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La Svizzera ha siglato un accordo per l’acquisto degli F-35, evitando il referendum popolare proposto nella speranza di ricevere i nuovi jet entro la fine del decennio. L’accordo è stato sottoscritto dal direttore degli Armamenti di Berna, Martin Sonderegger, e il responsabile del programma F-35 di Lockheed Martin, Darko Savic, per un valore complessivo di 6,25 miliardi di dollari. Il contratto prevede l’acquisto di 36 esemplari del velivolo a decollo e atterraggio convenzionale, destinati a sostituire le flotte nazionali di F/A-18 Hornet e F-5 Tiger tra il 2027 e il 2030. Il Parlamento svizzero ha votato la scorsa settimana per dare il via libera all’approvvigionamento, aprendo così la strada alla firma del contratto.

Gli F-35 svizzeri

La decisione della Svizzera di acquistare i Lightning II è arrivata a giugno nel 2021, dopo l’annuncio del Consiglio federale svizzero della scelta dell’F-35 nella competizione per rinnovare i caccia della Confederazione, programma approvato anche da un referendum popolare. Il governo svizzero ha fatto pressioni affinché il contratto per l’F-35 fosse firmato prima che il periodo di offerta terminasse, la prossima primavera, nonostante i tentativi della coalizione “Stop F-35”, composta da membri del Partito socialista svizzero e dei Verdi, di programmare un referendum popolare per bloccare la transazione. Berna ha sempre fatto pressioni per portare avanti l’accordo nonostante la richiesta di referendum.

Il ruolo di Cameri

I primi otto F-35A saranno prodotti negli stabilimenti Lockheed Martin di Fort Worth, in Texas, dove saranno utilizzati anche per l’addestramento iniziale dei piloti svizzeri. Il governo di Berna sta ancora valutando la possibilità di assemblare quattro velivoli in Svizzera, presso gli impianti di Ruag. Almeno 24 velivoli successivi saranno prodotti e assemblati presso lo stabilimento di Final assembly and check-out (Faco) di Cameri, in Piemonte. Qualora non fosse possibile per gli svizzeri assemblare nazionalmente gli F-35, anche i quattro aerei previsti per Ruag saranno prodotti a Cameri.

La posizione italiana

Con l’acquisizione svizzera degli F-35, l’Italia si trova in una posizione privilegiata per inserirsi nella linea di produzione degli F-35 destinati alle nazioni del Vecchio continente. A Cameri, infatti, si trova una delle sole due linee di produzione dell’F-35 fuori dagli Stati Uniti (l’altra è in Giappone), e l’unica in Europa. L’Italia ha partecipato al programma F-35 fin dall’inizio e l’Aeronautica militare e la Marina militare utilizzano attualmente gli aerei in versione convenzionale (versione A) e a decollo corto e atterraggio verticale (versione B). Inoltre, Cameri produce anche gli F-35A per le forze aeree olandesi.

Un caccia europeo

L’F-35 ha goduto di una crescente popolarità in Europa negli ultimi anni, con Regno Unito, Italia, Paesi Bassi, Norvegia e Danimarca che hanno attualmente in servizio o in fase di ordine F-35 nelle varianti A e B. Nel 2018 il Belgio è diventato il primo cliente europeo nell’ambito delle vendite militari estere, impegnandosi nell’acquisto di 34 velivoli, seguito due anni dopo dalla Polonia. Nel 2021 il novero di Paesi europei a volersi dotare degli F-35 è salito drasticamente, con Svizzera e Finlandia, seguita dalla scelta storica della Germania di affidarsi ai caccia della Lockheed per sostituire i suoi Tornado. Anche la Repubblica Ceca si è impegnata ad acquistare 24 F-35A per il ritiro dei suoi Gripen, e a giugno la Grecia ha presentato ufficiale richiesta per l’acquisto di venti F-35A entro il 2028. Anche la Spagna sta ora ipotizzando di dotarsi di F-35, ipotesi ventilata anche dal Portogallo. Svizzera, Finlandia, Germania e Repubblica Ceca sono tutti all’inizio del processo di acquisizione, e la Lockheed Martin ha stimato che entro il 2030 saranno dislocati in Europa oltre 550 F-35.

La Svizzera sceglie l'F-35. Una buona notizia per l'Italia

Il governo svizzero ha sottoscritto l’accordo per l’acquisizione di 36 caccia F-35 della Lockheed Martin, aggirando il tentativo di bloccare la transizione tramite referendum. La maggior parte dei velivoli saranno prodotti in Italia, presso la Faco di Cameri

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