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L’Ue ha già vinto in Ucraina, è stato il coro unanime partito dalla settima edizione del Delphi Forum, kermesse geopolitica ed economica promossa in Grecia lì dove il noto oracolo dispensava nell’antichità verdetti e previsioni. Dal Commissario Ue, Paolo Gentiloni, ai vertici politici e finanziari di Ue e del globo (tra cui Banca Mondiale, Visa, Tiktok e varie multinazionali come Lockheed Martin) è stata particolarmente nutrita la presenza italiana, con il sottosegretario agli affari europei Enzo Amendola e la direttrice dello Iai Nathalie Tocci, oltre a molti esponenti del mondo accademico ed universitario.

Gas & gasdotti

Primo macro tema discusso, oltre ovviamente alla guerra, è stato quello relativo all’energia. Dopo la prudenza manifestata dal sottosegretario americano Victoria Nuland sul gasdotto Eastmed (troppo caro e troppo in là con i tempi) è stato l’ambasciatore israeliano in Grecia Yossi Amrani a segnare un distinguo: “Sono i paesi della regione a dover prendere la decisione – ha detto – e i paesi della regione stanno parlando. Guardiamo ai nostri interessi, realizziamo quali risorse abbiamo come paesi e come regione e cerchiamo di usarle per uno specifico beneficio”.

Come è noto Tel Aviv preme per la realizzazione della strategica infrastruttura di cui si discute ormai da 12 anni e ritiene che sia il momento di fare qualche progresso, “se l’Europa deve essere onesta sulla sua retorica sulla necessità di diversificare le sue forniture di gas, allora la retorica di Bruxelles deve essere tradotta in azione”.

Prospettive

In questo senso l’annuncio del ministro dell’Energia Kanir Elharar dà più di un indizio: ha confermato che da settembre Israele sarà in grado di fornire all’Ue grandi quantità di gas naturale. Il ministro israeliano, in consultazione con il commissario europeo per l’Energia Kadri Simpson, ha già istituito un gruppo di lavoro sull’energia, a cui partecipa anche l’Egitto. Quest’ultimo, aprendo il forum, ha messo l’accento sul fatto che la crisi ucraina ha portato una reazione a catena all’energia e ci ha fatto capire che dobbiamo passare all’approvvigionamento di gas alternativo, ma anche promuovere ulteriormente l’energia nelle sue varie forme.

Egitto

In questo senso va la rete che sta vedendo assieme i paesi del Mediterraneo, compreso l’Egitto, all’interno del Forum Eastmed dal momento che Il Cairo, dopo le scoperte dei giacimenti da parte dell’italiana Eni, svolge un significativo ruolo nel campo energetico. Di fatto è un attore chiave, per questa ragione un ulteriore rafforzamento delle relazioni tarate sull’nergia si è avuto nel recente vertice tra Israele, Egitto ed Emirati Arabi Uniti a Sharm el-Sheikh, dove a farla da padrone è stata la tesi che vi sono ormai “dimensioni regionali specifiche” che sono in grado di assumere decisioni precise.

Creta

Nelle stesse ore in cui si discute della diversificazione energetica dell’Ue, da Creta arriva la notizia dello sblocco dell’esplorazione per due campi nel sud-est dell’isola: la mappatura dei fondali ha rivelato la presenza significativa di ottime prospettive. Al momento Hellenic Petroleum ha licenze per la concessione di lotti offshore in due parti nello Ionio settentrionale e il consorzio Total-ExxonMobil-ELPE nei due blocchi offshore a ovest e sud-ovest di Creta. L’ok arriva dopo i ritardi causati degli appelli delle organizzazioni ambientaliste contro lo Studio Strategico di Impatto Ambientale.

Soprattutto a sud di Creta le aspettative sono molto alte, poiché i fondali sono simili a quelli nel Mediterraneo orientale in Egitto e Israele dove sono stati scoperti due grandi giacimenti: Leviathan in Israele capace di contenere circa 535 miliardi di metri cubici di gas naturale e Zohr in Egitto dove, ad agosto 2019, la produzione del giacimento ha raggiunto oltre 2,7 miliardi di piedi cubi di gas al giorno.

@FDepalo

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