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Un invito (o una speranza) a comprare europeo. L’amministratore delegato di Airbus helicopters, Bruno Evan, rilancia in un’intervista a Reuters l’esortazione ai leader politici e militari del Vecchio continente a preferire i programmi attualmente in corso sviluppati dall’industria europea della Difesa per i propri sistemi d’arma, preferendoli ad altri. “Quando c’è una soluzione europea, penso che sia molto importante preferire attrezzature europee” ha detto Evan. L’obiettivo della filippica è probabilmente l’inclinazione crescente di diversi Paesi europei a preferire prodotti americani già disponibili per modernizzare le proprie Forze armate, in un momento, con una guerra alle porte dell’Europa, che richiede tempi rapidi, spesso incompatibili con i lunghi periodi di sviluppo necessari affinché i programmi delle industrie europee siano effettivamente disponibili.

“Off-the-shelf” o “buy European”?

Il tema è importante soprattutto in vista delle prossime tendenze dell’Europa per la propria Difesa. La scelta di preferire un sistema d’arma già pronto e performante, anche se proveniente da un mercato extra-europeo (principalmente Usa) rispetto a uno prodotto dalle imprese europee, infatti, potrebbe avere profondi impatti sull’architettura della Difesa dell’Europa nel suo insieme. Ne è un esempio il numero crescente di Paesi europei che scelgono per le proprie forze aeree l’F-35. La buona riuscita dell’F-35 sul mercato europeo, infatti, da un lato aumenta l’interoperabilità delle diverse Forze armate del Vecchio continente, ma dall’altra focalizza il procurement europeo verso un prodotto statunitense. Tra i Paesi a scegliere il caccia della Lockheed Martin c’è la Germania, decisione che ha provocato l’irritazione della Francia, preoccupata per le ripercussioni sul programma congiunto franco-tedesco del caccia si sesta generazione Scaf. Nonostante le rassicurazioni da parte di Berlino, con la ministra della Difesa tedesca, Christine Lambrecht, che ha ribadito come “Lo Scaf deve avere e avrà successo”, nel corso di una conferenza stampa con il ministro per le Forze armate francese, Sebastien Lecornu, il progetto sta procedendo a rilento a causa di divergenze tra le due capitali.

Il caso dei Tiger

La dichiarazione del ceo di Airbus helicopters arriva, tra l’altro, in un momento in cui pare stiano emergendo alcuni dubbi da parte di Berlino sull’aggiornamento dell’elicottero d’attacco Tiger di Airbus, a causa di problemi di natura operativa. “Non ho dubbi che la Germania stia adottando questo approccio, preferire attrezzature europee – ha continuato il manager – è quello che la Germania ha dimostrato per diversi decenni con il Tiger e l’NH-90”. Dopo la decisione di Berlino di dotarsi degli F-35, la voce che la Germania possa optare per gli elicotteri di Boeing per sostituire gli attuali Tiger MkIII rappresenterebbe un’ulteriore crepa nel modello “protezionistico” europeo. Al momento, infatti, l’Organizzazione per la cooperazione congiunta in materia di armamento (Occar), l’ente europeo che gestisce programmi europei di cooperazione nel campo degli armamenti, ha assegnato i fondi per un programma di aggiornamento dei mezzi proprio ad Airbus Helicopters. L’accordo, dal valore di otto miliardi di euro, copre per il momento solo i velivoli francesi e spagnoli, e prevede la possibilità per la Germania di unirsi successivamente. Ipotesi ora messa in dubbio.

Il nodo delle tempistiche

Di fronte alla possibilità che Berlino opti per il prodotto a stelle e strisce, Evan ha invitato la Germania a unirsi a Francia e Spagna nel programma di aggiornamento dei Tiger Mk III. Il ceo di Airbus helicopters ha detto a Reuters di “non immaginare nemmeno per un attimo” che i tedeschi possano preferire gli AH-64 Apache della Boeing, i diretti competitor dei Tiger, rispetto ai mezzi europei. Il problema restano sempre le tempistiche. In un commento rilasciato a un think-tank, l’attuale ispettore generale della Bundeswehr, le forze armate tedesche, il generale Eberhard Zorn, ha detto come “prima di tutto, abbiamo bisogno di attrezzature per colmare le lacune che abbiamo da anni e che conosciamo”, arrivando a criticare i grandi progetti di armamento europei. In linea con il suo appello, il ceo di Airbus helicopters ha comunque specificato che la sua azienda si batterà per le future sostituzioni di programmi fondamentali come l’NH-90.

L’elicottero del futuro

Le affermazioni di Evan seguono anche la decisione di pochi mesi fa di sei Paesi europei della Nato di lanciare il progetto Next generation rotorcraft capability (Ngrc) per definire le future esigenze dei propri mezzi ad ala rotante di nuova generazione. Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi e Regno Unito impegneranno 26,7 milioni di euro per lo sviluppo del progetto, con il Canada che potrebbe assumere il ruolo di nazione osservatrice. Secondo quanto annunciato dal gruppo di Stati, “in collaborazione con l’industria, i partecipanti partiranno da zero per esplorare come abbinare le loro esigenze con la tecnologia più recente sul mercato, esaminando opzioni come la propulsione ibrida ed elettrica, un’architettura di sistema aperta e sistematica e la fornitura di caratteristiche di volo radicalmente migliorate”.

Il programma Future vertical lift

Lo sforzo dei sei Paesi europei per mettere in campo un elicottero multiruolo di nuova generazione segue il simile programma in corso negli Stati Uniti, dove l’Esercito è in procinto di selezionare un vincitore tra la Bell e il team formato da Sikorsky (Lockheed Martin) e Boeing per la realizzazione del Future Long-Range Assault Aircraft (Flraa), progetto inserito nel programma Future vertical lift (Fvl), con cui lo US Army intende rivoluzionare completamente la propria componente ad ala rotante sia dal punto di vista tecnico che operativo e strategico.

La proposta di Sikorsky

Di recente, tra l’altro, Sikorsky, controllata di Lockheed Martin, ha presentato la sua proposta per lo sviluppo di un nuovo elicottero di medio tonnellaggio per il Ngrc basato sulla tecnologia X2, la stessa che la società statunitense sta sviluppando per il programma Future vertical lift. Il mezzo proposto da Sikorsky, il Next generation fast helicopter (Ngfh) rappresenta una macchina modulare e multiruolo, bimotore, e posta a metà strada tra l’elicottero da ricognizione e attacco RaiderX, più piccolo e focalizzato sull’attacco, e quello d’assalto DefiantX, più grande e pensato per il trasporto truppe. Le due proposte del gruppo per i requisiti stabiliti dallo Us Army rispettivamente per il Future attack reconnaissance aicraft (Fara) e il Future long range assault aicraft (Flraa) nell’ambito del programma Future vertical lift.

Yankee go home. Così Airbus spinge per il "Buy European" della Difesa

Protezionismo in salsa europea. Il Ceo di Airbus helicopters, Bruno Evan, rilancia il mantra del sostegno ai programmi della Difesa del Vecchio continente, preferendoli a quelli stranieri (americani in primis). La dichiarazione, tuttavia, deve fare i conti con le necessità urgenti di ammodernamento dei sistemi dei Paesi europei e la rivoluzione dell’Fvl che arriva d’oltreoceano

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