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La guerra in Ucraina si sta combattendo anche sulle comunicazioni. Lo raccontano bene due storie.

La prima, riportata dal Washington Post: l’intelligence statunitense è convinta che gli hacker dell’intelligence militare russa abbiano violato, il 24 febbraio scorso, cioè il giorno dell’inizio dell’invasione dell’Ucraina, i sistemi della società americane di comunicazioni satellitari Viasat. Ufficialmente la Casa Bianca, tramite il Consiglio di sicurezza nazionale, non attribuisce l’attacco ma le fonti citate dal giornale sembrano avere pochi dubbi. Non sembra un caso che nei giorni scorsi le autorità statunitensi che si occupano di sicurezza informatica abbiano avvertito di essere “consapevoli di possibili minacce alle reti di comunicazione satellitare statunitensi e internazionali” invitando i provider a migliorare la loro sicurezza a causa dei continui rischi potenziali.

Dmitri Alperovitch, esperto di sicurezza informatica e presidente del think tank Silverado Policy Accelerator, ha detto al Washington Post che le comunicazioni satellitari “sono state utilizzate ampiamente dai militari ucraini non solo per il comando e il controllo delle forze, ma anche per missioni tattiche come l’uso di droni contro i blindati russi”. Questo attacco, ha continuato, “potrebbe aver avuto un serio impatto nel compromettere le capacità militari ucraine all’inizio della guerra”.

Se l’Ucraina, anche grazie ai Paesi occidentali, sembra aver risolto il problema, la Russia sembra ancora alle prese con problemi di comunicazione.

E così arriviamo alla seconda storia, che riguarda le difficoltà delle truppe russe, costrette a ricorrere a sistemi aperti che possono essere facilmente intercettati dall’esercito ucraino. L’hanno raccontata recentemente sia il New York Times sia Foreign Policy. Nelle scorse settimane ce n’eravamo occupati anche su Formiche.net. Fondamentale in queste rivelazioni si è rivelato il lavoro della società privata d’intelligence britannica ShadowBreak, che ha spiegato come “per la prima volta in un conflitto moderno, le forze regolari russe comunicano senza modalità digitale”, cioè in analogico, “rendendole completamente udibili da tutti”. E negli audio si sente tutta l’impreparazione e a volte anche la disperazione delle truppe.

Secondo quanto riportato da Foreign Policy, le unità ucraine hanno sfruttato la mancanza di comunicazioni della Russia per interferire con i messaggi tattici, in alcuni casi anche individuando la posizione degli alti ufficiali russi per i cecchini che sono stati addestrati dai militari occidentali negli ultimi otto anni. “Semplicemente non erano completamente preparati per operazioni di questa intensità per così tanto tempo su così tante diverse linee multiple di attacco, e così li vediamo avere alcune difficoltà di comando e controllo”, ha dichiarato un alto funzionario della Difesa degli Stati Uniti ai giornalisti. “Li stiamo vedendo usare molto di più le comunicazioni non classificate perché la loro capacità di comunicazione classificata è, per un motivo o per l’altro, non così forte come dovrebbe essere”.

Come detto, queste informazioni ai russi costano, anche in termini di vite, di alti ufficiali ma non soltanto. E non è un dettaglio. Perché, come già raccontato su Formiche.net, il Cremlino ha un problema con i morti: non può giustificare le vittime perché ha raccontato che si trattava di un’“operazione speciale”, rapida e indolore; e non può farlo per non sembrare debole. Ma il numero di soldati russi morti nel conflitto, secondo alcune valutazioni, è superiore alle 10.000 unità in un solo mese di guerra. Un’altra grana per Vladimir Putin.

I problemi “radio” che causano morti tra i soldati russi

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