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Il primo ministro del Governo di unità nazionale libico, Abdulhamid al-Dabaiba, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio di Presidenza libico (che è anche Comandante in capo delle forze armate), Mohammed Menfi, affermando che la nomina dei ministri resta una prerogativa del premier.

Con questa lettera Dabaiba ha risposto alla richiesta di Menfi di accelerare e non indugiare oltre sulla nomina di un ministro della Difesa, attraverso un’altra missiva rivolta al premier il 28 giugno, nella quale lo invitava a partecipare all'”importante riunione che si terrà domenica prossima nell’ufficio del Supremo Comandante dell’esercito, per consultarsi sulla questione della nomina del ministro della Difesa e per risolvere la questione una volta per tutte”.

Nel documento firmato ieri 29 giugno dal presidente del Consiglio libico, Dabaiba ha usato come riferimento normativo “il paragrafo 1.5 sull’esecutivo unificato contenuto nella road map emanata dal Forum di dialogo politico di Tunisi, che chiarisce le funzioni del primo ministro, compresa la selezione dei ministri e dei loro vice”.

Lunedì scorso il presidente del Consiglio di presidenza libico, in una missiva inviata al presidente del Consiglio, aveva minacciato di prendere la decisione di nominare autonomamente il ministro della Difesa e di inviare il nome direttamente alla Camera dei rappresentanti (parlamento di Tobruk) per il voto, nel caso Dabaiba non si dovesse presentare, come sembra che sarà, alla riunione convocata domenica prossima a Tripoli. Questo perché la Camera dei Rappresentanti ha esaminato di recente due lettere della Commissione Militare congiunta 5+5 di Sirte, nelle quali si chiedeva al parlamento la nomina di un ministro della Difesa e di non usare il bilancio del ministero della Difesa fino a quando non sarà nominato un ministro per questo dicastero.

È ormai in corso a Tripoli un conflitto di poteri tra Dabaiba e Menfi, le cui differenze appaiono sempre più evidenti così come la mancanza di coordinamento tra loro, che non riguarda solo la delega della Difesa, tenuta ad interim dal premier. La scorsa settimana infatti i media locali hanno parlato di disaccordi anche sul diritto di utilizzare l’aereo presidenziale del defunto colonnello Muammar Gheddafi, che lo Stato libico ha recuperato pochi giorni fa.

Finora Dabaiba ha evitato di affrontare il delicato dossier della nomina del ministro della Difesa per non dare vita ad uno scontro diretto con il generale Khalifa Haftar che ha l’ambizione di avere un suo uomo in quella posizione. Attualmente il tenente generale Muhammad al-Haddad, originario della città di Misurata, ricopre la carica di capo di stato maggiore, il che significa che il ministero della Difesa dovrebbe andare ad un esponente della Libia orientale.

Il tenente generale Abdel Razaq Al-Nadori, che ricopre la carica di capo di stato maggiore delle forze di Haftar, è il candidato più quotato per questa posizione. Ma fonti giornalistiche di Tripoli hanno riferito a Formiche.net che una soluzione per questa crisi allo studio di Dabaiba potrebbe essere quella di nominare come ministro della Difesa un ufficiale del Fezzan, il sud della Libia, scelto tra gli uomini graditi a Haftar. In questo modo sarebbero esaudite indirettamente anche le richieste del movimento “Rabbia del Fezzan” che nei giorni scorsi è tornato a minacciare con un video il blocco dei giacimenti petroliferi di Sharara e El-Feel, come già avvenuto in passato, a causa della mancata nomina di esponenti del sud nelle posizioni sovrane in Libia.

Libia, conflitto di poteri tra Menfi e Dabaiba sulla Difesa

Il premier Dabaiba risponde alla lettera di convocazione del presidente Menfi per la nomina del ministro della Difesa rifiutando l’invito e ribadendo che la scelta dei ministri resta sua prerogativa

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