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Le elezioni del 25 settembre e la possibile vittoria alle politiche della coalizione di centrodestra, pongono una serie di riflessioni sui temi da affrontare sia in queste settimane di campagna elettorale sia in caso di vittoria di un esecutivo guidato dal centrodestra. In questo contesto ci sono alcuni temi che la sinistra ritiene di propria esclusiva come la cultura, l’ambiente, i giovani. Inutile dire che si tratta di uno stereotipo e che non si possono regalare tematiche così importanti a una sola parte politica.

Per questo motivo,  abbiamo realizzato un ‘Appello per la cultura al centrodestra’ sottolineando la necessità di non lasciare lasciare l’agenda culturale alla propaganda del Pd. Il prossimo Governo dovrà difendere l’Italia e la sua identità culturale, dai musei alla biblioteche, dalle Chiese ai monumenti, dagli archivi al nostro paesaggio, evitando che sia sfregiato senza un piano di tutela nazionale. Non c’è nulla di più politico.

Insieme chiediamo a Meloni, Salvini, Berlusconi, di assumere una chiara responsabilità su un tema come la cultura, centrale e vitale per il lavoro e per i giovani, a partire dalla composizione delle liste elettorali e dalle prossime eventuali nomine di governo. Sarebbe un gesto concreto per superare lo stereotipo di un centrodestra non attento a un argomento così importante e privo di una tradizione culturale.

I nostri movimenti Rinascimento e Nazione Futura, hanno portato avanti in questi anni numerose attività e iniziative a sostegno della cultura e rappresentano un serbatoio da cui attingere persone e idee.

Si tratta di un monito che vale tanto a livello nazionale quanto locale e che interessa anche le amministrazioni di centrodestra. Una possibile vittoria alle politiche, rappresenterebbe un’occasione unica per superare una volta per tutte l’egemonia culturale gramsciana della sinistra valorizzando idee, temi, valori e persone che provengono da una tradizione culturale liberale, conservatrice, cattolica, popolare. 

 

(testo raccolto da Federico Di Bisceglie)

Caro centrodestra, basta propaganda culturale del Pd. L'appello di Giubilei e Sgarbi

L’editore e il critico d’arte: “Chiediamo a Meloni, Salvini, Berlusconi, di assumere una chiara responsabilità su un tema come la cultura, centrale e vitale per il lavoro e per i giovani, a partire dalla composizione delle liste elettorali e dalle prossime eventuali nomine di governo”

Le elezioni hanno una portata storica. Soprattutto per il Pd e FdI

Il Pd si gioca tutto con proposte che rischiano di alienare parte dei suoi elettori, dopo 30 anni vissuti al centro della scena politica come partito-sistema, e con lui rischia di cadere Forza Italia. Il paradosso forse è che FdI non pare preparata a raccogliere e tenere in mano tutto questo. Il crollo e la ricostruzione di un sistema che va al di là della “destra” e dei suoi valori. Gli scenari di Francesco Sisci

Nel rapporto tra Italia e Algeria si giocano i futuri equilibri mediterranei

Di Uberto Andreatta

Al governo che verrà si presenterà l’occasione storica irripetibile di guardare a un Mediterraneo dove, a differenza del passato, si parla sempre meno francese – e, se si parla inglese, non lo si fa certo per aderire agli imperativi strategici di Londra – e dove si misurerà la capacità/volontà americana di portare alle estreme conseguenze il contenimento russo. In altre parole, l’Italia sarà nelle condizioni di giocare un ruolo determinante nel dialogo con gli Stati Uniti in questo quadrante decisivo

"Non vado da nessuna parte". Brunetta e il suo futuro politico

Di Renato Brunetta

Il ministro per la Pubblica Amministrazione ha lasciato Forza Italia ma non si unisce ad Azione come hanno fatto le sue colleghe Carfagna e Gelmini. Con un messaggio su Facebook annuncia che porterà a termine il suo compito nel governo Draghi e parla dei suoi piani per il futuro: “Mi occuperò di più di Venezia, la mia città, e della mia famiglia: i grandi amori della mia vita”

Il terzo polo in un'Europa "potente". Gozi su Renzi, Calenda, e un messaggio a Letta

Il segretario generale del Partito democratico europeo: “Alla base di questo accordo c’è un progetto politico di ampio respiro, destinato ad approdare anche in Europa”. Le priorità? “La costruzione di un’Europa potente e democratica che si opponga alle logiche imperialiste di Putin o della Cina. A Letta dico: il 1994 è finito da un po’…”

Così la Cina vede Taiwan (e la visita di Pelosi). Legittimità contro opportunità

Enrico Fardella, direttore del progetto China Med e visiting scholar alla John Cabot University, analizza i risvolti della visita della Speaker Pelosi e i potenziali scenari geopolitici e geoeconomici. Xi Jinping potrebbe restare saldamente al potere per molto tempo e farà di tutto per risolvere, come promesso, il tema di Taiwan

Accrocco o novità di successo? Il Terzo Polo nel mosaico di Fusi

Renzi e Calenda promettono il ritorno del metodo Draghi e invece faranno un regalo a Meloni, come scrive Stefano Ceccanti? Oppure riusciranno a smuovere lo scalcinato bipolarismo italiano (ri)portando alle urne scontenti e disillusi?

Matrioske e ghigliottine, gilet arancioni e poeti, i (nuovi) simboli elettorali

Domenico Giordano di Arcadia fa una Tac, ovvero un rapido Test Apertamente Critico, ai contrassegni presentati oggi, tra molti sorrisi e zero imbarazzi. “Ne ho scelti dieci, per non annoiare e martoriare il lettore, ma anche per tenere a bada il bruciore da ulcera elettorale”

Ethereum The Merge

The Merge, la rivoluzione di Ethereum (e del mondo crypto) è a un passo

Dopo anni di attesa, la seconda blockchain più grande al mondo ha concluso l’ultima prova generale prima della transizione che renderà il sistema più sostenibile ed efficiente. Ecco come e perché l’aggiornamento a Ethereum 2.0 potrebbe ridisegnare il web3 e il panorama finanziario

Perché alla Nato serve una guida italiana. Parla l’amb. Pontecorvo

Intervista con il diplomatico italiano, ultimo funzionario dell’Alleanza atlantica a lasciare Kabul un anno fa. “Rafforzare la difesa europea è un dovere etico e politico per contare di più nelle scelte dell’Occidente”. Per il post Stoltenberg l’Italia ha un paio di nomi incontestabili, afferma

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