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Articolo tratto dal numero 172 della Rivista Formiche

Gli attacchi terroristici avvenuti nel corso della mattina dell’11 settembre del 2001 hanno scosso profondamente gli Stati Uniti e la coscienza degli americani, provocando non solo la morte di 3mila persone, ma anche uno shock immediato di breve periodo sull’economia statunitense.

L’effetto economico che questo grave evento ha determinato, però, è stato solo temporaneo. Il contraccolpo immediato si è verificato principalmente sulla Borsa di New York, provocando un ribasso generale che ha raggiunto quasi i livelli della grande depressione del 1929. Bisogna però sottolineare che l’economia Usa agli inizi del 2000 era già in una recessione, per quanto non profonda, e gli eventi di quel giorno non hanno fatto altro che approfondire questa situazione che economicamente, com’è noto, si descrive come una crescita negativa per almeno due trimestri consecutivi.

Ad oggi è ancora difficile calcolare con precisione quali furono gli effetti dell’attacco terroristico alle Torri gemelle sull’economia statunitense, ma si può affermare che nel 2002 essa perse mezzo punto, crescendo del solo 2% quando le previsioni erano di un crescita per circa il 2,5% del Pil. Questo stato recessivo è comunque durato pochi trimestri, mentre l’effetto economi- co di lungo periodo è stato più evidente con il crollo subìto in alcuni specifici settori come quello assicurativo, militare e della sicurezza.

Sicuramente l’effetto a lungo termine è stato un aumento consistente dei costi e delle spese militari e di sicurezza che ha inciso nel tempo, fino ad oggi, sulla spesa pubblica. In effetti, a partire dal settembre 2001 vi è stato un profondo aumento della spesa militare che è passata dai 450 miliardi di dollari del 2000 ai 900 miliardi dei successivi anni. Ciò implica che, in termini reali, nel giro di due o tre anni tali costi sono aumentati del 50%. Questo andamento
si è, per esempio, espresso anche con la nascita di un nuovo dipartimento, quello della sicurezza interna (Homeland security) che ha continuato a essere destinatario di nuovi fondi, arrivati quasi a 40 miliardi di dollari annuali nel corso degli ultimi anni.

Si deve sottolineare però che l’aumento esponenziale della spesa pubblica americana, dovuto agli enormi costi militari sostenuti dal 2001 a oggi in maniera sempre più consistente, è certamente stato necessario e in effetti di attacchi terroristi- ci provenienti dall’esterno, negli Usa non ce ne sono più stati.

Gli eventi del settembre 2001 hanno scosso tutto il mondo e a causa delle interconnessioni economiche che legano gli Stati Uniti all’Unione europea non si può negare che vi siano stati anche effetti oltreoceano. Il Paese che ha subìto per primo l’onda lunga dell’11 settembre in Ue è stato senza dubbio il Regno Unito, per via del forte fil rouge economico che lo lega agli Usa. Anche nel caso europeo è molto difficile fare delle stime precise riguardo all’impatto di questi eventi. Il Pil reale dell’Unione nel 2000 era cresciuto del 3,9% e nel 2001, a causa della recessione Usa, è invece cresciuto solo fino al 2,2%. Nel 2002, poi, la crescita si è ridotta fino all’1,1%.

Secondo i calcoli della Banca mondiale, in quegli anni, l’Unione avrebbe perso tra il mezzo e i tre quarti di punto percentuale. Si stima che, qualora l’attacco terroristico non si fosse verificato, la crescita attesa dell’Ue sarebbe stata dell’1,9%, rispetto all’1,6% che si realizzò.

Anche se negli Stati Uniti la ripresa successiva al 2001 è stata la seconda più lenta nella storia delle recessioni americane a partire dalla Seconda guerra mondiale (il primato spetta a quella successiva che si verificò nel 2009 dopo la crisi finanziaria), la ripresa economica dell’Unione è stata ancora più lenta.

Si può dire quindi che gli effetti negativi causati dagli attacchi terroristici dell’11 settembre sono stati superati con più facilità negli Stati Uniti che in Europa. Anche in Ue la conseguenza economica permanente di lungo periodo ha riguardato in larga misura le spese per la sicurezza. Da allora il mondo è cambiato profondamente ed è diventato un luogo molto più pericoloso.

Quanto è costato l'11/9? Così è cambiata la spesa militare

Di Dominick Salvatore

L’effetto a lungo termine dell’11 settembre sull’economia Usa è stato un aumento consistente dei costi e delle spese militari e di sicurezza che ha inciso nel tempo, fino ad oggi, sulla spesa pubblica. A partire dal settembre 2001 la spesa militare è passata dai 450 miliardi di dollari del 2000 ai 900 miliardi dei successivi anni. L’analisi di Dominick Salvatore, distinguished professor presso la Fordham University di New York e consulente Banca mondiale, Fondo monetario internazionale e Nazioni Unite

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