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Mentre aumenta la tensione intorno all’Ucraina, con Mosca che non accenna a voler intraprendere la strada della de-escalation, l’Italia conferma il suo sostegno all’Alleanza Atlantica partecipando alle principali operazioni Nato dal Baltico al Mediterraneo. Si conferma dunque il posizionamento transatlantico del nostro Paese, come sempre indicato dall’esecutivo guidato da Mario Draghi, che lunedì ha partecipato al vertice virtuale con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, proprio per discutere della situazione in Europa orientale. La posizione è stata anche ribadita dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini in un colloquio, oggi, con La Repubblica. “L’Italia darà il suo contributo e farà la propria parte, riaffermando il valore della coesione dell’Alleanza”, ha detto il ministro, aggiungendo che: “Non possiamo minimamente deflettere dai principi fondamentali di sicurezza che abbiamo il dovere di garantire avendo tutti piena consapevolezza delle conseguenze di un deterioramento della situazione”.

La Nato si mobilita

Nel frattempo, la Nato ha incrementato il livello di prontezza, mettendo nuove forze in stand-by e rinforzando la propria presenza aeronavale lungo confine orientale dello spazio transatlantico. Anche gli Stati Uniti hanno deciso di mettere in preallerta 8.500 militari, pronti a schierarli in Europa se necessario. “L’Alleanza ha previsto un rafforzamento delle misure di deterrenza sul proprio fianco est – ha continuato Guerini – a cui anche l’Italia partecipa nell’ambito di dispositivi di operazioni e missioni già autorizzate dal Parlamento”.

Neptune strike

Lunedì ha preso il via l’esercitazione aeronavale Neptune strike 2022, che vede schierato il gruppo navale della portaerei nucleare americana Harry Truman, e alla quale partecipano le navi italiane Margottini e Viareggio e un rifornitore KC 767 dell’Aeronautica militare. A queste unità si aggiungeranno, a febbraio, anche il gruppo portaerei di nave Cavour, un cacciatorpediniere classe Doria, la fregata Marceglia e un sottomarino U212, oltre ad altre unità logistiche e di supporto. L’esercitazione, che includerà una serie di operazioni di pattugliamento marittimo, anti sottomarino e di protezione aeronavale, durerà fino al 4 febbraio, con l’obiettivo di integrare le diverse capacità di prontezza delle flotte Nato.

L’Air policing potenziato

Da dicembre scorso, inoltre, l’Italia ha assunto il comando della missione della Task force air Black storm, la cui direzione è stata assunta dal 36° Stormo di Gioia del Colle, l’operazione della Nato di Air policing in Romania. Il nostro Paese schiera quattro caccia Eurofighter sul sedime della base aerea di Mihail Kogalniceanu, in Romania, provenienti dal 4°, 36°, 37° e 51° Stormo dell’Aeronautica militare. La missione è definita “enhanced”, potenziata, dal momento che il dispositivo italo-rumeno si occuperà della sorveglianza dello spazio aereo della Nata in uno dei punti più vicini al quadrante ucraino.

Baltic guardian

In Lettonia, infine, è schierato un nucleo dei nostri alpini nell’ambito dell’Operazione “Baltic guardian”. Il dispositivo fa parte dei quattro Battle group attivati dalla Nato per garantire la sicurezza ai Paesi direttamente confinanti con la Russia, in particolare le tre repubbliche baltiche e la Polonia, una misura di “Presenza avanzata rafforzata” per incrementare la deterrenza nella regione. In questo contesto le truppe italiane schierano anche i mezzi tattici cingolati BV 206, progettati specificatamente per i terreni innevati e di difficile percorrenza.

aereo

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