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Vladimir Putin ce l’ha fatta. Giusto in tempo per l’inizio delle elezioni legislative in Russia (da oggi fino a domenica 19 settembre), Google e Apple hanno rimosso l’app “Voto intelligente” creata da Alexei Navalny per indirizzare il voto dei russi contro il partito Russia Unita (qui l’articolo di Formiche.net).

“Rimuovere l’app di Navalny dalle piattaforme è un vergognoso atto di censura politica – ha dichiarato l’attivista Ivan Zhdanov, direttore della Fondazione Anti-corruzione di Navalny -. Il governo autoritario e la propaganda russa ne saranno felici”. Leonid Volkov, alleato di Navalny nell’esilio, ha denunciato che le aziende hanno ceduto al ricatto del Cremlino: “Abbiamo l’intero Stato russo contro di noi e persino le grandi aziende tecnologiche”.

L’app “Voto intelligente” aveva come obiettivo un voto tattico, indicando in ogni collegio il candidato che ha maggiori possibilità di battere gli avversari di Russia Unita, il partito di Putin. Le autorità russe avevano accusato Google e Apple di interferenze elettorali, chiedendo di rimuovere l’app dai loro store, minacciandoli con multe e sanzioni.

Mosca argomentava che tre organizzazioni fondate da Navalny, la Fondazione Anti Corruzione, la Fondazione per la Protezione dei Diritti dei Cittadini e la rete degli uffici regionali, erano state dichiarate “organizzazioni terroriste”, per cui l’app doveva essere rimossa.

I russi dovranno eleggere i nuovi membri del Parlamento. Oltre ai seggi della Duma, gli elettori voteranno per i capi di 9 regioni (in altre 3 regioni le legislature locali eleggeranno i massimi funzionari esecutivi) e 39 parlamenti regionali. Queste saranno le prime elezioni russe in cui possono partecipare gli abitanti del Donbass, la zona in conflitto con l’Ucraina.

Secondo l’agenzia Reuters, il partito del governo, Russia Unita, dovrebbe vincere le elezioni, nonostante il crollo nei sondaggi negli ultimi anni. Con l’app l’opposizione cercava di unificare il voto contro Putin, per evitare la dispersione tra candidati diversi.

Ora che la piattaforma è stata chiusa, il team di Navalny ha annunciato che la strategia è sostenere i candidati del Partito Comunista, spingendo specialmente la candidatura di Anastasia Udaltsova. Getta ombre di dubbio sui risultato il fatto che per la prima volta dal 1993, gli osservatori internazionali dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce) non seguiranno il processo elettorale, poiché il Cremlino aveva dato il via libera solo a 60 dei 500 osservatori proposti. Siccome non è stato raggiunto un accordo, l’organizzazione ha deciso di cancellare la missione.

Negli ultimi sondaggi, il partito Russia Unita ha il 30% dei consensi (nel 2016 aveva più del 55%), mentre il Partito Comunista il 20%. Cifre da guardare con cautela, giacché l’istituto elettorale indipendente Levada, che fino ora pubblicava i report più affidabili, è stato inserito nella lista di “agenti stranieri”.

Gli esperti prevedono pochi cambiamenti sostanziali nella Duma. Sebbene Russia Unita sarà il partito più forte tra i 14 che si sono presentati, entreranno altre forze politiche, tra cui il Partito Comunista, i populisti di destra Ldpr e il partito di sinistra “Russia Giusta Patrioti Per la Verità”.

Con il calo della popolarità di Russia Unita, e il recente autoisolamento del presidente Putin per avere avuto contatti con persone positive al Covid-19 (qui l’articolo di Formiche.net), il partito ha deciso di dare spazio ad altri personaggi in campagna elettorale, come il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, e il ministro della Difesa, Sergei Shoigu.

Storicamente, i candidati dell’opposizione in Russia hanno dovuto affrontare delle difficoltà. Tuttavia, questa volta gli ostacoli non hanno precedenti. Bollare come terrorista la Fondazione per la Lotta contro la Corruzione di Navalny ha fatto sì che molte candidature siano state respinte e tanti leader dell’opposizione neutralizzati politicamente. Altri sono stati costretti a scappare in esilio.

Vitaly Averin del movimento russo di osservazione elettorale “Golos” parla di “elezioni ingiuste” perché migliaia di persone non hanno potuto candidarsi.

L’oppositore Vladimir Milov ha detto in un’intervista alla tedesca Deutsche Welle che “Navalny è visto dal Cremlino come un vero pericolo perché la capacità di mobilitare ai cittadini attraverso internet”.

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