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Il volto nuovo della politica bulgara è un cantante 55enne già ribattezzato il Grillo dei Balcani. Slavi Trifonov lo scorso anno ha deciso di fondare un partito politico antisistema, dopo una carriera tra palchi e televisione. Di fatto si ripete anche in Bulgaria il “trend italiano” avviato da Silvio Berlusconi e Beppe Grillo, peraltro già fatto registrare negli Usa con il magnate Donald Trump e in Ucraina con il comico Volodymyr Zelensky. Anche se con qualche anno di ritardo, all’estero emulano l’Italia, e chissà che non lo facciano ancora da domani in poi dopo l’arrivo dei tecnocrati, chiamati come nel caso di Mario Draghi a gestire la fase successiva alle proteste di pancia.

QUI BULGARIA

In Bulgaria i titoli dei giornali sono tutti per il nuovo partito anti-establishment Ima Takuv Narod (ITN), che con il 23,7% è il protagonista delle seconde elezioni del paese balcanico in tre mesi. I risultati definitivi arriveranno solo giovedì prossimo, ma nei fatti le urne danno un segno preciso. Il contenitore guidato dal popolare intrattenitore televisivo Slavi Trifonov ha ottenuto il 23,9% dei voti e, come annunciato dallo stesso leader, non cercherà di formare una coalizione ma si “assumerà la responsabilità politica” e proporrà al Parlamento un proprio governo. Per 20 anni anni Slavi è stato uno dei personaggi più in vista nel paese, un po’come accaduto in Italia con Beppe Grillo, forte del grande pubblico che lo seguiva nei teatri e in tv.

DAL PALCO AL PARLAMENTO, VIA SOCIAL

Un artista versatile Slavi, capace di passare dalla musica a programmi televisivi come “Ku-Ku” assieme ad altri che hanno rappresentato un megafono per l’ondata di proteste anti-governative. Nel 2000 si inventa un programma notturno in stile talk americano, con il risultato che viene visto dalla maggior parte della popolazione. Intervista centinaia di attori, cantanti e politici. Alla fine del 2019 Slavi è preda di una nuova consapevolezza: dipinge se stesso come un ribelle anti-establishment in grado di mettere insieme un movimento per porre fine alla carriera dell’ex primo ministro Boyko Borissov, cerchiato in rosso come l’icona di un passato che non ha sanato le criticità del paese, pur dominandola per molti anni (per tre volte primo ministro dal luglio 2009 al marzo 2013, dal novembre 2014 al gennaio 2017, e infine da maggio dello stesso anno fino a maggio 2021. In precedenza sindaco di Sofia, dal 2005 al 2009).

Esattamente come fatto da Grillo, Trifonov ha strutturato la propria strategia comunicativa puntando sui social: ha utilizzato facebook come un vero e proprio trampolino di lancio per stimolare i bulgari a guardare al suo partito come occasione di rottura con un passato, a suo dire, caratterizzato da malaffare e corruzione. La metafora più ricorrente è stata quella di una scopa pulita che può spazzare via il clientelismo che ha ridotto la Bulgaria alla stregua di un paese in cui “la mafia ha uno stato”, parafransando alcuni suoi post.

LA PIAZZA E IL PROGRAMMA

Nel 2016 stimola un referendum nazionale sui diritti di voto e sul finanziamento dei partiti politici, poi si proietta nella selezione di una nuova classe dirigente usando un reality show. Nel mezzo le proteste, copiose, presenti nel paese. Il 2020 è stato un anno molto complicato per la Bulgaria: dal mese di luglio le marce antigovernative hanno scosso la comunità, con migliaia di persone in piazza per protestare contro la corruzione e il deterioramento dello stato di diritto, chiedendo le dimissioni del governo di Boyko Borissov e del procuratore capo Ivan Geshev. E’l’anticamera al suo successo politico, facendo segnare un altro elemento in comune con il M5s.

Oltre ad una proposta di riforma delle legge elettorale, però, il programma di Trifonov offre vaghe prese di posizione e generiche ricette. I temi più presenti sono gli impegni contro la corruzione e la voglia di cambiamento. Mancano, per intenderci, i “decreti attuativi” su Nato, Ue, economia, geopolitica. Intanto ha raccolto i favori dei giovani bulgari, che hanno influito per circa un quarto sul risultato delle elezioni politiche. Per ora gli basta quello.

twitter@FDepalo

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