale flotta. Insieme, le sei nazioni impegneranno 26,7 milioni di euro per lo sviluppo del Ngrc, con il Canada che potrebbe assumere il ruolo di nazione osservatrice. L’obiettivo è quello di trovare un velivolo che sostituisca le proprie dotazioni in via di obsolescenza entro il 2035. “La deterrenza è tornata centrale e noi, come industria, dobbiamo essere in grado di fornire questo ai nostri clienti: una nuova tecnologia di trasformazione degli aeromobili a rotore”, ha detto ancora Piantadosi. “Gli Stati Uniti, l’Alleanza Atlantica e tutti i partner Nato hanno bisogno di lavorare come un’unica forza per essere davvero all’avanguardia rispetto alle crescenti minacce”.

Il Flraa…

Il piano dei sei Paesi Nato segue il programma Fvl in corso negli Stati Uniti, dove l’Esercito intende rivoluzionare completamente la propria componente ad ala rotante e dove lo US Army è in procinto di selezionare un vincitore tra la Bell e il team formato da Sikorsky (Lockheed Martin) e Boeing per la realizzazione del Flraa. In particolare, il Flraa è stato lanciato nel 2019 per sviluppare un successore dell’elicottero d’assalto UH-60 Black Hawk da mettere in servizio entro il 2030. Sikorsky-Boeing partecipano con il “Defiant X”, dotato di tecnologia detta X2, basata su due rotori sovrapposti le cui pale ruotano in direzione opposta per il movimento verticale, mentre un propulsore di coda garantisce la spinta al velivolo, una combinazione che permette all’apparecchio di raggiungere velocità che hanno raggiunto i 247 nodi, ovvero circa 460 chilometri orari, velocità doppie rispetto ai velivoli ad ala rotante tradizionali, che hanno sempre avuto un limite tecnologico sulla velocità causato dalla cosiddetta “dissimmetria della portanza”, ovvero l’impossibilità degli elicotteri con rotore singolo di superare certe velocità che altrimenti causerebbe uno stallo.

… e il Fara

Allo stesso tempo, l’Esercito degli Stati Uniti sta perseguendo anche il programma parallelo del Future Attack Reconnaissance Aircraft (Fara) per un elicottero da ricognizione e attacco, a cui Sikorsky partecipa con il proprio modello “Raider X”. Secondo quanto stabilito dall’Esercito Usa, i due sistemi del Fvl dovranno agire in combinazione e in connessione con un ecosistema di sistemi di quinta generazione, con il Fara che effettuerà la penetrazione dei sistemi di difesa avversari, anche grazie a droni lanciati direttamente dal velivolo, per consentire poi al Flraa di trasportare le truppe fino a destinazione in sicurezza.

L’interesse italiano

In questo contesto, l’Italia ha più volte ribadito il suo interesse verso il programma Fvl, da ultimo lo stesso capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, generale Luca Goretti, che intervistato da Airpress, ha ricordato come “quella del Future vertical lift sia la tecnologia del futuro” aggiungendo che “per il settore dell’elicottero propulso, l’Aeronautica militare italiana debba puntare su questo investimento”. La tecnologia Fvl risponde, per Goretti, ai requisiti operativi delle Forze armate “ne sono fermamente convinto, così come sono convinti i miei colleghi dell’Esercito e del Segretariato generale della Difesa”, auspicando a questo proposito che “la nostra industria nazionale si tolga qualche reticenza e investa quanto prima in questo settore”.

L’elicottero europeo di domani. La proposta di Sikorsky

Facendo seguito all’intesa raggiunta da sei Paesi Nato europei, di collaborare per la realizzazione di un nuovo sistema elicotteristico all’avanguardia, Sikorsky, controllata di Lockheed Martin, ha presentato a Farnborough la sua visione per un elicottero medio e multiruolo basato sulla tecnologia X2, la stessa sviluppata per il programma Future vertical lift statunitense

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