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L’Unione europea intensificherà la collaborazione con gli eserciti nazionali e la Nato per quello che riguarda la propria difesa cibernetica. Lo hanno deciso i ministri europei riuniti venerdì a Lussemburgo nell’ambito di un incontro dedicato alla politica delle telecomunicazioni con al centro l’approvazione del nuovo aggiornamento del “cybersecurity blueprint”, il piano europeo che definisce i meccanismi di risposta dell’Ue di fronte a gravi incidenti di sicurezza informatica, approvato per la prima volta nel 2017. L’aggiornamento del piano, richiesto dai governi nazionali nel maggio 2024, è stato elaborato su proposta della Commissione europea.

La nuova versione del blueprint sottolinea come «l’aumento delle tensioni geopolitiche, dei conflitti e della rivalità strategica si rifletta nel volume, nell’impatto e nella sofisticazione delle attività informatiche malevole». Il documento evidenzia inoltre come tali attacchi possano far parte di campagne ibride o operazioni militari, con conseguenze dirette sulla sicurezza, sull’economia e sulla società dell’Unione. Particolare attenzione è posta anche agli effetti “di ricaduta” che potrebbero colpire Paesi partner strategici, candidati o vicini all’Ue.

Il blueprint chiarisce quali istituzioni devono intervenire nei singoli livelli (tecnico, operativo e politico) in caso di attacchi di grande portata, e prevede una più stretta cooperazione con la Nato attraverso l’istituzione di appositi “punti di contatto” in caso di crisi informatiche. Per rafforzare la capacità di risposta, l’Unione lancerà esercitazioni informatiche su vasta scala a partire da giugno 2026; questi test non coinvolgeranno solo gli Stati membri e la Nato, ma anche il settore privato e, potenzialmente, funzionari di Paesi terzi come la Moldavia e l’Ucraina.

Inoltre, il nuovo blueprint invita la Commissione europea a proporre entro il 2026 una soluzione per garantire comunicazioni sicure e chiede l’elaborazione, a livello nazionale ed europeo, di piani di emergenza per far fronte a scenari in cui i canali di comunicazione ordinari risultino compromessi.

“La Polonia è il Paese più colpito nel cyberspazio all’interno dell’Ue, con circa 700 incidenti quotidiani”, ha dichiarato a Politico Dariusz Standerski, Segretario di Stato al Ministero degli affari digitali della Polonia, che ha presieduto la riunione. “Ma non possiamo escludere che il prossimo anno gli obiettivi principali siano altri Stati membri. Per questo dobbiamo essere preparati insieme”. “Oggi compiamo un passo decisivo nel rafforzare la resilienza informatica dell’Europa. Il Blueprint dell’UE per la gestione delle crisi informatiche chiarisce come gli Stati membri possano individuare, rispondere, riprendersi e trarre insegnamenti da incidenti informatici su larga scala e da crisi cibernetiche che potrebbero colpire l’intera Unione. Il Blueprint dimostra il nostro chiaro impegno per un’Europa più sicura, resiliente e meglio preparata – una priorità fondamentale della Presidenza polacca” è invece il commento del ministro polacco per gli affari digitali Krzysztof Gawkowski. Mentre secondo Torsten Schack Pedersen, ministro danese per la sicurezza della comunità e la preparazione alle emergenze, la risposta europea alle minacce cibernetiche “deve includere una stretta coordinazione tra attori civili e militari, e un approccio trasversale alla cybersicurezza”.

Più cooperazione con Nato e Stati membri. Ecco il nuovo progetto cyber Ue

L’Unione europea ha approvato l’aggiornamento del cybersecurity blueprint, il piano strategico per la gestione delle crisi informatiche. Il nuovo documento prevede una più stretta cooperazione con la Nato, esercitazioni congiunte a partire dal 2026 e un approccio integrato tra forze civili e militari

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