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Dopo l’energy diplomacy e la vax-diplomacy, che hanno caratterizzato le dinamiche geopolitiche degli ultimi anni, ecco un nuovo capitolo della migrants-diplomacy: ovvero come le strategie internazionali possano essere o meno orientate dal fenomeno migratorio.

In Bielorussia il disappunto contro i migranti esplode sui social. “L’occupazione di Minsk è iniziata”, recita un video che dovrebbe mostrare una disputa tra migranti nella capitale, lì dove cresce esponenzialmente il malcontento verso i migranti che Lukashenko sta facendo entrare nel Paese. Da Mosca si nega ogni coinvolgimento ma circola l’ipotesi che qualcuno stia lavorando sotto traccia per favorire una sorta di assalto orchestrato.

QUI MINSK

Iraq, Siria, Afghanistan sono le tre provenienze più frequenti dei nuovi migranti in arrivo in Europa. Ma prima di affacciarsi sulle mete consuete, ecco un’altra destinazione a fare notizia. La Bielorussia sta accogliendo un gran numero di “turisti” dei paesi confinanti. Punto di partenza la Turchia, come centro nevralgico a cavallo tra oriente e occidente fino al costone balcanico. Si registra anche un incremento dei voli diretti per Minsk da Beirut, Damasco e Amman.

In rete stanno circolando video in cui una serie di società propongono servizi turistici come la fornitura di visti per iracheni e siriani che non possono più viaggiare come turisti in Bielorussia. Per questa ragione occorre loro un cosiddetto visto adesivo che può essere ottenuto dalle ambasciate bielorusse.

Ma al di là delle questioni strettamente burocratiche, spicca un aumento del flusso verso la Bielorussia con il rischio che dietro il moltiplicarsi di tali agenzie vi possa essere un progetto per aumentare il numero dei migranti in Bielorussia e magari far infiltrare tra loro soggetti terzi. Sui social non mancano riferimenti di cronaca, come quelli dall’aeroporto di Minsk dove centinaia di persone hanno aspettato tre giorni, dormendo sul pavimento, per ottenere i loro visti.

MURO POLACCO

Si stima che migliaia di migranti provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente abbiamo in queste settimane attraversato (e continuano a farlo) la Bielorussia verso gli stati dell’Ue orientale. Secondo Bruxelles, Alexander Lukashenko avrebbe deliberatamente inviato per una rappresaglia i migranti e questi ultimi sostengono di essere stati costretti ad attraversare il confine dalle forze bielorusse.

Ma in Polonia ad attenderli c’è un muro composto da 10.000 soldati che aiutano le guardie di frontiera a prevenire i tentativi di attraversamento. Inoltre 800 poliziotti tedeschi sono stati schierati al confine tra Germania e Polonia, numero che secondo il governo di Berlino potrebbe essere ulteriormente incrementato.

A Varsavia il parlamento sta studiando una legge per costruire un muro da 400 milioni al confine con la Bielorussia. Il tutto mentre secondo i funzionari polacchi le forze bielorusse avevano sparato colpi attraverso il confine il 7 ottobre scorso.

QUI UE

Il regime autocratico di Alyaksandr Lukashenko usa i migranti contro le policies di Bruxelles? Le sanzioni Ue hanno creato scompiglio in quell’area e Minsk è di fatto attraversata così da una crisi migratoria che potrebbe essere stata facilitata da altri soggetti interessati a orientare scelte e decisioni. Va ricordato che al confine tra Polonia, Lituania, e Lettonia sono stati fermati circa 20mila persone a cui è stato impedito di attraversare illegalmente gli stati.

È di tutta evidenza come la questione stia prendendo una piega dal carattere fortemente legato alla sicurezza, che va ben oltre il mero desiderio di Lukashenko di vendicarsi dell’Europa per aver imposto sanzioni al suo regime. Non è remota l’ipotesi che Minsk sia spalleggiata dal big player che esprime maggiori influenza nella macro area, provocando una guerra ibrida per destabilizzare l’Europa. La tesi è stata sostenuta anche dall’ex funzionario del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti Paul Goble secondo cui oltre a “sfruttare la situazione per i propri scopi per creare problemi alla Lituania”, sembra che Mosca stesse usando anche il flusso migratorio “per coprire l’inserimento di clandestini russi.”

@FDepalo

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