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C’è atlantismo e atlantismo. E Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, lo sa bene. Come notato già nelle scorse settimane su Formiche.net, l’ombra di Donald Trump genera ancora sospetti nelle cancellerie europee, e non a caso negli ultimi tempi Meloni ha riorientato la bussola americana del partito. L’ex guru trumpiano Steve Bannon non è stato più invitato all’annuale convention romano di Atreju e sono i riferimenti nel Partito repubblicano a cui guarda Fratelli d’Italia, forte dell’appartenenza alla famiglia conservatrice europea che all’ex presidente ha sempre guardato storto. Raccontando questi aspetti, su Formiche.net evidenziavamo che “se sul piano politico gli agganci americani sono ormai solidi, lo stesso non si può dire dell’establishment” statunitense. Ecco come la macchina diplomatica di Meloni si è messa in moto spingendo sull’acceleratore.

I VIAGGI DI URSO

Adolfo Urso, senatore di Fratelli d’Italia e presidente del Copasir, andrà a Kiev la prossima setimana. “Ufficialmente soltanto nelle vesti di capo della commissione che vigila sui Servizi. In realtà, anche come uno degli emissari dell’aspirante presidente del Consiglio”, ha scritto Repubblica sottolineando come dal Copasir siano passati i decreti — quattro, finora — che hanno permesso all’Italia di rifornire armi all’Ucraina di Volodymyr Zelensky. Poi Urso si recherà a Washington, seconda visita in tre mesi, per incontrare esponenti del Congresso e interlocutori con cui confrontarsi con i dossier gestiti da presidente del Copasir. Duplice obiettivo, racconta sempre Repubblica: “Iniziativa per consolidarsi (Urso è uno dei papabili per un posto nel nuovo esecutivo) e impegno per arare ulteriormente il terreno americano alla leader”.

IL RUOLO DI FITTO

I rapporti europei sono affare di Raffaele Fitto, politico dalla storia popolare, co-presidente del gruppo al Parlamento europeo dei Conservatori e Riformisti europei (di cui Giorgia Meloni è presidente), candidato capolista di Fratelli d’Italia in Puglia. È stato il primo italiano a entrare nei Conservatori e oggi è uno degli ambasciatori di Meloni in Europa, e in particolare con il Partito popolare europeo. L’accreditamento con l’establishment italiano e internazionale di Meloni è iniziato nel settembre 2020, proprio quando è stata eletta presidente del gruppo Conservatori e riformisti in Europa, ha evidenziato il Fatto Quotidiano. “Da quel momento, grazie al suo fidatissimo Raffaele Fitto, pronto per un ministero importante, ha costruito una rete di relazioni a livello internazionale con i premier dei Paesi dell’Est ma anche con le figure apicali delle istituzioni europee”, ha spiegato il giornale diretto da Marco Travaglio. A inizio dell’anno scorso, poi, la scelta – svelata da Formiche.net – di iscriversi all’Aspen Institute, tra i più prestigiosi think tank d’oltreoceano, in Italia presieduto da Giulio Tremonti, oggi candidato per Fratelli d’Italia.

UNA TAPPA A LONDRA?

Come dal quotidiano La Stampa nei giorni scorsi, la leader di Fratelli d’Italia starebbe organizzando un viaggio a Londra per incontrare i vertici della City (Morgan Stanley, J. P. Morgan, Goldman Sachs e ancora Elliot, Fidelity, BlackRock, Bridgewater, per citare i più noti) e rassicurarli sul futuro dell’Italia. A cominciare dalla tenuta dei conti pubblici. Se la Lega preme per un maxi-scostamento di bilancio come ai tempi della crisi Covid-19 per finanziare misure che possano attenuare l’impatto del caro energia su famiglie e aziende, la leader di Fratelli d’Italia ha scelto di opporre un fermo no: agire in fretta va bene, perché le bollette sono “una priorità assoluta”, ma niente nuovo debito. Come sostiene Mario Draghi, presidente del Consiglio, con il quale il contatto è “costante”, ha evidenziato Repubblica. Al lavoro c’è, ha scritto La Stampa, Guido Crosetto, imprenditore, uno dei tre fondatori del partito e presidente di Aiad, l’associazione dei produttori di armi italiane. “Chi lo ha incontrato ha raccolto l’impressione che sarà la Meloni – in caso di vittoria alle elezioni – la garante della continuità istituzionale dell’Italia”, ha spiegato il giornale citando un analista che, a condizione di anonimato, ha detto: “Il programma che ci è stato prospettato somiglia molto a quello del primo Berlusconi, solo con un accento più marcato alla difesa delle imprese nazionali”.

I DIPLOMATICI

A gestire le relazioni internazionali di Giorgia Meloni ci sono poi anche due ex diplomatici: Gabriele Checchia, già ambasciatore alla Nato e in Libano, e Giulio Terzi di Sant’Agata, ministro degli Esteri nel governo Monti e già rappresentante permanente alle Nazioni Unite e ambasciatore negli Stati Uniti. Il primo è presidente del comitato strategico del Comitato atlantico italiano e direttore della Fondazione Fare Futuro presieduta da Urso; il secondo è responsabile dei rapporti diplomatici di Fratelli d’Italia, candidato nella sua Bergamo.

Chi sono gli uomini della tela internazionale di Giorgia Meloni

La prossima settimana Urso sarà a Kiev, poi a Washington. Fitto tesse i rapporti a Bruxelles. Crosetto prepara il viaggio post voto a Londra. Al lavoro anche i diplomatici Checchia e Terzi. Così la macchina diplomatica di Fratelli d’Italia si è messa in moto sull’accreditamento della leader all’estero

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