Skip to main content

Le prime avvisaglie c’erano già state, un mese fa. L’Italia sta portando in Europa un bacillo che non è il Covid, ma quello dell’allentamento dei parametri del deficit e dunque del debito. Non è bastata la peggiore crisi socio economica dalla fine della Seconda guerra mondiale a spegnere ogni residuo focolaio di rivolta contro le nuove regole di bilancio, più flessibili e adeguate alle esigenze di una recessione che nel mondo ha polverizzato non meno di 4 punti percentuali di Pil.

Sì, tra meno di due anni, nel 2023 salvo nuovi sconvolgimenti globali, il Patto di Stabilità tornerà operativo anche se non avrà più come stella polare quel Fiscal Compact sinonimo di austerity che piace ai cosiddetti “frugali”. Se c’è una lezione della pandemia è che la crisi ha colpito tutti, indiscriminatamente. Ma ora, dall’Austria del governo di Sebastian Kurz, arriva un attacco all’Italia che ha tutto il sapore della battaglia.

Vienna ha chiesto il ritorno alle rigide regole di bilancio europee, dopo la sospensione del Patto di stabilità e crescita per fronteggiare la pandemia di Covid-19. Accusando l’Italia di voler accantonare, una volta per tutte, il Trattato di Maastricht e quel tetto al disavanzo del 3%, totem dell’austerity. “L’Europa non scivolerà in un’Unione del debito”, ha detto il ministro delle Finanze, Gernot Blümel, convinto che “creare debiti sia pericoloso, anche con bassi tassi di interesse”. Tradotto, Paesi come la Francia o l’Italia (rapporto debito/Pil al 160%, ndr) vorrebbero abolire i criteri di rigore nei conti pubblici. “È allarmante da un punto di vista economico e morale”, aveva affermato Blumel.

E adesso, come riportato da Politico, si passa ad un altro livello. Al punto che l’Austria starebbe cercando alleanze per combattere le regole di allentamento del deficit dell’Ue. Gran burattinaio, sempre il ministro Blümel che lo scorso giugno ha inviato una missiva ai Paesi baltici, alfieri del blocco dei frugali (coloro che si oppongono alla concessione di aiuti europei sotto forma di Recovery Fund senza le adeguate garanzie) per creare un fronte anti-italiano.

L’esponente del governo austriaco ha spiegato come l’Europa si prepara a una riforma delle regole della spesa pubblica. “Una scommessa ad alto rischio”, l’ha definita Blümel. “Questa ipotesi presuppone che ci saranno situazioni economiche difficili in futuro”. E in quella sede, l’Austria darà battaglia. E forse non solo lei.

Vienna vuole resuscitare l'austerity. Battaglia in vista a Bruxelles

Tra pochi mesi il Consiglio europeo comincerà l’esame delle nuove regole per la spesa pubblica, rendendole più flessibili. Per l’Austria è una manovra a trazione italo-francese contro Maastricht e i suoi totem da stroncare

I giovani cercano la strada per la competenza. La troveranno nel Pnrr?

Per acquisire competenze serve sempre più una scuola superiore che crei le basi con una seria cultura generale e l’università che trasmetta metodo, contenuti e strumenti di crescita. Le eccellenze nel nostro Paese non sono mai mancate ma sono spesso storie di sacrifici immani, personali e familiari, e con scarsi aiuti da parte delle istituzioni. Le riflessioni di Rocco D’Ambrosio, ordinario di Filosofia Politica all’Università Gregoriana

Afghanistan e talebani, se l'ignoranza fa male all'Islam. Il commento dell'Imam Pallavicini

Nel fare gli auguri di buon anno islamico 1443 ai musulmani in Italia e nel mondo, il pensiero va a chi in Afghanistan, Paese sempre più martoriato dalla guerra, è vittima di una scuola di “studenti” ignoranti, i talebani, che continuano a calpestare il Corano. Il commento dell’Imam Yahya Pallavicini, presidente Coreis, Comunità religiosa islamica italiana

Gioco legale, due buone notizie e una luce in fondo al tunnel

Dopo tante tribolazioni, insormontabili problemi e alle volte incomprensibili e forse inutili restrizioni qualcosa di positivo si intravede all’orizzonte del settore dei giochi. Riccardo Pedrizzi, vicepresidente dell’Ucid, spiega perché

Il concetto di soft power e la questione nucleare

L’egemonia della conoscenza è il fulcro del potere economico degli Usa. Un forte potere economico non è solo un saldo sostegno per edificare un ordine economico internazionale, ma anche il fondamento dell’egemonia degli Usa in questo inizio del XXI secolo. L’analisi di Giancarlo Elia Valori

Eni invierà un carico di GNL pulito a Taiwan. Transizione energetica (e politica?)

L’azienda italiana è in prima linea per assistere la transizione energetica della regione Indo Pacifica. L’arrivo del GNL Eni a Taiwan ha anche implicazioni geopolitiche indirette

I segreti dell'internazionale no-Vax. Scrive Pellicciari

Da movimento trasversale è diventata una vera e propria internazionale. I no-Vax hanno serrato i ranghi, si muovono dietro la stessa bandiera, riescono a riempire le piazze. Istruzioni per l’uso per non ripetere gli errori della Brexit. Il commento di Igor Pellicciari (Luiss/Università di Urbino)

Sciogliere tutti i fasci. La lezione di Fiuggi e il regime che non c’è

Come un fiume carsico, torna l’allarme sulla tenuta democratica del Paese, lanciato in questa occasione di fronte al fatto che Fratelli d’Italia si conferma essere il primo partito nelle intenzioni di voto. Accuse strumentali che però i meloniani potrebbero facilmente schivare, se solo rileggessero il programma della nascita di An. Scrive Antonio Pellegrino, giornalista e giovane elettore di destra

Il sistema Draghi alla prova Ue. Scotti sulla tempesta d'autunno

Dalle bandierine di partito al coraggio delle scelte. Il sistema Draghi mette alla prova i partiti, che devono riadattare le strategie elettorali. Parla Vincenzo Scotti, ex ministro e volto storico della Dc. Conte? Ha imparato l’arte del compromesso. Mattarella bis? Appigliarsi a uno slogan è già una sconfitta

Tutte le strade di Mps portano a Unicredit? Messori sul futuro delle banche italiane

L’economista e docente Luiss a Formiche.net: il ministro Franco ha ragione, un’operazione di sistema con Unicredit è l’unica strada, Siena non può più camminare da sola e una ristrutturazione del Monte per mano pubblica costerebbe troppo. Il sistema bancario italiano? Reggerà l’urto, ma servono fusioni anche locali

×

Iscriviti alla newsletter