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Uno degli obiettivi raggiunti nei primi mille giorni del governo Meloni è il rafforzamento dei rapporti con i principali attori del Golfo — una regione che è sempre più centrale nelle dinamiche internazionali e su cui non solo Roma, ma anche l’intera Ue sta scommettendo come parte delle attività di costruzione di nuove partnership. In questo quadro, il Qatar, attore finanziariamente solido e diplomaticamente attivo, emerge oggi come uno degli interlocutori più rilevanti. Il Dialogo Strategico ha ricevuto un impulso decisivo nel 2024 con la visita dell’emiro Tamim bin Hamad Al Thani a Roma, che ha posto le basi per una collaborazione a tutto campo, fondata su pragmatismo e interessi strategici convergenti. Il dialogo è attualmente presieduto dal ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani e dall’omologo Sheikh Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani (che è anche capo del governo). La presenza qatariota alla Conferenza per la Ricostruzione dell’Ucraina (URC2025) ha confermato che le dinamiche delle relazioni sono solide, con l’avanzamento di dossier bilaterali e multilaterali.

Tra questi, in primis il Piano Mattei, strategia italiana per una cooperazione paritaria con l’Africa, è sempre di più un canale di dialogo operativo con Doha. Tanto che proprio a margine della URC2025, si sono svolti colloqui tra il vice ministro degli Esteri Edmondo Cirielli e il ministro di Stato per gli Affari Esteri del Qatar, Sultan Al Muraikhi, e tra la sottosegretaria Annamaria Tripodi e la ministra di Stato per la Cooperazione Internazionale Maryam Al Misnad. Al centro, proprio il Piano Mattei, affiancato dal Processo di Roma, l’iniziativa italiana per la gestione integrata dei flussi migratori. Dialoghi proseguiti dall’ambasciata d’Italia a Doha, con Qatar Fund for Development per esplorare progetti comuni con quello che è il braccio operativo dell’emirato. Doha, che osserva con attenzione anche la traiettoria emiratina in Africa, sembra ora orientata a costruire per sé un “abito su misura”, compatibile con la visione multilaterale italiana.

Il dialogo strategico si innesta su una cooperazione economica già in atto. Accordi siglati in occasione della visita dell’Emiro a Roma coinvolgono attori centrali come Sace, con le grandi imprese italiane. L’obiettivo è favorire l’accesso delle aziende italiane a un mercato dinamico, riducendo i rischi e rafforzando la presenza industriale e investimenti reciproci. Il dialogo con il fondo sovrano Qia amplia ulteriormente il potenziale: con un patrimonio da oltre 4 miliardi di Euro in Italia, a cui si aggiungono i privati, questa è una delle dimensioni bilaterali del rapporto. Tali basi economiche rendono credibile e replicabile anche la cooperazione in paesi terzi — dimensione che si lega al Piano Mattei.

La relazione Italia-Qatar si fonda anche su una solida collaborazione nel settore difesa. C’è un piano attivo. Per esempio l’Italia ha partecipato alla missione di sicurezza dei Mondiali di Calcio in Qatar con un personale composto da 560 unità, contribuendo al controllo dello spazio aereo e marittimo, alla lotta al terrorismo e alla gestione di minacce ibride. Oggi la cooperazione prosegue con progetti di addestramento navale sviluppati da Fincantieri e con il centro di formazione per piloti militari realizzato dall’Aeronautica Italiana e Leonardo, di cui Doha è partner. La relazione è continua, strutturata e adattabile alle esigenze condivise di sicurezza e capacità operativa.

Tra i driver, c’è poi il settore energetico. Eni, presente da anni nell’emirato, ha rafforzato la sua posizione negli ultimi anni con partecipazioni nei progetti di espansione del North Field, il più grande giacimento di gas naturale al mondo. Questa presenza non ha solo un valore industriale, ma consente all’Italia di rafforzare la propria diversificazione energetica in un’area strategica. La pipeline geopolitica su cui scorre il settore del gas liquefatto (Gnl) si inserisce nel quadro più ampio degli sforzi italiani per garantire sicurezza energetica e stabilità delle forniture, soprattutto dopo l’inizio dell’invasione su larga scala della Russia in Ucraina. Il Qatar, da parte sua, considera l’Italia un cliente stabile e un partner affidabile, una delle chiavi verso l’Occidente con cui pianificare collaborazioni.

L’emirato non è solo un Paese ricco: è un attore utile, credibile e ben connesso. La sua mediazione su Gaza, il dialogo continuo che disegna i rapporti con l’Iran, il lavoro silenzioso in Afghanistan, Ucraina e Africa mostrano una postura diplomatica coerente e riconosciuta, apprezzata particolarmente da Washington. La sua capacità di essere “utile agli altri” rafforza il senso globale della cooperazione con l’Italia, che mira a costruire una rete efficace e stabile con i partner mediorientali. Con Doha, la convergenza è già operativa. E nel contesto della diplomazia economica promossa dal governo Meloni, l’asse Italia-Qatar si conferma come uno dei più promettenti, sebbene spesso sotto traccia, asset della presenza italiana nel Mediterraneo globale di cui parla la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

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