Skip to main content

L’Autorità nazionale anticorruzione teme un suo ridimensionamento per volontà del governo, il quale ha previsto nel decreto semplificazione il monitoraggio, da parte della ragioneria dello stato, sui rischi della corruzione nelle opere del Pnrr. Non si tratta di ridurre ruolo e poteri dell’Anac ma piuttosto di valorizzare la semplificazione delle attività, che è l’obiettivo principale del decreto. Infatti, l’Anac, al pari di altre Autorità indipendenti, ha svolto, di fatto, una tendenziale azione di complicazione del settore nel quale è chiamato a vigilare.

Tanto per cominciare, una esagerata messe di atti paranormativi, quali delibere, circolari, linee guida e altro, che hanno sviluppato, anzi avviluppato un groviglio di regole di non facile applicazione in molti settori delle attività economiche e non solo (anche della formazione, come scuola e università). Inizialmente pensata per il controllo sul corretto svolgimento degli appalti pubblici, l’Anac si è trasformata in un organo di vigilanza pervasiva sulla vita economica e sociale del Paese, pretendendo di svolgere un’attività che, invece, spetterebbe, preliminarmente, alle procure della repubblica, e cioè di investigare sui potenziali illeciti derivati dal fenomeno della corruzione.

E questo, nonostante l’Anac non abbia – al pari delle altre Autorità amministrative – una sua riconosciuta legittimazione costituzionale, che invece gli deriva da una legge che può essere modificata senza suscitare clamori. Occorre chiedersi: è davvero ridotta la corruzione nel nostro Paese da quando è stata istituita l’Anac? Un rapporto puntuale e preciso sarebbe di grande utilità, anche al fine di iniziare a fare un primo bilancio.

Ora poi c’è il Recovery, con la sua cascata di soldi destinati alle opere pubbliche: certo, il rischio della corruzione è alto ma non credo che lo si possa impedire con delibere e circolari, ma piuttosto potenziando le procure e affidandosi all’impegno della magistratura e delle forze dell’ordine. L’errore, forse, è stato quello di avere voluto sostituire un’Autorità sulla vigilanza sui contratti pubblici con un’Autorità sulla corruzione, esplicitando così che gli appalti pubblici sono pervasi dal sistema corruttivo e che quindi necessitano di un controllo occhiuto da parte di un organo deputato a vigilare. Organo, vale ricordarlo, il cui presidente è nominato dal governo e i suoi componenti eletti dal parlamento, con voto limitato e secondo le indicazioni dei partiti.

La vicenda dell’Anac riguarda, in generale, anche le altre Autorità, assai numerose nel nostro ordinamento. Credo che sia arrivato il momento di fare un bilancio e predisporre una legge “organica” sulle Autorità amministrative, che le preveda e li disciplini in maniera uniforme, come aveva proposto tanti anni l’attuale segretario del PD. Sarebbe importante riconoscerle in costituzione, ma procedere a una revisione della stessa è sempre un’impresa assai ardua. Allora, si faccia una legge, che indichi ruolo, composizione, modalità di nomina, requisiti, competenze e attività.

Ci sono alcune Autorità che potrebbero essere trasformate in agenzie, come per esempio la Commissione di garanzia sullo sciopero che, lo dico per esperienza diretta avendone fatto parte molti anni fa, svolge un lavoro di monitoraggio che può ormai essere affidato a un algoritmo, per così dire. Il problema è che le Autorità nell’assenza della politica, quella vera e competente, hanno preso troppo potere attraverso l’imposizione delle loro decisioni, che vanno ben oltre la loro legittimazione. Per fare un esempio recente, il Garante della privacy ha intimato a una piattaforma digitale di consegnare i dati sensibili, che godono di una super tutela in quanto riferiti alle scelte politiche individuali, a un movimento politico che li chiedeva per potere avviare la sua attività di consenso elettorale.

Le Autorità amministrative sono nate negli USA, in un contesto ordinamentale fondato sul common law e quindi su una diversa forma di produzione del diritto, che non è codificato. È vero che alcune Autorità, penso alla Agcm, sono previste a livello europeo, e quindi godono di una legittimazione sovranazionale. È altrettanto vero che le Autorità amministrative sono state pensate per semplificare i settori di riferimento e deresponsabilizzare così il legislatore dal produrre norme di regolazione.

Allora, tornino a essere quello che devono essere: organi di regolazione del settore che agiscono entro il perimetro competente, per favorire lo sviluppo economico e sociale attraverso la semplificazione dei problemi e non l’aggravio degli stessi. In America le Autorità sono presidio delle libertà economiche e dei diritti individuali. Ci piacerebbe che fossero così anche in Italia.

Lo scontro tra governo e Anac? Il segnale che bisogna riformare le Autorità

Di Tommaso Edoardo Frosini

È arrivato il momento di fare un bilancio e predisporre una legge “organica” e uniforme sulle Autorità amministrative, precisando ruolo, composizione, modalità di nomina, requisiti, competenze e attività. La proposta di Tommaso Edoardo Frosini, ordinario di diritto costituzionale al Suor Orsola Benincasa

Conte e Grillo, passione cinese. Schiaffo a Draghi (e Biden)

Mentre il premier Mario Draghi è al G7 con Joe Biden, Beppe Grillo e Giuseppe Conte organizzano la prima uscita ufficiale del nuovo leader Cinque Stelle all’ambasciata cinese. Furia del Pd, “adesso basta sbandate, l’Italia è in Occidente”. In serata l’ex premier cambia idea e salta l’incontro con Li Junhua

 

 

Chi è (e cosa piace) a Mark Bezos, il fratello-socio di Jeff

Esperto di comunicazione, pubblicità e pubbliche relazioni, il fratello – miglior amico – del fondatore di Amazon viaggerà con lui nello spazio. Tutte le passioni, gli affari e il patrimonio

Enrico Giovannini

La logistica per il successo delle Zes nel Mezzogiorno

Di Francesco Tavassi

L’analisi di Francesco Tavassi, vicepresidente dell’Unione industriali di Napoli delegato all’economia del mare; membro del Tavolo di partenariato, in rappresentanza di Confindustria presso l’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centrale; presidente di Temi SpA

Ecco dove si incontreranno Biden e Putin a Ginevra

Il 16 giugno i due leader si vedranno a La Villa La Grange della città svizzera, che vieterà quel giorno per decreto qualsiasi manifestazione contro le politiche della Russia o gli Stati Uniti

Un satellite russo all’Iran. Perché gli Usa sono preoccupati

Mosca cerca di sfruttare una fornitura tecnologica all’Iran per crearsi vantaggi come gestore dei rapporti con Teheran. Gli Usa diffondono la notizia prima del vertice Biden-Putin e dei nuovi incontri per la ricomposizione del Jcpoa

Documenti falsi dietro agli attentati jihadisti. Perché sono importanti gli arresti di Milano

L’operazione, condotta dalla Digos di Milano, è stata coordinata dalla Direzione centrale della Polizia di prevenzione con il supporto dell’antiterrorismo dell’Europol. Un’operazione che non solo ha smantellato una organizzatissima banda di falsari, ma che promette numerosi sviluppi in diversi Paesi europei sia sul fronte del terrorismo jihadista che della criminalità organizzata

Vaticano promosso sull'antiriciclaggio, ma Moneyval indica i punti deboli

L’ultimo rapporto Moneyval sottolinea la seria necessità di incrementare l’efficacia dell’azione degli Stati contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo. In Vaticano, il rischio viene dagli insiders. L’analisi di Maria Antonietta Calabrò

Salute e vaccini per il Mediterraneo. Il dibattito di Irini

Mercoledì 16 giugno, ore 17, riprende il percorso verso “Shade Med 2021”, la conferenza annuale organizzata dall’operazione Irini. In diretta web, il dibattito “Health Diplomacy in the Mediterranean Region” moderato da Flavia Giacobbe, direttore di Formiche e Airpress, vedrà la partecipazione di Moritz Rudolf, Roie Yellinek, Olivier Bailly e Fabio Agostini

La Cina non si approfitti dei Paesi più poveri. L'altolà di Yellen

Il G20 ha concesso una moratoria sugli interessi dovuti dai Paesi più poveri sui finanziamenti ricevuti. Ma per il segretario al Tesoro americano Pechino potrebbe approfittarsene, facendo leva sull’enorme debito delle economie in via di sviluppo con il Dragone. E non è l’unico grattacapo di Yellen…

×

Iscriviti alla newsletter