Skip to main content

I ministri degli Esteri del Quad, il formato di sicurezza che riunisce Stati Uniti, Australia, India e Giappone, si sono riuniti a Washington proprio mentre il capo della diplomazia cinese, Wang Yi, iniziava la sua visita in Europa. È su questo incrocio di missioni che si focalizza la newsletter “Indo-Pacific Salad” di questa settimana, tra consapevolezze, sfide e ambiguità.

Al centro del comunicato congiunto diffuso al termine dell’incontro dei quattro, c’è per esempio una riaffermazione decisa dell’impegno per un Indo-Pacifico “libero e aperto” e una nuova agenda operativa in quattro aree prioritarie: sicurezza marittima e transnazionale, prosperità economica, tecnologie critiche ed emergenti, e risposta umanitaria alle emergenze. “I quattro ministri hanno ribadito la centralità del diritto internazionale e il rifiuto di ogni tentativo unilaterale di cambiare lo status quo con la forza”, si legge nella dichiarazione.

Al centro della narrazione strategica che accompagna il ministro cinese c’è l’idea che Cina ed Europa dovrebbero migliorare la comunicazione, la comprensione e la fiducia reciproca per diventare “ancore di stabilità” per il mondo e partner affidabili e forti che raggiungano il successo reciproco. Tutto costruito per fare in modo che le crepe nell’asse transatlantico – favorite anche da un atteggiamento dell’amministrazione statunitense che Bruxelles stenta a comprendere – si allarghino, che l’Unione si spacchetti, perché sono questi gli obiettivi di una Cina che vuole trattare da potenza secondo l’idea romana del dividi et impera.

Anche sotto quest’ottica, particolare attenzione è stata dedicata alla situazione nel Mar Cinese Meridionale, dove il Quad denuncia “azioni provocatorie e pericolose” come l’ostruzione della libertà di navigazione, l’uso di cannoni ad acqua e le manovre di navi militari e milizie marittime. Rilevante anche il passaggio sulla Corea del Nord, condannata per i lanci missilistici e per il continuo sviluppo di armi nucleari in violazione delle risoluzioni Onu. Attenzione perché questo genere di attività di prepotenza si accoppiano a tentativi di persuasione diretta contro i Paesi della regione, in un approccio in parte simile a quello che la Cina riserva agli europei, tra bastone e carota, pressioni e opportunità, giocando spesso lungo le faglie e le vulnerabilità.

Il Quad risponde con un intero paragrafo del comunicato che è stato dedicato alla lotta al terrorismo, con una condanna netta “di tutti gli atti di terrorismo ed estremismo violento, incluso il terrorismo transfrontaliero”. In particolare, è stato menzionato l’attentato del 22 aprile a Pahalgam, in Jammu e Kashmir, in cui sono morti 25 cittadini indiani e un nepalese. Secondo fonti diplomatiche, è stata l’India a spingere per un linguaggio più incisivo sul tema. Il ministro degli Esteri indiano ha chiesto “una risposta globale più determinata” e ha sottolineato la necessità di colpire non solo gli esecutori, ma anche i finanziatori del terrorismo. Il comunicato invita infatti gli Stati membri dell’Onu a cooperare pienamente con le autorità competenti, in linea con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, e attenzione ancora: il messaggio sottintende ruoli e interessi cinesi, dato che per l’India Pechino è coinvolta nel sostegno alle attività terroristiche di cui il Pakistan è dante causa.

I ministri hanno inoltre espresso sostegno a nuove iniziative per rafforzare la sicurezza regionale: tra queste, un’esercitazione congiunta per la logistica nel teatro indo-pacifico e una nuova partnership sulle “portualità del futuro”, che partirà con un primo appuntamento a Mumbai. È stato anche annunciato un piano di rafforzamento delle catene di approvvigionamento dei minerali critici, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza da singoli Paesi e limitare il rischio di coercizione economica.

Il Quad ha infine ribadito il suo sostegno alla centralità dell’Asean e dei forum guidati dai Paesi insulari del Pacifico, a conferma dell’intento di cooperare con le organizzazioni regionali senza tentativi egemonici. Il prossimo vertice dei leader del Quad si terrà in India entro la fine dell’anno, mentre l’Australia ospiterà il prossimo incontro ministeriale nel 2026.

Il Quad rilancia la cooperazione nell’Indo-Pacifico. Ecco come

La Cina è stata menzionata direttamente dallo statement conclusivo della ministeriale del Quad. Attenzione particolare al tentativo di egemonia nel Mar Cinese, che Pechino spinge anche attraverso pressioni dirette sui Paesi della regione. Qualcosa di simile a quello che prova a fare in Europa il ministro Wang Yi, che calca su possibili divisioni transatlantiche per spingere la narrazione strategica

Semiconduttori e gnl. Così l'Italia punta su Malesia (e Asean)

Presenti nella capitale italiana il ministro degli Investimenti, del Commercio e dell’Industria malese, Tengku Zafrul Aziz, il ministro degli Esteri Mohamad Hasan a dimostrazione del crescente interesse che Kuala Lumpur nutre nei confronti dell’Italia, dal momento che rappresenta la terza economia dell’Asean e la seconda in termini di reddito pro-capite della regione dopo Singapore. Che la strada imboccata sia giusta lo conferma l’interesse di Giappone e Indonesia alla joint-venture Eni-Petronas

Come cambia la difesa con la nuova alleanza Rtx-Shield AI

La nuova alleanza apre un capitolo strategico per l’innovazione della difesa statunitense, con l’integrazione tra hardware legacy e software autonomi basati sull’intelligenza artificiale. Due i progetti avviati, un’arma “collaborativa” e un pacchetto di sensori avanzati. Ecco perché contano

Passaggi minati. Così Teheran si preparava a bloccare Hormuz

Nel pieno dell’escalation con Israele, l’Iran ha caricato mine navali su imbarcazioni nel Golfo Persico per posizionarle nello Stretto di Hormuz. Le mine, che non sono state impiegate, avrebbero potuto avere un impatto sia diplomatico che economico

Contro il capitalismo di Stato cinese c'è l'arma del mercato. La corsa per le terre rare secondo Singh

Se vogliono avere una possibilità di assicurarsi minerali critici sufficienti per le imprese, gli Stati Uniti debbono convincere mercati e capitali a tornare dalla loro parte. Solo così batteranno il Dragone

1995, l'anno di svolta della tv commerciale. Intervista ad Alberto Mingardi nella nuova puntata di Radar

1995, l'anno di svolta della tv commerciale. Intervista ad Alberto Mingardi L’11 giugno 1995 gli italiani dissero no a chi voleva regolamentare la TV commerciale. Ma perché oggi nessuno ricorda quel referendum? Ne parliamo con Alberto Mingardi, Direttore Generale dell'Istituto Bruno Leoni e autore del libro "Meglio poter scegliere" (Mondadori). Conduce: Roberto Arditti

Giuliano Berretta, storia ed eredità del Musk italiano che ha fondato Eutelsat. Scrive Lisi

Di Marco Lisi

Giuliano Berretta è stato molto più di un dirigente d’azienda. Ha plasmato Eutelsat, trasformandola in un player globale del settore satellitare. Dotato di visione tecnica e spirito imprenditoriale, ha anticipato la trasformazione digitale e l’uso strategico dello spazio, in modi oggi associati a figure come Elon Musk. La sua storia, oggi quasi rimossa dal dibattito nazionale, invita a ripensare il ruolo dell’Italia nella nuova economia spaziale e il prezzo dell’aver perso una leadership che avevamo contribuito a fondare. La riflessione del professor Marco Lisi, inviato speciale per lo Spazio del Maeci e membro del board dell’Agenzia spaziale italiana

International Digital Strategy. Ecco come l'Ue vuole esportare il suo modello nel mondo

Durante il dibattito organizzato dall’European Council on Foreign Relations (Ecfr), Olivier Bringer, head of unit policy outreach and international affairs della Commissione europea, e Anne Marie Engtoft Meldgaard, ambasciatrice digitale per il ministero degli Esteri danese, hanno sottolineato in che modo l’Europa intende essere competitiva e attraente mantenendo saldi i suoi valori e la sua visione umanocentrica della tecnologia. Perché regole e sviluppo possono convivere

Così il Dalai Lama avvia la sua trascendentale reincarnazione

La guida spirituale del Tibet ha ribadito con forza che, nonostante le trame della Cina comunista, la secolare istituzione religiosa buddista riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo perpetuerà la sua azione anche dopo la sua morte. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Legge elettorale, perché l’iniziativa popolare è una scossa salutare

Un gruppo di cittadini ha deciso di raccogliere le 50.000 firme necessarie per presentare una proposta di legge di iniziativa popolare. Mattia Orioli con il comitato ha già formalizzato giorni fa l’iniziativa da intraprendere presso la Corte Suprema di Cassazione. I punti centrali sono reintrodurre il proporzionale puro; restituire ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti attraverso le preferenze; istituire il “cancelleriato alla tedesca”

×

Iscriviti alla newsletter