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“Considero insultante nei confronti degli ungheresi che si metta in dubbio la natura democratica dell’Ungheria”. Con queste parole Viktor Orban, presidente dell’Ungheria, ha reagito alla relazione adottata da Strasburgo, con 433 voti favorevoli, 123 contrari e 28 astensioni, che sostiene che nel Paese non ci sia una democrazia piena, ma “un’autocrazia elettorale”.

Nel documento si legge che i valori sanciti dall’articolo 2 del Trattato sull’Unione europea (tra cui la democrazia e i diritti fondamentali) si sono ulteriormente deteriorati per i“tentativi deliberati e sistematici del governo ungherese”. Nel 2018, era stata adottata una relazione per delineare 12 aree di preoccupazione e avviare la procedura di attivazione dell’articolo 7 del Trattato sull’Unione europea con l’obiettivo di determinare l’esistenza di un chiaro rischio di grave violazione dei valori democratici europei in Ungheria.

Ma Budapest non ci sta e per evitare di perdere miliardi di euro degli aiuti economici dell’Europa è pronta a riprendere la giusta via democratica. In un’intervista con il quotidiano britannico Financial Times, Tibor Navracsics, ministro degli Affari europei ha detto di essere pronto a tutte le opzioni, promettendo più concessioni sullo stato di diritto.

Tra le riforme che il governo ungherese è disposto a fare, nell’ambito dei negoziati con Bruxelles, ci sarebbe anche la creazione di un organismo anticorruzione e l’approvazione di un disegno di legge sulla trasparenza degli appalti.

L’Ungheria era pronta a ricevere circa 22 miliardi di euro di finanziamenti per la coesione nell’ambito dell’attuale bilancio dell’Unione europea per il periodo 2021-2027, e cerca di sbloccare altri 7 miliardi di euro di sovvenzioni, più altri miliardi in prestito nell’ambito del fondo di recupero. Ma vista la situazione sullo stato di diritto circa il 70% di questi fondi potrebbero restare congelati.

Secondo il Financial Times, la Commissione Ue si prepara a discutere domenica la procedura per la controversia su concussione e corruzione in Ungheria. I commissari dovrebbero raccomandare di trattenere i finanziamenti regionali da Budapest nell’ambito del meccanismo di condizionalità dello stato di diritto, lasciando aperta la possibilità di un impregno.

“Abbiamo preso impegni appropriati e li porteremo a termine – ha affermato Navracsics -. Confido che potremo dimostrare al Consiglio (Ue) che non siamo uno Stato criminale ma un membro Ue affidabile e leale”.

L’Ungheria ci prova. Il piano per non perdere gli aiuti Ue

La relazione adottata da Strasburgo sostiene che quella di Orban non può più essere considerata una vera democrazia. Il ministro degli Affari europei ungherese si dice pronto a nuove riforme nell’ambito dei negoziati con Bruxelles. Quanto rischia di perdere Budapest e come potrebbe recuperare

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