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Dare vita a un campione nazionale del gioco legale da 1.150 dipendenti, tra i quali oltre 400 donne e un indotto di oltre 16mila lavoratori in tutta Italia, nel momento più difficile per un’industria che ogni anno, tolto l’anno della pandemia, garantisce allo Stato italiano non meno di 10 miliardi di gettito. Questo il senso profondo dell’operazione che ha portato tra le braccia di Gamenet, colosso globale del gaming controllato dal Fondo Apollo, i rami Scommesse e Videolot.

Nel dettaglio, Gamenet acquisirà dal gigante Igt il 100% di Lottomatica Scommesse e di Lottomatica Videolot Rete, tra gli operatori leader nel mercato italiano dei giochi online, delle scommesse sportive e delle gaming machines. E il nuovo gruppo, prossimo a diventare leader del mercato italiano dei giochi con circa 1,6 miliardi di euro di ricavi e 22 miliardi di raccolta nel 2019 su base aggregata, assumerà proprio il nome di Lottomatica spa, grazie al fatto che dalla Igt sia stato acquistato, contemporaneamente, anche lo storico marchio Lottomatica. Formiche.net ha sentito Guglielmo Angelozzi, che della nuova Lottomatica è ceo.

Che cosa significa per l’industria nazionale del gioco l’operazione che si è appena conclusa? E quali le ricadute per Lottomatica?

Con l’operazione che si è conclusa il 10 maggio scorso è nato il maggiore player del gioco pubblico in Italia ed uno dei maggiori a livello europeo. Siamo un operatore privato che lavora al servizio dello Stato nel settore del gioco attraverso concessioni pubbliche. Mettiamo a disposizione la nostra tecnologia, la nostra capacità di innovazione e le competenze di oltre 16 mila persone, tra dipendenti diretti e dipendenti della rete specialistica in franchising, e quelle di decine di grandi, medie e piccole imprese che lavorano al nostro fianco in questa filiera industriale.

Spalle larghe, insomma. Prossimi passi?

Abbiamo una forte vocazione al digitale, ma operiamo anche con attraverso la maggiore rete di distribuzione specialistica in Italia nel settore, con oltre 3.000 punti vendita scommesse, 1.400 sale da gioco in franchising e 120 sale di proprietà e distribuiamo i prodotti di gioco dello Stato in quasi 14.000 bar e tabacchi. Il prossimo passo sarà l’espansione in nuovi mercati geografici, grazie alle competenze, alla tecnologia, alla forza finanziaria del gruppo e al supporto del nostro azionista, Apollo.

Grande è bello, se non altro di questi tempi. Anche nel gioco vale la regola che pochi operatori ma in grado di competere danno vere chances al mercato?

La crescita dimensionale è necessaria per essere in grado, prima di tutto, di investire in innovazione e tecnologia ed essere competitivi nel contesto globale. Il settore del gioco, poi, richiede investimenti molto rilevanti in particolare nelle reti distributive, in cui dobbiamo essere un argine all’offerta illegale, e nella tecnologia, che è indispensabile per realizzare efficacemente i controlli previsti dalla legge e per dare garanzie di affidabilità, sicurezza e trasparenza a tutti gli altri stakeholder, dai clienti, alle comunità, alle istituzioni.

La pandemia e il lockdown hanno colpito pesantemente l’industria del gioco, mettendo a dura prova il settore legale. Facciamo un bilancio?

La chiusura dei punti vendita causata dalla pandemia ha avuto ripercussioni estremamente negative per il settore del gioco pubblico, sia dal punto di vista economico sia sotto il profilo occupazionale, determinando inoltre un forte incremento del gioco illegale. Dal punto di vista economico, perché la chiusura di sale e agenzie ha causato una contrazione della raccolta di gioco, in alcuni casi anche superiore al 50%, con un conseguente netto calo degli introiti per le casse dell’Erario.Sotto il profilo occupazionale, perché il settore del gioco impiega nel suo complesso oltre 120.000 addetti il cui posto di lavoro è stato messo fortemente a rischio in quest’ultimo anno e mezzo.Infine, i mesi di chiusura hanno evidenziato la ripresa poderosa del gioco sul circuito illegale: ogni volta che il gioco legale si ferma, infatti, quello illegale prende il suo posto.

Metto il dito nella piaga. Come arginare il gioco illegale?

Secondo uno studio di Ipsos, nel 2020, in coincidenza con il lockdown, 4 milioni di Italiani hanno giocato in maniera illegale. Nello stesso periodo, stando alle cronache nazionali, ogni 2 giorni in media è stata smantellata una bisca clandestina. D’altronde, come ricordato solo pochi giorni fa dal Direttore della Direzione investigativa antimafia, Maurizio Vallone, durante un’audizione in Commissione Antimafia, le scommesse e le slot machines irregolari sono sempre state di interesse per la criminalità. Lo stesso Direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna, ha stimato in circa 20 miliardi di euro la raccolta di gioco passata dal gioco legale a quello illegale durante il lockdown. Il settore può tornare rapidamente alla piena operatività e a fungere di nuovo da barriera contro il gioco illegale, ma perché questo accada è fondamentale che ora lo Stato supporti le aziende che operano per suo conto nel comparto.

Ecco come il gioco (legale) esce dal lockdown. Parla Angelozzi (Lottomatica)

Con l’acquisizione di Gamenet dei rami Scommesse e Videolot da Igt nasce la nuova Lottomatica, campione nazionale e da 1.150 dipendenti. Ora l’obiettivo è rimettere il gioco legale al centro

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