Skip to main content

La senatrice Liliana Segre ha inviato un messaggio al Congresso dell’Anpi che ha un intento apprezzabile: il richiamo allo spirito della Costituzione come guida del confronto pubblico tra cittadini diversi nella vicenda Ucraina. Appunto in piena aderenza a questo spirito, dai liberali vanno fatte alcune osservazioni nel merito degli argomenti usati.

La sen. Segre fonda il suo messaggio su “naturalmente anche l’impegno costante per la pace”. Ora, i fatti mostrano che questo impegno dell’Italia e dell’Occidente c’è a parole, ma non corrisponde all’agire effettivo. Perché scrivendo “la guerra assurda all’improvviso è tornata”, la sen. Segre, con l’uso del termine “all’improvviso”, adotta l’incompleta narrazione dell’Occidente che cancella l’indubbio mancato adempimento da parte dell’Ucraina del trattato Minsk2 stipulato a febbraio 2015 con Russia, Francia e Germania, in base al quale la stessa Ucraina avrebbe dovuto inserire nella propria Costituzione l’autonomia rafforzata per il Donbass (richiesta ripetuta ancora da Putin la settimana prima dell’invasione, e di nuovo respinta dall’Ucraina).

Tale inadempimento non giustifica l’invasione di Putin ma ne fa capire il motivo. Il rifiuto dell’autonomia al Donbass non è un affare interno all’Ucraina, appunto in base al Minsk2. Un accordo che, tra l’altro, rientra in pieno nel medesimo art. 11 della nostra Costituzione, che, nel periodo successivo a quello citato dalla senatrice, afferma “consente alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace fra le Nazioni”.

Capire il motivo dell’invasione, non muta il suo eccesso che colpisce la sovranità ucraina, ma avrebbe tenuto conto della singolarità dei modi in cui si è espressa tale sovranità e di conseguenza avrebbe indotto l’Occidente ad un’azione mirata non a demonizzare Putin aizzandogli contro l’opinione pubblica, bensì ad usare gli stretti rapporti dell’occcidente con Zelensky (lo stesso Biden ha ammesso la settimana scorsa di fornire aiuti militari a Kiev dall’inizio 2021) per indurlo a trovare subito l’applicazione del trattato sul Donbass.

L’Occidente questo non l’ha fatto e ha scelto la strada delle sanzioni economiche contro Putin, di cui bisogna ringraziare Biden, il quale con tale compromesso ha evitato lo spettro bellico cui lo spingevano Stoltenberg e Blinken (come si evince dalle loro stesse dichiarazioni). Le sanzioni sono una strada con l’intento di isolare la Russia ma che è fisiologicamente destinata a colpire tutti i diversi soggetti nel mondo, siccome restringe gli scambi e la libertà delle relazioni. Dunque, anche se i nostri mezzi di comunicazione fingono di ignorarlo, le sanzioni economiche spingono di sicuro alla guerra fredda, e in più lasciano ancora sperare una parte degli ucraini in veri e propri interventi di guerra da parte dell’Occidente (alla sen. Segre non possono essere sfuggite le reiterate dichiarazioni fatte da giorni dalla vice premier Vereshuck).

L’Occidente segue almeno la dottrina Biden ma resta ambiguo nei suoi comportamenti sugli aiuti all’Ucraina. Perché sono del tutto legittimi e giusti gli aiuti sanitari ed alimentari (salvano vite) ma sbagliati gli aiuti militari (funzionali a prolungare lo stato di guerra). Così come è quanto meno opinabile l’intenzione del governo italiano di rispondere alla crisi ucraina aumentando le nostre spese militari al 2% del Pil. Una risposta che, nonostante le pressioni della parte dell’occidente invasata dal bellicismo al punto dal contraddire i principi di libertà essenziali nell’Occidente, è stata condannata pure dal papa in nome dei suoi principii religiosi.

I liberali sono convinti che la sen. Segre, per idee ed esperienza di vita, sia determinata con fermezza a battersi in modo da evitare che teorizzare la libertà si trasformi nel tradirne i meccanismi. Perché un conto è rifarsi alla resistenza quando sussiste una situazione di guerra in corso, come avvenuto negli anni ’40 in Italia, un conto ben diverso sarebbe evocare la resistenza in Ucraina oggi ad ogni costo, al prezzo di rendere più vicina la minaccia della guerra mondiale con l’armare la stessa Ucraina.

Qualche considerazione sull'Ucraina a partire dalle parole di Liliana Segre

Cosa si può evincere dalle parole di Liliana Segre sulla guerra in Ucraina? La riflessione di Raffaello Morelli a partire dal discorso della senatrice a vita

Le difficoltà russe sul campo accendono le tensioni tra Biden e Putin

Il presidente Usa contro il leader del Cremlino: “Macellaio”. Dura la risposta di Mosca: sono “insulti” che “restringono le possibilità” di un miglioramento dei rapporti bilaterali

Ridisegnare una mappa della sicurezza europea non sarà facile

L’articolo di Luigi Paganetto dal titolo “Nulla sarà più come prima” ha innescato un dibattito su come dovranno cambiare, in brevissimo tempo, le politiche economiche europee. Rocco Cangelosi, diplomatico e consigliere di Stato, già consigliere diplomatico del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si concentra sulle sfide nel percorso verso una una mappa della sicurezza in Europa

La competizione globale Usa-Cina è un’occasione per l’Ue?


Sì, secondo un rapporto del centro studi tedesco Merics. Ma l’Europa non può farsi trovare impreparata. Ecco da dove partire

Come l’internet libero ha sabotato i piani di Putin

Di Andrei Soldatov e Irina Borogan

Ne “La nuova cortina di ferro”, Soldatov e Borogan (senior fellows di Cepa e cofondatori di Argentura.ru) spiegano come il sistema di filtraggio dell’internet sovrano russo si rivelò inefficace

Cambia lo scopo del governo, cambi la maggioranza. Scrive Sisci

L’esecutivo attuale non era tarato per gestire tali dossier. Doveva varare il Pnrr e affrontare l’epidemia. La guerra in Ucraina ha cambiato le carte in tavola: politicamente questa maggioranza non c’è più e alcuni partiti, in tutto o in parte, dovrebbero andare all’opposizione mentre altri dovrebbero andare al governo

Putin e la Nato delle mezze misure. Il commento di Cazzola

La Nato deve tracciare una linea rossa oltre la quale Putin deve sapere di non poter andare, perché la risposta sarebbe la guerra. D’altra parte, l’Ucraina già al centro del conflitto, non può essere lasciata sola

Carlo Mosca e l’intelligence. L’Università della Calabria lo ricorda con un convegno

A un anno dalla scomparsa del prefetto ex ed direttore del Sisde, un evento con Valentini, Violante, Guidi, Frattini, Savona e Letta

Così Israele ospita la diplomazia del Mediterraneo allargato

Incontri tra Paesi del Golfo e del Mediterraneo, con gli Usa presenti, per costruire un insieme diplomatico regionale che affronti le sfide del momento: su tutte l’Ucraina e il Jcpoa

Gli effetti della guerra in Ucraina sul Pnrr

Non c’è nulla di male a decidersi finalmente a por mano al Pnrr adeguandolo al nuovo quadro e ai nuovi equilibri sia energetici che macroeconomici, anche a causa del rischio di una stagflazione quasi del modello degli anni Settanta che si configura

×

Iscriviti alla newsletter