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Milioni di cittadini britannici chiamati al voto nella giornata di oggi, in quello che è stato già ribattezzato come un “super giovedì” elettorale: si vota per il Parlamento scozzese, quello gallese, 143 consigli locali e 13 sindaci in Inghilterra, tra cui quello di Londra, mentre nel seggio di Hartlepool si vota per la rielezione di un membro del parlamento britannico. Molte di queste elezioni, come quelle dei sindaci, dovevano essere svolte lo scorso anno, ma sono state posticipate di 12 mesi a causa della pandemia. La conta dei voti inizierà alla chiusura dei seggi, alle 22 ora locale (le 23 in Italia) in Galles e nei centri dove si vota per il sindaco, e i risultati dovrebbero essere noti già nella giornata di venerdì.

Procedura diversa invece in Scozia, dove la conta inizierà venerdì e proseguirà in alcune aree per tutto il fine settimana. Grande attenzione verso la Scozia, nazione sconfitta dalla Brexit visto che nel 2016 furono più i voti per il Remain che quelli per il Leave.

Dopo il primo referendum fallito del 2014, il Partito nazionale scozzese è intenzionato a presentare un nuovo quesito ai cittadini, sebbene vincolato all’approvazione di Londra. L’Snp è dato dai sondaggi in ampio vantaggio sulle altre forze politiche scozzesi, sebbene la maggioranza al Parlamento di Edimburgo potrebbe essere ottenuta con un sottile margine. In un dibattito televisivo pre elettorale, la first minister scozzese e leader dell’Snp, Nicola Sturgeon, ha “rassicurato” il governo britannico sulla convocazione del secondo referendum di indipendenza senza l’autorizzazione di Downing Street. Sturgeon ha risposto all’attacco del leader conservatore scozzese Douglas Ross, il quale ha affermato che l’Snp avrebbe convocato un referendum “illegale” se il primo ministro britannico, Boris Johnson, si fosse rifiutato di dare consenso formale all’iniziativa. Sturgeon ha ribattuto affermando che questo non sarà il caso, accusando Ross di diffondere “menzogne e paure” sulla propria posizione e su quella del suo partito.

Il programma dell’Snp prevede che il partito convochi un referendum subito dopo la fine della pandemia, e Sturgeon non ha escluso che possa adire alle vie legali per stabilire se Holyrood possa o meno legiferare e convocare una consultazione popolare anche senza l’approvazione di Londra.

Il tema dell’indipendenza sembra dunque avere ampio spazio nel dibattito pubblico, nonostante la pandemia di coronavirus e gli effetti economici sul tessuto sociale e imprenditoriale.

E se per il 2014 ci sono evidenze “credibili” che la Russia di Vladimir Putin abbia cercato di influenzare il voto referendario scozzese come afferma il ”Russia Report” pubblicato l’anno scorso dalla commissione Intelligence e sicurezza del Parlamento britannico, a cercare di interferire in questo voto decisivo per il futuro del Regno Unito è l’Iran. L’accusa arriva da un report del think tank britannico Henry Jackson Society che racconta la mobilitazione cyber di Teheran a suon di falsi profili e pagine su Twitter e Facebook. Tattiche tipiche della Russia. Come gli obiettivi: soffiare sul fuoco del caos occidentale.

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