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Alcune cose so, altre chiedo. So che i detentori di potere personalistico cercano spesso di rafforzarlo, quando sentono che si affievolisce, con operazioni azzardate da loro ritenute facili.

Più terra più “sudditi” più potere agli occhi dei propri sudditi e degli altri autocrati invidiosi: questa è la ricetta molto diffusa.

Se, però, la “operazione militare speciale” fallisce, l’autocrate rischia di perdere la faccia e quindi, forse, anche il potere. Per lo più, anche questo so, gli autocrati sono molto prudenti e guardinghi. Debbono anche guardarsi dai loro sostenitori che rappresentano un entourage di profittatori e sicofanti di cui non ci si può fidare. Alcuni dei giulivi sostenitori addirittura si posizionano con destrezza per trovarsi nella linea di successione/sostituzione, meglio non troppo prematuramente.

Toccherà a chi ha più abilmente calcolato rischi e tempi ereditare il potere politico, a meno che il regime stesso sprofondi sotto il peso delle sue contraddizioni e delle smisurate ambizioni dell’autocrate sconfitto. Una terza cosa so che nessuno di questi regimi autoritari potrebbe durare lo spazio di un pomeriggio se i militari decidessero che basta, ça suffit, enough (non so come si dice in russo).

Allora ecco la domanda da 64 milioni di rubli.

Vorrei sapere se osservatori e conoscitori della realtà russa sentono, vedono, colgono scricchiolii sia nella nomenklatura putiniania sia, soprattutto, nelle gerarchie militari.

Agli ufficiali non piace perdere le guerre e meno che mai il prestigio. A fronte di questa doppia evenienza che, naturalmente, avvertono prima di chiunque altro, potrebbero preferire sbalzare dal potere politico chi ha agito solo per suo interesse personale, che, pertanto, è colui che deve pagare il fio.

Così facendo, spesso esonera gli altri, certo non ingenui agnellini. In sostanza, la domanda è: si avverte sullo sfondo un tintinnio di carri armati che rivolgono il loro volto minaccioso al Cremlino? Chi sa parli.

Scricchiolii fra putiniani e militari. Pasquino nelle stanze del Cremlino

Si avverte sullo sfondo un tintinnio di carri armati che rivolgono il loro volto minaccioso al Cremlino? Chi sa parli. Il quesito di Gianfranco Pasquino, accademico dei Lincei in libreria con “Tra scienza e politica. Una autobiografia” (Utet)

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