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Piccole enclavi che messe insieme possono dare corpo e forma a una vera transizione. Il che, in tempi di dipendenza energetica dalla Russia e di guerra in Ucraina, non guasta. Sono le Comunità energetiche rinnovabili (Cer), ovvero un’associazione tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali o piccole e medie imprese che decidono di unire le proprie forze e i propri interessi per dotarsi di impianti condivisi per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili.

In altre parole, si tratta di un importante passo avanti in direzione di uno scenario energetico che favorirà lo sviluppo di energia a base di reti intelligenti (o smart grid). Qualcosa però si era già visto in passato, dal momento che in Italia era in già possibile, per i singoli cittadini o per gruppi di aziende, unirsi per finanziare l’installazione di un impianto parzialmente o totalmente alimentato da fonti rinnovabili, ma non era previsto che tale impianto potesse fornire energia a più utenze. Ma quante sono in Italia le Comunità energetiche?

Ad oggi le energy community sono dodici, concentrate principalmente principalmente in Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Lombardia. E il trend è destinato a crescere. Inoltre, secondo uno studio del Politecnico di Milano, si stima che entro 5 anni le energy community italiane saranno circa 40mila e coinvolgeranno circa 1,2 milioni di famiglie, 200 mila uffici e 10 mila pmi.

Ora, dal Pnrr è arrivata una nuova spinta, che vale un assegno da 2,2 miliardi di euro, spiega a Formiche.net il presidente della Commissione Industria del Senato, Gianni Girotto. “Credo che sia arrivato il momento di creare la figura del Commissario per le comunità energetiche, per spendere bene e nei tempi stabiliti i 2,2 miliardi dei fondi del Pnrr. E anche di istituire un fondo di garanzia per finanziare le Cer. Un fondo di garanzia in realtà non è regalare denaro, ma serve per far sì che le banche prestino senza troppi pensieri”.

Secondo Girotto, “esse sono sì una creatura del Movimento 5 Stelle, ma la validità di questo strumento è riconosciuta da tutte le altre forze politiche e questo è per noi un motivo di grande soddisfazione. Produrre energia rinnovabile, per ridurre i consumi e affrancarsi dalle fonti fossili – spiega Girotto – è l’opportunità che le comunità energetiche offrono per far fronte al problema del caro bollette, rendersi più resilienti verso il cambiamento climatico e costruire un futuro di pace. Esse sono infatti lo strumento più efficace e più veloce non solo per contrastare gli effetti delle guerre in corso, ma per prevenirne e ridurne notevolmente le cause”.

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