Skip to main content

Il leader di Hezbollah filo-iraniano ha avvertito che non permetterà a “nessuno” di operare nei giacimenti di petrolio e gas offshore se al Libano sarà impedito di esercitare i “diritti” minerari nelle aree al largo delle sue coste. Un’altra rivendicazione sul dossier energetico dopo quelle avanzate a Cipro dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan che, di fatto, hanno fino ad oggi bloccato il progetto del gasdotto Eastmed.

Nasrallah

“Faremo su e giù per tutti”, ha detto Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah mentre il Libano è in trattative con Israele, mediati dagli Usa, per tracciare confini marittimi che possano determinare il destino delle risorse appartenenti a ciascun Paese. Israele ha già avviato le perforazioni nel campo di Karis con una nave della compagnia Energean, mentre dieci giorni fa le forze armate israeliane hanno intercettato tre droni inviati da Hezbollah.

L’attacco di Nasrallah, però, parte da lontano: osserva che la seconda guerra del Libano ha portato al “rovesciamento del progetto americano nel nuovo Medio Oriente”, aggiungendo che dopo aver invaso l’Afghanistan e l’Iraq dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre, gli Stati Uniti intendevano “eliminare la resistenza islamica in Palestina e Libano ” e isolare l’Iran per lasciare che Israele “diventi il padrone in Medio Oriente”.

Gas

Come tali premesse si intreccino con il dossier energetico si evince anche dalla comunanza di strategie sull’asse con Ankara. Questa la ragione che ha fatto annunciare al numero uno di Hezbollah che per il Libano l’unica strada percorribile per avere diritto alle risorse naturali in questione si chiama resistenza: secondo Nasrallah, infatti, il solo modo per il Libano di uscire dalla crisi è estrarre petrolio e gas per venderlo.

Per cui ha ufficialmente chiesto a Beirut di ostacolare l’estrazione del gas dalle acque israeliane e impedirne così la vendita all’Europa: c’è anche una data cerchiata in rosso, ovvero il prossimo mese di settembre, quando Israele dovrebbe avviare i processi di estrazione di gas dalla piattaforma di Karish. Di qui l’annuncio: Hezbollah entro i prossimi 60 giorni potrebbe attaccare tutti i giacimenti di gas e gli impianti di perforazione lungo il confine israeliano.

Scenari

Con la deflagrazione della crisi energetica in cui i Paesi Ue sono coinvolti e con l’attesa per la decisione sul Nord stream 1 appena la turbina in manutenzione giungerà in Germania, ecco che se anche il fronte mediterraneo orientale non riuscirà a coagularsi in una fase di minima stabilità, l’intero quadro generale non potrà che vedere implementate le tensioni.

Sul punto si registrano alcune osservazioni avanzate in occasione del recente forum sull’energia greco-israeliano. Secondo l’ambasciatore di Israele in Grecia, Yossi Amrani, Tel Aviv non può attendere altri 10 anni per discutere del gasdotto EastMed. Il progetto da 6 miliardi di euro con l’obiettivo di spedire gas dai giacimenti al largo di Israele ed Egitto attraverso un gasdotto di 1.250 chilometri, ha subito alcuni stop geopolitici nell’ultimo semestre.

Si apre la possibilità che, proprio al fine di accelerare la decisione sui lavori (senza dimenticare le strategie alternative sul gnl), possano essere fatte scelte politiche che armonizzino il progetto finale, anche se evidentemente sconteranno qualcuno. Si parla della possibile esclusione di Cipro dal gasdotto, a vantaggio dell’Egitto proprio mentre il senatore americano Bob Menendez intensifica i suoi appelli per non vendere gli F16 alla Turchia.

@FDepalo

La guerra del gas ha inizio. Il gioco tra Russia ed Europa

Chi minaccia Israele per il gas nel Mediterraneo

Mentre Hezbollah annuncia possibili attacchi a tutti i giacimenti di gas e gli impianti di perforazione lungo il confine israeliano, sul fronte Eastmed Tel Aviv non ha più tempo da perdere

Troppa paura, poca speranza. Quale economia ci attende?

I giovani credono sempre meno alla politica, incapace di parlare la loro lingua. Ma non tutto è perduto, transizione e nuovo lavoro sono sfide che si possono vincere. Il dibattito organizzato dalla Link Campus con Becchetti, Tremonti, Ghisleri e Rossi

Il M5S e il logoramento della Lega. Parla Malan (FdI)

Il senatore di FdI: “Adesso sarà difficile spiegare ai propri elettori che si toglie la spina a un governo che si è contribuito a formare e a cui si è assicurato il sostegno per tutti questi mesi”

Mare omnium. Perché la crisi ucraina si gioca nel Mediterraneo

È nel Mediterraneo che si giocherà il destino della guerra in Ucraina e si potrà evitare di mondializzare la crisi di Putin. È nell’intesa Italia-Francia che l’Europa può riscoprire la sua vocazione a Sud. Una mappa dal convegno della Fondazione Med-Or con Minniti, Molinari, Masset e Gressani

Fertilità e procreazione, una visione pionieristica. Scrive Kirsten (Merck)

Di Jan Kirsten

Se ci fosse più sostegno alla genitorialità ne beneficerebbe l’intero sistema, soprattutto in un Paese in drammatica crisi demografica come l’Italia. Pensare a un modello di “utilità economica” della fertilità può sembrare troppo visionario o – al contrario – utilitaristico. Ma la virtù sta proprio nel sapere mettere a fattor comune due obiettivi apparentemente slegati. L’intervento di Jan Kirsten, presidente e amministratore delegato, Healthcare, Merck Italia

Eugenio Scalfari, l’ultimo Re Sole del giornalismo

Lucido e orgoglioso fino alla soglia dei 100 anni, Eugenio Scalfari lascia un’eredità che coincide con tutta la sua stessa esistenza e che ha il valore di una impareggiabile lezione di giornalismo ed impegno civile. Il ricordo di Gianfranco D’Anna

I droni sequestrati a Gioia Tauro erano diretti in Russia?

Gdf e Dogane hanno scoperto e bloccato i container. La Procura di Palmi indaga e l’Fbi è arrivata al porto. Il sospetto è che il materiale “made in Usa” non fosse diretto in Qatar per i Mondiali, come dichiarato. C’è l’ipotesi di un passaggio in Siria prima della consegna nella mani di Mosca. Pochi giorni fa il monito della Casa Bianca sull’aiuto iraniano a Putin in Ucraina

Viaggio in Ucraina di papa Francesco. L'urgenza di evitare che il mondo si strappi

Non credo che esista già un piano di viaggio del papa a Kiev, ma ritengo che in lui cresca un’urgenza, e che monsignor Gallagher questa urgenza abbia espresso. La riflessione di Riccardo Cristiano

Trump-Musk (credit: Truth)

Trump contro Musk. Oltre il free speech, l'insulto libero

Prima erano scambi affettuosi, ora il fondatore di Tesla dice all’ex presidente di “appendere il cappello al chiodo e camminare verso il tramonto”. Trump festeggia il suo flop con Twitter, e lo accusa di fare auto che si schiantano, batterie che durano poco e razzi che non vanno da nessuna parte (e solo grazie a sussidi pubblici)

Perché la politica di Conte è il massimo dell'ipocrisia

Se Giuseppe Conte vuole davvero la crisi del governo Draghi lo dica chiaro e tondo, altrimenti non metta i suoi ministri in una posizione indifendibile

×

Iscriviti alla newsletter