Skip to main content

C’è un problema intellettuale o se si vuole di “egemonia culturale” che si associa all’ascesa del partito della nuova destra Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.

Il pensiero di sinistra è stato digerito e interiorizzato nel modo di concepire la politica in Italia. Questo è avvenuto attraverso un lungo processo durato decenni e fondato sullo studio sistematico dei classici del marxismo, attraverso Gramsci, e attraverso tanti rivoli del pensiero di sinistra. Ciò è stato poi favorito anche dalla Chiesa allo scopo nobile di evitare la guerra calda, durante la Guerra fredda, e assimilare il comunismo, togliendo le sue spine e alla fine deviandolo.

La stessa operazione non è mai stata fatta con il pensiero di destra. Ciò non semplicemente con le idee di Giovanni Gentile, pensatore che non andava tanto a genio nemmeno ai fascisti, ma in Italia non è stata tentata nemmeno con i pensatori della destra conservatrice globale.

Adam Smith, bandiera dei repubblicani e dei conservatori inglesi, non è mai stato digerito e nemmeno assaggiato davvero dal pensiero principale della destra italiana. Smith non piaceva equanimemente né alla sinistra, ovviamente, né al pensiero cattolico, perché contro un nobile afflato di solidarietà, né alla destra infatuata delle teorie contro le plutocrazie. In questo senso la destra italiana è senza vere radici culturali che vadano oltre un suo orticello quasi esoterico.

Quello che pensa la destra è diverso da quello che pensa il resto della società. C’è un gap culturale profondissimo che non può essere risolto in pochi mesi anche con una vittoria elettorale schiacciante. Infatti probabilmente il motivo vero per cui FdI non riesce a sfondare è che l’Italia non supera l’idiosincrasia culturale con la destra a cui si riferisce.

Servirebbe all’Italia un recupero profondo delle idee di Smith, che mettano in collegamento davvero il conservatorismo italiano con quello globale, o dei pensatori economici da Hayek a Robert Mundell in poi che hanno ispirato le riforme di Reagan o Thatcher.

Non a caso l’astuto Pci recuperò in Italia negli anni ’70 e ’80 proprio quel pensiero di destra, associando come “indipendenti di sinistra” conservatori classici, come Luigi Spaventa o Guido Rossi.

A destra questo non è avvenuto anche perché i pensatori di destra italiani spesso non sono seguaci del liberalismo inglese ma credono in strane e non ben ordinate alchimie, peraltro non condivise dal resto del mondo. Lo stesso non è vero per il pensiero di sinistra. Gli ex comunisti italiani possono citare con orgoglio o nostalgia i tempi in cui credevano all’ideale dei proletari uniti in tutto il mondo, senza irritare nessuno, come non è vero per i pensatori e i militanti di destra.

Essi se citano Gentile si trovano immediatamente isolati e circondati da un muro di ostilità ideale. Sarà giusto o sbagliato, il punto non è questo. Il punto è l’isolamento culturale che va risolto presto per evitare di vanificare nei fatti un’eventuale vittoria di Fratelli d’Italia.

Qui o l’Italia accetta un cambiamento culturale rapidissimo, o viceversa rapidissimamente la destra radicale italiana deve cambiare modo di pensare. Per un semplice calcolo matematico è più facile cambiare pochi in poco tempo che molti in molto tempo, come avrebbe detto il filosofo Catalano della scuola napoletana di Renzo Arbore.

Questo pare il sostrato profondo a cui di fatto si riferisce Guido Crosetto quando dice che è una certa destra italiana che pensa secondo schemi di un secolo fa appare comica, ridicola. Questo il problema per tutto il sistema italiano. Senza una destra pienamente sdoganata, culturalmente agganciata al pensiero di destra internazionale, l’Italia rischia sofferenze. Né la sinistra può sperare di restare al potere agitando semplicemente gli stracci di certo conservatorismo retrivo.

Una competizione vera, con una destra culturalmente incardinata nel conservatorismo classico può solo essere stimolo positivo alla sinistra che ha bisogno di liberarsi dei suoi fantasmi. L’eredità comunista, anche se più potabile, culturalmente è ugualmente una grande palla al piede del Pd e di tutta la cultura politica italiana.

Tra Meloni e Chigi un ostacolo chiamato egemonia culturale

La destra italiana ha un problema serio di egemonia culturale. Può diventare un ostacolo tra Giorgia Meloni e Palazzo Chigi. Può complicare la vita a una sinistra che deve liberarsi di vecchi fantasmi. Il commento di Francesco Sisci

Putin e la Nato. Per l'Italia una sfida chiamata Sud

Di Armando Sanguini

All’indomani del summit di Madrid, l’Italia si ritrova in prima linea nel nuovo e più ampio fianco Sud della Nato. Dalla polveriera libica al Sahel che ribolle, tra ingerenze russe e infiltrazioni cinesi, una sfida per Roma. L’analisi dell’ambasciatore Armando Sanguini

Crisi del gas e prezzo delle materie prime. Soluzioni sostenibili

Il prezzo del gas sale. Prima di qualsiasi intervento per calmierarlo è urgente comprendere le dinamiche dei mercati delle materie prime. L’opinione di Pietro Paganini, Competere

Spazio, l'altro fianco della Nato. Una strategia

Di Lorenzo Bazzanti

Non ci sono solo il fianco Est e il fianco Sud della Nato, su cui l’Alleanza ha acceso i riflettori al summit di Madrid. Lo spazio è una delle frontiere più calde ed esposta a non pochi pericoli. L’analisi di Lorenzo Bazzanti, Geopolitica.info

A Landini si è ristretto il campo largo

Il programma della Cgil sciorinato da Landini insieme a un sempre più stretto “campo largo” non solo è fuori tempo, ma è fuori mercato, insostenibile di fronte alla tempesta che sta arrivando. E si rischia di commettere lo stesso errore di cinque anni fa. Il commento di Giuliano Cazzola

Inflazione, crisi del gas e price cap. I nodi da sciogliere secondo Polillo

Capire di che tipo è l’inflazione che ha colpito non solo l’Italia, ma l’intera Europa, è essenziale. Come importante è capire le differenze con l’altra sponda dell’Atlantico, la cui economia è più alle prese con un’inflazione da domanda che non da costi. L’analisi di Gianfranco Polillo

Quando si vota? La roadmap di Celotto

Voto anticipato? Scioglimento delle Camere in autunno? Legislatura prolungata? (Speriamo di no). Una road map elettorale da qui alle urne. Il commento del professor Alfonso Celotto

Wendell Berry e la sua poesia all'umanità distratta

“Perché l’amore tocchi terra”, la poesia di Wendell Berry come atto di accusa di un ecologista irregolare, conservatore atipico, comunitarista fuori dagli schemi. La recensione di Gennaro Malgieri

Chi condanna l'Italia al piccolo cabotaggio. Il mosaico di Fusi

Tra tentazioni di uno strappo all’italiana e spallucce sul Pnrr, i palazzi romani tornano a ballare nel mezzo di una crisi internazionale. È la conferma di un provincialismo che condanna il Paese al piccolo cabotaggio. Il mosaico di Carlo Fusi

Un Centro per la partecipazione democratica, non solo per le elezioni

Gli aspiranti costruttori di centri larghi o stretti si confrontino con gli insegnamenti della storia, prima di assumere iniziative potenzialmente fallimentari. Il commento di Raffaele Reina

×

Iscriviti alla newsletter