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L’incremento delle operazioni marittime ucraine nel Mar Nero, targate Gur, starebbero prendendo di mira le piattaforme offshore nel Mar di Crimea controllate da Mosca. Le manovre, condotte tramite assalti ed incursioni subacquee e su moto d’acqua e divenute simbolo della strategia asimmetrica di Kyiv, portano (anche) la firma silente dei commando norvegesi.

Come osservato da Intelligence Online, ogni isolotto e piattaforma offshore al largo della Crimea costituisce un nodo chiave nel sistema di sorveglianza russo. Radar Podsolnukh di Npp Salyut, sistemi Mineral-Me progettati da Kb Radar con portata di oltre 250 chilometri, dispositivi di guerra elettronica Murmansk-Bn di Kret: tutte queste apparecchiature servono a monitorare la foce del Dnieper e ostacolare il traffico marittimo, compresa l’esportazione di grano, oggi di vitale importanza per l’economia ucraina.

Le basi galleggianti russe, presidiate dall’Fsb e dalla Marina di Mosca, sono utilizzate utilizzate per attività di vigilanza e intervento rapido con droni, missili Kalibr e caccia Su-30SM. Così, il Mar Nero diventa teatro di alta sorveglianza per i distaccamenti Stugna, Bratstvo e Artan (l’ala armata del Gur) che hanno iniziato a sperimentare tattiche fulminee e asimmetriche, in gran parte modellate sull’esperienza norvegese, come il raid contro subacquei di elite delle forze russe condotto dal Gur nelle ultime ore, presso la baia di Novorossiysk.

La mano di Oslo

I mezzi utilizzati sono volutamente non convenzionali: moto d’acqua con scafi compositi che smorzano le onde radar, motori modificati in Norvegia per ridurre la firma termica, sistemi di navigazione inerziale resistenti a interferenze, attacchi cibernetici ed operazioni tramite l’utilizzo di droni.  Ogni sabotaggio (con antenne neutralizzate, cariche C4 piazzate in pochi minuti, raccolta dati Sigint) viene pianificato al dettaglio, prima che le difese russe possano reagire.

Parallelamente, iniziative come Fritt Ukraina e Veteran Aid Ukraine, in collaborazione con Pbo Boats, supportano la strategia marittima. Secondo Intelligence Online, veterani feriti, sotto la supervisione di ex istruttori norvegesi, partecipano allo sviluppo di motovedette rapide per operazioni speciali sui fiumi Zaporizhzhia e Kherson, dove velocità e manovrabilità sono cruciali.

Dal 2022, commando della marina norvegese come Forsvarets spesialkommando (Fsk) e Marinejegerkommandoen (Mjk) addestrano operatori ucraini nella guerriglia marittima. Veterani dei distaccamenti Stugna e Nobody hanno frequentato corsi presso le basi di Ramsund e Haakonsvern, imparando navigazione notturna con Gps crittografati, infiltrazione costiera su moto d’acqua modificate e barche, sabotaggio subacqueo con cariche esplosive, utilizzo avanzato e procedure di estrazione coordinate con i droni navali del Gruppo 13 del Gur. Le innovazioni tattiche dietro alle operazioni ucraine nel Mar Nero garantiscono attacchi di precisione e piattaforme operative autonome, capaci di restare in mare per giorni, trasportando siluri e sistemi antiaerei portatili, fornendo così ricognizione a lungo raggio, furtività e supporto offensivo.

Oltre all’addestramento, il Norwegian Intelligence Service (Nis) fornisce dati dai satelliti gestiti da Kongsberg Satellite Services (Ksat), tramite le stazioni di Tromsø, SvalSat e TrollSat in Antartide, permettendo ai commando ucraini di poter gestire flussi di dati per mappare e muoversi con grande precisione, potendo così condurre operazioni asimmetriche e di sabotaggio e spostando così l’ago del vantaggio strategico lontano da Mosca.

Il Mar Nero come quadrante geopolitico

Il Mar Nero è, prima ancora che un teatro di guerra, un nodo centrale nella strategia economica e militare di Mosca. La Russia, secondo esportatore globale di petrolio, convoglia il 22% delle proprie spedizioni dai porti del Mar Nero, primo tra tutti Novorossiysk, oggetto del blitz del Gur ucraino delle ultime ore. Le sanzioni internazionali hanno inciso pesantemente, ma le flotta ombra russe e le strategie di elusione garantiscono a Mosca di continuare a proiettare energia sui mercati globali.

Il petrolio non è l’unico elemento. Durante i negoziati per un cessate il fuoco, Mosca ha posto particolare attenzione all’accesso bancario per le esportazioni agricole. Porti come Novorossiysk e Taman sono cruciali non solo per il grano interno, ma anche per consolidare il controllo russo del commercio agricolo attraverso il Mar Nero, che consente a Mosca di utilizzare il cibo come leva geopolitica sulle regioni sensibili del Medio Oriente e del Nord Africa, dove l’insicurezza alimentare può influenzare stabilità e attività decisionale dei governi. Il ruolo del Mar Nero ed il controllo dei suoi porti sposterà l’equilibrio di più scenari, dal conflitto russo-ucraino, alla sicurezza alimentare di molteplici teatri geopolitici, fino alla proiezione dell’influenza interregionale di Mosca.

La credibilità del Cremlino come superpotenza passa anche dalla dimostrazione delle proprie capacità navali, oggi ostacolate dalle attività di guerriglia asimmetrica marittima di Kyiv, dalle attività di intelligence di Varsavia nel Mar Baltico e dal supporto, di diversa e varia natura, degli altri Paesi europei e occidentali.

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