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La Camera ha approvato in prima lettura, quasi all’unanimità, il testo unificato delle proposte di legge sulla ridefinizione della missione e dell’organizzazione del sistema di istruzione e formazione tecnica superiore in attuazione al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si consolida così un canale di formazione biennale post diploma, parallelo a quello universitario, che dovrebbe lavorare in sinergia con le imprese come soprattutto nel centro nord ha saputo fare in questi dieci anni.

La riforma intende ampliare il raggio di azione degli istituti, estendendolo alla formazione e all’aggiornamento in servizio, anche dei docenti di scuola, e alle nuove politiche attive per il lavoro. Non tutti gli obiettivi sono stati centrati ma la legge è un significativo passo avanti che ha scongiurato alcuni tentativi di snaturare uno strumento che funziona.

Viene previsto un forte accentramento dei poteri con l’eliminazione del Consiglio di indirizzo e della giunta esecutiva e l’introduzione di un direttore amministrativo. Non solo. Viene istituito un Coordinamento nazionale in cui vi sono ministeri, Conferenza delle regioni, Indire (Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa, ndr), associazioni imprenditoriali rappresentative a livello nazionale, associazioni più rappresentative degli Istituti tecnici superiori, ma non le parti sociali. Il governo ha destinato nel Pnrr agli Its Academy, così ribattezzati, un miliardo di euro in 5 anni, ad oggi previsti 68 milioni per il 2021 e 48 dal 2022 in poi.

I fondi saranno assegnati con criteri meritocratico, sulla base della quota capitaria riferita al numero degli allievi dei corsi che nell’anno precedente hanno conseguito un giudizio positivo da parte del sistema di monitoraggio e valutazione che è curato da Indire. Ha ragione il ministro Patrizio Bianchi a valorizzare il voto di ieri e a considerarlo “un primo passo”.

La riforma degli Its Accademy, il post diploma non universitario, aiuterà sempre di più ragazzi e famiglie nonché il sistema produttivo del Paese. I percorsi post diploma non universitari, Its funzionano e aiutano, sia il sistema produttivo italiano, sia tanti ragazzi che trovano lavoro, un lavoro coerente con il titolo di studio. Come ci ha ricordato l’Ocse è singolare avere strumenti che garantiscono l’83% di occupabilità e sono frequentati da solo 18.300 studenti.

La realtà oggi è fatta di 109 fondazioni attive, distribuite in tutte le regioni italiani, 713 percorsi attivi, 18.273 studenti iscritti, 2.898 imprese partner. L’80% dei diplomati trova lavoro e per oltre il 90% è coerente con il percorso di studi. L’Aula della Camera ha capito che gli Its non andavano snaturati ma aiuta ti a crescere, rispondendo ai bisogni di nuove figure professionali, migliorando l’orientamento e la conoscenza dello strumento nonché la spendibilità del titolo di studio.

Occorre svolgere ancora molto lavoro per migliorare il rapporto tra Its Accademy e sistema universitario. È necessario molto impegno affinché le scuole aiutino i ragazzi dell’ultimo anno a conoscere il sistema Its e non solo quello universitario. Le regioni devono essere chiare e nette nel limitare al massimo la costituzione di nuove fondazioni concentrando l’aumento dei corsisti e dei corsi preservando la stessa qualità degli Its in tutto il paese. Per questo se un Its, un corso o una fondazione non funzionano, vanno corretti e se questo non accade si devono chiudere. Qualità, merito, valutazione dovranno essere sempre più al centro dell’azione di tutti i soggetti coinvolti.

Va dato merito al lavoro dei parlamentari che non hanno mai smesso di confrontarsi con chi ha a cuore la formazione. Tra questi segnaliamo: Serse Soverini, il sottosegretario Gabriele Toccafondi, Paola Frassinetti, Valentina Aprea, Gianluca Vacca, tutta la Commissione della Camera e il ministro Mariastella Gelmini. Ora la palla passa al Senato nella speranza che si confermi l’impianto appena approvato. Ma è anche tempo di darsi degli obiettivi: 1 milione di studenti Its da collegare a contratti di apprendistato professionalizzante.

Bene il governo sulla riforma degli Its. Ora servono obiettivi. Scrive Bentivogli

Il testo unificato sugli Its, appena passato alla Camera, è un passo verso un sistema formativo aggiornato e all’altezza delle aspettative delle imprese. Ora però bisogna darsi degli obiettivi: 1 milione di studenti Its da collegare a contratti di apprendistato professionalizzante. Il commento di Marco Bentivogli, fondatore di Base Italia

Gelmini riforma gli Its per un lavoro a prova di futuro. Il commento di Fortis

Con la riforma degli Its la domanda di nuove competenze delle imprese, imposta dalla pandemia, incrocerà finalmente un’offerta di livello, elevando i giovani a motore della ripresa. La soddisfazione del ministro per gli Affari Regionali, Mariastella Gelmini e il commento di Marco Fortis (Fondazione Edison)

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