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Si è svolta all’insegna degli Accordi di Abramo e del dialogo la terza giornata culturale araba organizzata nel fine settimana dall’associazione ItaliArabi a Roma. L’evento, che ha visto la partecipazione di giornalisti, studiosi e esperti del mondo arabo, si è svolta nella sala delle conferenze del Centro islamico culturale d’Italia, noto come la Grande moschea di Roma, nell’ambito delle iniziative di carattere culturale promosse dal suo segretario generale, Abdellah Redouane. A presiedere i lavori è stata la giornalista del gruppo Gedi, Karima Moual, affiancata dal presidente dell’associazione ItaliArabi, il cardiologo di origini yemenite ma romano di adozione Hassan Sabri.

La manifestazione è iniziata con le note della banda musicale della polizia municipale di Roma e i saluti istituzionali. Ospite d’eccezione della manifestazione l’ambasciatore del Kuwait, Azzam Mubarak al Sabah, e l’assessore alla Cultura del Comune di Roma, Miguel Gotor.

La serata è entrata nel vivo con il panel dal titolo: “Conflitti in essere, Migrazione e prove di Democrazia” che ha visto l’intervento del consigliere di amministrazione della fondazione Med-Or, Germano Dottori, il quale ha spiegato il ruolo degli Accordi di Abramo a sostegno della stabilità in Medio Oriente. In particolare Dottori ha ricordato come la precedente amministrazione degli Stati Uniti, guidata da Donald Trump, abbia chiuso la sua politica estera avviando quella che è la novità più importante degli ultimi anni nella regione mediorientale che è stata ripresa, seppur con meno sostegno, anche dalla nuova amministrazione di Joe Biden. Per l’accademico della Luiss non è escluso che questi accordi non possano evolversi portando il riconoscimento di Israele da parte anche di altri Paesi non arabi oltre i quattro che li hanno già sottoscritti.

In questo ambito è intervenuto il giornalista di Decode39, Massimiliano Boccolini, il quale ha parlato delle tensioni in Africa provocate da fonti di instabilità, come l’imminente arrivo dei contractor russi della Wagner in Mali o la presenza dei campi profughi sahrawi nel sud dell’Algeria, ponendo come alternativa positiva invece la politica di sviluppo condotta dal Marocco nella regione del Sahara occidentale, aiutata proprio dal riconoscimento da parte degli Usa della sua sovranità su quell’area e dai recenti accordi firmati con Israele.

La seconda parte della manifestazione è stata dedicata invece alla cultura araba, usata come chiave di riconoscimento ma anche di dialogo, evidenziando come in Italia ci sono ancora molti passi da compiere nel sostegno agli scrittori arabi e alla letteratura in generale, con l’intervento della professoressa Isabella Camera d’Afflitto, considerata il decano degli esperti di letteratura araba in Italia.

Oltre ai momenti di confronto, la manifestazione è stata caratterizzata da una presentazione della cultura araba a 360 gradi. Grazie agli ampi spazi offerti dal Centro islamico di Monte Antenne è stato possibile allestire anche un angolo dedicato al tipico tatuaggio arabo con l’Henné e ad una degustazione di cibo della cucina mediorientale sulle note della musica araba proposta dal concerto di Ziad Trabelsi e del suo gruppo.

L’associazione ItaliArabi che ha promosso l’iniziativa è nata l’11 maggio 2016 con il preciso scopo di promuovere e diffondere quei valori civili che sono patrimonio comune per tutta l’umanità, avendo a cuore il superamento del pregiudizio e della discriminazione attraverso attività ricreative e informative che possano contribuire alla conoscenza reciproca, all’approfondimento culturale, alla valorizzazione della persona nel pieno dei suoi diritti.

La terza giornata culturale araba all'insegna degli Accordi di Abramo

La manifestazione organizzata dall’associazione ItaliArabi presso la Grande moschea di Roma ha visto quest’anno come ospite d’eccezione l’ambasciatore del Kuwait al Sabah

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