Skip to main content

Le immagini degli agenti di polizia che, a Pisa più che a Firenze, manganellano giovani studenti delle scuole superiori, sono conturbanti anche per me, uomo d’ordine. Ho cercato di guardare nei dettagli quelle immagini variamente trasmesse. Non ho visto né passamontagna né sbarre e bastoni che mi avrebbero permesso di diventare “pasoliniano”: studenti di famiglie borghesi contro poliziotti di origine proletaria. Quindi, posso schierarmi con quel borghese del Presidente della Repubblica “l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli” e “con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”. Mi permetto di non citare le prevedibilissime, non impara mai niente, parole di Matteo Salvini. Mi preoccupano, invece, quelle di Antonio Tajani: “sanzionare chi ha sbagliato, ma le forze dell’ordine non si toccano”. Se alcuni appartenenti alle forze dell’ordine hanno sbagliato, opportuno e giusto che vengano sanzionate. Punto.

Il Presidente Mattarella ha parlato in piena conformità con il dettato costituzionale. All’art. 87 sta scritto che il Presidente della Repubblica “rappresenta l’unità nazionale”. I manganelli sui volti e sulle schiene degli studenti che manifestano incrinano quell’unità nazionale che si fonda anche sulla libertà di espressione e di dissenso esplicitato in forme non violente. Sappiamo che molte telefonate fra i responsabili istituzionali avvengono in maniera riservata. La telefonata intercorsa con il ministro Piantedosi è stata resa pubblica perché riguarda i rapporti fra cittadini e le forze dell’ordine. Non può essere interpretata come critica puntuale dell’operato di quelle specifiche forze di polizia, non come riprovazione generale del governo. Quindi, sarebbe stato meglio se tanto Salvini quanto Tajani avessero scelto la apprezzabile opzione del silenzio. Il Presidente ha voluto anche fare un richiamo più ampio a comportamenti che non debbono essere mai tollerati.

Leggo interpretazioni fantasiose secondo le quali Mattarella avrebbe/ha inteso procedere ad un “assaggio” di quello che potrebbe succedere se la riforma del premierato elettivo andasse in porto. Quella riforma toglierebbe al Presidente della Repubblica due poteri istituzionali significativi, vale a dire quello di nominare il Presidente del Consiglio e quello di sciogliere, ancor più di non sciogliere, il Parlamento. La riforma, per quanto sbagliata e piena di azzardi, non toglie la parola al Presidente. Personalmente nutro molti dubbi sull’attribuzione a Mattarella di operazioni subdole con inconfessabili fini. Il premierato elettivo, una volta approvato, dovrà essere valutato con riferimento alla costituzionalità delle sue clausole, alcune delle quali, attualmente, alquanto pasticciate.

Il richiamo del Presidente Mattarella al non ricorso ai manganelli per mantenere l’ordine pubblico rimarrà comunque necessario poiché è totalmente conforme allo spirito della Costituzione italiana e, aggiungo con una sommessa enfasi retorica, della sua democrazia fintantoché sapremo preservarla.

Perché il richiamo di Mattarella è necessario. La versione di Pasquino

Il richiamo del Presidente Mattarella al non ricorso ai manganelli per mantenere l’ordine pubblico è totalmente conforme allo spirito della Costituzione italiana e, aggiungo con una sommessa enfasi retorica, della sua democrazia fintantoché sapremo preservarla. Il commento di Gianfranco Pasquino, accademico dei Lincei

La paura dell’arma nucleare spaziale fa parlare Usa e Russia

Contatti tra i vertici dell’intelligence e i consiglieri dei leader. Ma Mosca s’infuria con Washington per le informazioni trapelate sui media. Biden lavora anche con India, Cina e G7 per scongiurare una minaccia definita “seria”

Mattarella a Cipro. Tra Nicosia e Roma l'alleanza è solida

Il Capo dello Stato visita il possibile nuovo membro della Nato. Al di là del gas, l’isola è diventata strategica alla voce difesa e sicurezza. L’obiettivo dell’Italia è non tralasciare l’intero universo delle alleanze mediterranee che vanno da Gibilterra al Mar Nero

Premio Biagio Agnes, Francesco Bechis tra i vincitori della XVI edizione

Ecco tutti i nomi dei vincitori del Premio Biagio Agnes, riconoscimento ai valori del giornalismo, della comunicazione e dell’informazione. La cerimonia di premiazione si svolgerà il 21 giugno a Roma, in Piazza del Campidoglio, condotta da Mara Venier e Alberto Matano, alla presenza del sindaco Roberto Gualtieri

Premierato, meglio un'assemblea per la revisione della Costituzione. La proposta di Tivelli

L’Assemblea per la revisione costituzionale dovrebbe essere composta da un centinaio di eletti, rigorosamente con sistema proporzionale e con requisiti di competenze in materia istituzionale per le candidature. Ma soprattutto la questione dirimente è quella delle funzioni e dei poteri di tale assemblea. Non ci sarebbe una vera spoliazione dei poteri delle due Camere. La proposta di Luigi Tivelli

Litio, Albemarle e Bmw cercano il decoupling dalla Cina. Ecco come

Spinto dalla necessità di assicurarsi gli approvvigionamenti e rientrare in una supply chain svincolata da Pechino, il colosso tedesco si è rivolto all’azienda americana, leader nella produzione di litio raffinato. Accordo a lungo termine sia per forniture che per ricerca e sviluppo

Tutti i numeri di Logink, la piattaforma cinese che preoccupa l’Occidente

Gli Usa impongono restrizioni sul servizio nelle mani del Partito comunista. L’Ue, invece, si muove con lentezza. Il rapporto Berendsen potrebbe dare il via a nuove misure per contrastare l’influenza di Pechino su porti e commerci, scrive Corradi (Choice)

Cosa imparare dalla prima metà del percorso del Pnrr. L'analisi di Zecchini

Dal primo triennio di attuazione del Piano, emerge una lezione principale. Ovvero che il Paese ha molto da programmare e riformare se vuole effettivamente avere un’economia dinamica in grado di rimanere tra quelle avanzate. L’analisi di Salvatore Zecchini, economista dell’Ocse

Così la Cina si approfitta dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente

Mentre l’Occidente si arrovella per capire come porre fine a due conflitti che rischiano di avvitarsi su se stessi, Pechino coglie l’attimo e stringe accordi a destra e sinistra, nel tentativo di rimettersi in gara con l’India

Che cosa (non) cambierà, per ora, con le dimissioni del premier palestinese

Le dimissioni del primo ministro palestinese Shtayyeh aprono a una stagione di riforme nella leadership palestinese? Sull’Autorità di Abbas ci sono pressioni internazionali e scetticismo che qualcosa cambi nel breve termine

×

Iscriviti alla newsletter