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L’Indo-Mediterraneo, crocevia strategico tra il Mediterraneo Allargato e l’Indo-Pacifico, si conferma uno degli epicentri della nuova instabilità globale. Le tensioni generate dall’esplosione degli scontri diretti tra Israele e Iran amplificano esponenzialmente gli effetti regionali della guerra nella Striscia di Gaza, che ha prodotto ricadute dirette sulle rotte commerciali globali, in particolare nel Mar Rosso, con i timori crescenti per Hormuz, collo di bottiglia del mercato internazionale di oil & gas. Gli attacchi condotti dagli Houthi yemeniti, formalmente in solidarietà con Hamas, hanno compromesso la libertà di navigazione lungo una direttrice marittima essenziale per i collegamenti tra Europa e Asia. Il timore che qualcosa di simile si ripeta adesso lungo il Golfo Persico è più che reale.

Le crisi parallele in Sudan e le persistenti minacce terroristiche nel Corno d’Africa, oggi sempre più interconnesse con quelle del Sahel, contribuiscono a definire un quadro regionale ad alta densità di rischio. In questo scenario, l’Imec (India-Middle East-Europe Corridor) assume un valore strategico crescente, con implicazioni dirette in ambito securitario. Ma è allo stesso tempo afflitto da queste condizioni generali di (in)sicurezza. “L’aspetto della difesa e sicurezza è oggi predominante, in particolare per la tutela delle rotte marittime che coprono oltre il 90% dei traffici commerciali”, ha sottolineato Matteo Perego di Cremnago, sottosegretario di Stato alla Difesa, che parla con Formiche.net a margine del convegno “Il progetto Imec: l’Italia protagonista di rotte indo-mediterranee che decidono il futuro”, organizzato alla Camera dal dipartimento Esteri di Forza Italia.

“L’Italia è presente nelle aree strategiche, come lo Stretto di Bab el-Mandeb, al largo delle coste dello Yemen, dove vediamo gli effetti di un conflitto ibrido che sta colpendo anche le nostre economie. Negli ultimi anni, diverse navi mercantili sono state attaccate, costringendo le compagnie a circumnavigare l’Africa con conseguenti ripercussioni in termini di costi e ritardi”, ricorda Perego. “L’Italia è in prima linea, avendo avuto anche il comando a rotazione della missione Aspides, insieme alla Grecia, per la tutela dei traffici marittimi”. La difesa delle linee marittime, aggiunge il sottosegretario, oltre a essere un presidio militare, è anche una garanzia economica. Il 90% delle merci globali viaggia via mare, così come il 98% dei dati digitali passa attraverso cavi sottomarini. Il trasporto marittimo, inoltre, è sei volte meno inquinante rispetto a quello terrestre.

In quest’ottica, l’Italia contribuisce in modo significativo alla maritime security regionale, partecipando non solo ad Aspides, ma anche alla missione “Atalanta” contro la pirateria davanti al Corno d’Africa, a Emasoh-Agenor per la sicurezza di Hormuz e alle attività delle Combined Maritime Forces e delle relative task force collegate, basate nelle installazioni mediorientali. Operazioni che dimostrano come il Medio Oriente, sempre più baricentro dei negoziati e delle dinamiche globali, rappresenti una trasformazione profonda negli equilibri della diplomazia internazionale. “Il centro di gravità del mondo si sta spostando tra il Medio Oriente e l’Indo-Pacifico. Basti pensare che oggi i negoziati di pace non avvengono più a Vienna o Ginevra, ma a Doha, Jeddah o Abu Dhabi. È un cambiamento profondo, e l’Italia in questo contesto ha un ruolo centrale”, ha aggiunto.

Un cambiamento che potrebbe essere ancora più marcato quando lo scontro in atto tra Israele e Iran troverà una forma di de-conflicting. In tale cornice, “Trieste può essere un hub strategico per l’accesso ai mercati del Nord Europa” e l’Italia ha l’opportunità di essere protagonista nello sviluppo dei corridoi commerciali che collegano l’Asia all’Europa, adesso e in futuro. In questo contesto, Perego rimarca il ruolo crescente dell’India: “Credo che l’India, nei prossimi anni, giocherà un ruolo sempre più centrale nello scacchiere geopolitico mondiale e chiaramente nell’area indo-pacifica. Le opportunità di crescita in un rapporto bilaterale tra Italia e India sono significative, anche in ottica complementare al Piano Mattei per l’Africa”.

Tutto, con una consapevolezza chiara: alla luce dell’uso sempre più comune della forza come strumento di politica internazionale, difesa e sicurezza oggi non possono essere trattate come un comparto isolato rispetto all’economia. “Se vogliamo davvero proteggere le nostre economie, dobbiamo puntare su partenariati strategici e sul consolidamento di questi corridoi commerciali vitali. Investire in sicurezza e difesa oggi non significa solo rafforzare la nostra capacità di deterrenza, ma anche proteggere le nostre economie in un contesto di conflitto sempre più ibrido”, ha concluso il sottosegretario.

Perché la sicurezza è cruciale per l’IndoMed. Parla Perego

“Se vogliamo davvero proteggere le nostre economie, dobbiamo puntare su partenariati strategici e sul consolidamento di questi corridoi commerciali vitali”. Il sottosegretario Perego di Cremnago commenta con Formiche.net le evoluzioni nell’Indo-Mediterraneo, spazio geostrategico in cui si snoda il progetto Imec, corridoio per cui la sicurezza è fondamentale

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