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Una serie di importanti accademici cinesi sta affrontando un’ondata di critiche a causa di alcuni studi su come il marxismo possa aiutare a combattere il Covid-19. A quanto pare, mentre il Paese è alle prese con una tragica situazione epidemica, alcuni eminenti studiosi avrebbero dedicato tempo e risorse per tale ricerca a sfondo ideologico. Il problema non è naturalmente lo sperpero di risorse, ma l’effetto che questo tipo di attività ottiene nella popolazione, rischiando di aumentarne il risentimento. Oltre a non produrre significativi contributi al dibattito sulle politiche pubbliche.

Uno dei progetti più discussi, finanziato dal Fondo nazionale per le scienze sociali della Cina, si è concentrato sullo studio del “grande spirito di lotta contro il Covid-19”. Il responsabile del progetto, Wang Guanzhong del Marxism College della Capital Normal University, ha dichiarato il mese scorso a una conferenza che questo era in sintonia con lo spirito del Partito Comunista e una continuazione della cultura tradizionale cinese nella nuova era.

Altri professori, per lo più di università dedicate allo studio del marxismo, hanno detto alla conferenza che il progetto di Wang dovrebbe anche esaminare come il Partito ha condotto la lotta contro la pandemia, come si sono comportate le diverse regioni e confrontare il “grande spirito cinese” con quello dei Paesi stranieri.

Ma quando l’università ha pubblicato un articolo sulla conferenza sulla piattaforma WeChat ha scatenato una forte protesta pubblica che l’ha spinta a cancellare l’articolo. I commenti si concentravano sullo spreco di fondi. “Mentre voi eravate impegnati a comprare farmaci, gli esperti spendono ingenti somme per studiare quanto sia grande lo spirito antipandemico” si leggeva.

Non è chiaro l’ammontare dei finanziamenti ricevuti dal progetto di Wang. Dopo l’inversione di rotta del mese scorso, che ha eliminato completamente la politica “zero Covid”, la popolazione ha dovuto affrontare una brusca impennata di casi, tra la carenza di farmaci e di posti letto in ospedale.
I consigli forniti dalle autorità nelle ultime settimane sono stati confusi e contraddittori. La mancanza di informazioni sul numero di casi e il basso numero di morti ufficiali, in un momento in cui le pompe funebri e i crematori sono sovraccarichi, hanno ulteriormente alimentato la rabbia dell’opinione pubblica.

Il numero di istituti dedicati agli studi ideologici è in rapida crescita.
Secondo il ministero dell’Istruzione, a marzo c’erano più di 1.400 scuole marxiste all’interno delle università cinesi, anche nelle scuole di medicina e nelle accademie di arte. Oltre all’ideologia, le scuole si concentrano anche sullo studio dei risultati ottenuti dal governo del partito, soprattutto sotto il presidente Xi Jinping.

Covid-19 e marxismo. Gli studi che fanno infuriare i cinesi

Un’ondata di risentimento popolare ha travolto alcuni importanti accademici cinesi che stavano concentrando le proprie ricerche su come il “grande spirito di lotta” possa sconfiggere l’attuale epidemia. Il Paese è alle prese con un gigantesco aumento delle infezioni dopo l’improvviso abbandono della politica zero-covid

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