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Aerei e motori Piaggio parleranno di nuovo turco. È questa la soluzione del lunghissimo commissariamento della società ligure che produce i biturbina executive P.180 Avanti, revisiona motori e ne costruisce parti. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha infatti annunciato di aver autorizzato i commissari a cedere tutti i complessi aziendali di Piaggio Aerospace alla società turca Baykar, divenuta celebre per i droni Bayraktar TB2 impiegati dall’Ucraina contro l’invasione russa. Nessuna informazione è stata resa disponibile sui tempi e il prezzo.

Le prospettive

Secondo il comunicato del Mimit, Baykar si è impegnata a mantenere e potenziare sia le attività di produzione di aeromobili – compresi i relativi servizi di supporto tecnico, logistico e di formazione – sia le attività di manutenzione motori e di produzione di componenti motoristici. È probabilmente questo l’aspetto che ha portato a preferirne l’offerta, in quanto accoglie la preferenza sempre espressa dal governo italiano per una soluzione unitaria, che tenesse insieme la parte motoristica – più profittevole e appetibile – con quella velivolistica, penalizzata dalla disponibilità di un unico prodotto, con prezzo proporzionato alle caratteristiche e prestazioni che lo hanno reso noto come “la Ferrari del cielo”. Il settore tecnologico e la partecipazione a programmi di interesse militare prevedono che il governo approvi la vendita e si riservi la cosiddetta “golden share”, ovvero l’ultima decisione su talune decisioni strategiche. L’annuncio dato dal ministro Urso lascia intendere che l’approvazione è attesa senza troppe difficoltà, ma né il comunicato del Mimit né quello di Baykar si sbilanciano su una data per il closing dell’operazione. Allo stesso modo, Urso non ha fornito alcun dettaglio sul prezzo offerto da Baykar, limitandosi a dire di aver ricevuto tre offerte e che i turchi hanno “garantito il rilancio dell’azienda, con una visione industriale chiara e ambiziosa”.

La lunga crisi Piaggio

L’attuale Piaggio Aerospace discende, con diversi cambi di ragione sociale e organizzazione, dall’azienda fondata nel 1884 da Rinaldo Piaggio. Nel 1964 l’attività aeronautica, iniziata durante la prima guerra mondiale, fu separata da quella motociclistica divenuta frattanto prevalente grazie al successo della Vespa. La società entrò in crisi negli anni Novanta, rinascendo come Piaggio Aero Industries grazie al gruppo Tushav composto – come ricorda Fabio Caffarena nel libro Spazio aereo Piaggio – dal governo turco, dalla famiglia Buitoni e da Piero Lardi Ferrari. Tushav prevalse sull’offerta di una cordata di dirigenti Piaggio riuniti sotto il nome Ala. Sotto la sua gestione fu lanciata la realizzazione di un nuovo stabilimento sull’aeroporto di Villanova d’Albenga, in sostituzione dello storico impianto di Finale Ligure. Una ulteriore prospettiva internazionale si aprì con l’ingresso del gruppo indiano Tata, peraltro di breve durata.

Piaggio Aerospace fu quindi acquisita da Mubadala Development Company, società statale di Abu Dhabi, interessata allo sviluppo di versioni da pattugliamento marittimo e a pilotaggio remoto del P.180. La cattiva riuscita di quest’ultimo portò all’uscita degli arabi e alla nuova amministrazione controllata, affidata a Vincenzo Nicastro, poi affiancato da Carmelo Cosentino e Gianpaolo Davide Rossetti.

Nel novembre 2023 il P.180 ha volato nelle nuove configurazioni Avanti II+ e EVO+, con prospettive di una trentina di macchine – in parte nuove, in parte come aggiornamenti – per clienti statali italiani. Secondo i dati della General Aviation Manufacturers Association, nel 2019-2022 Piaggio ha venduto in tutto cinque P.180 Evo di nuova costruzione, pari allo 1,35% dei 375 plurimotori turboelica complessivi venduti nel mondo. Molto importante l’attività di revisione motori per gli elicotteri ed aerei delle forze armate.

Chi è Baykar

Baykar, che si presenta come “la più grande azienda di velivoli da combattimento senza pilota”, ha commentato sul proprio sito di “essere pronta a espandere la propria influenza sul mercato aeronautico europeo, preservando l’eredità storica di Piaggio e potenziandone la capacità produttiva”, aggiungendo che la propria visione per il futuro “comprende la crescita delle opportunità occupazionali che Piaggio offre in Italia”.

Fondata nel 1986 per la produzione di componentistica auto, Baykar iniziò a interessarsi di droni nel 2000, fino ad arrivare nel 2014 alla prima consegna del TB2. Nel successivo decennio, questa piattaforma avrebbe accumulato un milione di ore di volo. Sulla scia del suo successo, nel 2023 l’azienda è cresciuta sino a conquistare circa il 60% delle esportazioni mondiali di droni. I suoi TB2 e Akinci sono stati esportati in 35 paesi (tra i quali Azerbaijan, Ucraina, Polonia), per un valore di 1,8 miliardi di dollari nel solo 2023.

Oltre che nei sistemi senza pilota, nei quali continua a sviluppare nuovi prodotti e servizi, Baykar è attiva anche nel sistemi C4I, nell’avionica e nel software network-centrico. Con l’acquisto di Piaggio, la società turca aggiungerebbe quindi competenze nei velivoli tradizionali e nei motori, attualmente assenti dal suo portafoglio.

I turchi atterrano ad Albenga. Alegi fa il punto su Piaggio a Baykar

Dopo oltre sei anni di commissariamento straordinario, il Mimit ha assegnato Piaggio Aerospace alla turca Baykar. La società, produttrice dei droni TB.2 diventati famosi per la guerra in Ucraina, acquista sia il ramo aeronautico che quello motoristico e promette di rilanciare l’occupazione. Nessun dato sul prezzo e i tempi di chiusura dell’operazione, soggetta ad approvazione governativa

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